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Quattro femminicidi nelle ultime 24 ore, ma ci sono i negazionisti

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Libero, il famoso giornale ben noto per le sue copertine sessiste e maschiliste, stavolta la ha fatta grossa. Ha pubblicato una copertina in cui dice che i maschicidi sono più dei femminicidi. 
 
Proprio ora che da nord a sud dell'Italia,  in poche ore stamani, ci sono stati quattro casi di femminicidio: in Alto Adige, due in Sicilia, Sardegna, a cui si aggiunge il caso di  ieri, avvenuto a Mazara del Vallo, nel Trapanese, dove un uomo ha massacrato di botte per tre giorni la moglie fino a ucciderla. 
 
In tutti i casi, come sostiene l' Ansa, i principali sospettati sono i compagni o mariti delle vittime. 
In Alto Adige gli inquirenti hanno fatto luce sul caso di una giovane donna pakistana trovata morta ieri, nel suo appartamento a Versciaco. Dopo una notte in caserma è stato disposto il fermo del marito, Z.M., pakistano di 38 anni, che non ha fornito ai magistrati e agli investigatori un'effettiva spiegazione di ciò che era accaduto alla coniuge. L'uomo, davanti alle contestazioni degli inquirenti rese precise dalle molteplici testimonianze raccolte tra amici e colleghi di lavoro del pakistano, si è chiuso in un assoluto silenzio. A questo punto i sostituti procuratori intervenuti, considerati i gravi indizi a carico dell'indagato per il delitto di omicidio pluriaggravato e valutato altresì grave e concreto il pericolo di fuga, hanno disposto con decreto il fermo d'indiziato di delitto, immediatamente eseguito dai Carabinieri.
In Sicilia a Mussumeli, un uomo ha sparato alla donna, più grande di lui di vent'anni, con la quale aveva avuto una breve relazione perchè non voleva rassegnarsi alla fine della storia, prima di uccidere anche la figlia di lei e di suicidarsi. E' questa la ricostruzione dei carabinieri che conducono le indagini sulla tragedia. L'omicida è Michele Noto, 27 anni, che deteneva regolarmente la pistola con cui ha sparato perchè aveva un porto d'armi sportivo; le due vittime sono Rosalia Mifsud, di 48, e la figlia di lei Monica Di Liberto, di 27 anni, avuta da un precedente matrimonio.
E' di Speranza Ponti, la 50enne originaria di Uri scomparsa da metà dicembre, il corpo ritrovato dai carabinieri della compagnia di Alghero nell'area residenziale che comprende il Resort Vista Blu, una vasta zona di lussuose villette a schiera adeguate a esigenze ricettive a Monte Carru, l'area delle campagne di Carrabufas più vicina al centro abitato.  Il mese scorso la donna, la cui disponibilità economica era aumentata di recente grazie a un'operazione immobiliare, è svanita nel nulla. I familiari, preoccupati per il prolungato silenzio, si erano rivolti ai carabinieri. 
L'indicazione del luogo del ritrovamento è arrivata dall'interrogatorio del fidanzato della donna, M. F., 53 anni, ora in stato di fermo nel carcere di Bancali, a Sassari. Sentito alla presenza del suo legale, Daniele Solians, Farci ha respinto ogni responsabilità.
 
Tutto questo si aggiunge il  drammatico  fatto che  donne uccise sono state 131 nel 2017, 135 nel 2018 e 103   femminicidi. 
 
 
Il 'Codice rosso' - l'insieme di norme introdotte lo scorso luglio per dare maggiore tutela alle donne vittime della violenza di genere - ha messo in campo "nuove fattispecie di reato con l'obiettivo di incrementare la tutela dei soggetti deboli colpiti dagli atti violenti". Lo sottolinea il Primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone nella sua relazione per la cerimonia d'apertura dell'anno giudiziario in corso presso la Suprema Corte alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Rileva però Mammone che è "importante segnalare il dato fondamentale che l'intervento in favore delle vittime deve interessare non solo le strutture giudiziarie, ma anche quelle pubbliche (servizi sociali), private (associazioni di volontariato) e sanitarie, sulla base di un modello di intervento di cui dovrà necessariamente essere individuato un credibile soggetto di coordinamento".
 
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