Tra le tante interpellanze di cui si è discusso oggi in consiglio comunale a Campobasso c' è anche quella sulla consulta femminile.
Il gruppo di centrosinistra al Comune di Campobasso formato da Bibiana Chierchia, Alessandra Salvatore, Giose Trivisonno e Antonio Battista si è detto totalmente insoddisfatto della risposta della vicesindaca Felice.
Cosa ha detto in particolare colei che ha anche la delega alle pari opportunità?
"La Consulta femminile - ha sostenuto Paola Felice- nasce con l’obiettivo di favorire la più ampia partecipazione delle organizzazioni e associazioni femminili presenti sul territorio alle decisioni amministrative che riguardino direttamente o indirettamente la vita delle donne in città. – ha chiarito l’assessore Felice - A tal fine, affinché la Consulta possa rappresentare una reale sede di confronto, di elaborazione di idee, pareri, iniziative e progetti che vedano protagoniste le donne stesse, questa Amministrazione intende avviare una semplificazione delle modalità di adesione e partecipazione alla stessa attraverso una proposta, in fase di elaborazione, che verrà discussa nella commissione competente.”
Il gruppo di centrosinistra ha a questo ribadito: Breve storia triste. La Consulta Femminile della Città di Campobasso per ora non sarà ricostituita, nonostante l'impegno preso dall'assessore Felice, e non è dato sapere quando ciò accadrà. Il dato è questo.
Il nostro gruppo ha portato in Consiglio comunale la proposta nel mese di novembre 2019. Durante il dibattito ci è stato proposto (dalla maggioranza) di approvare un documento condiviso che ha fissato come termine ultimo per la ricostituzione della Consulta il 31 gennaio. Ad oggi nulla è stato fatto.
Al di là della manifestata volontà di dare corso ad una non meglio specificata "semplificazione delle modalità di adesione e partecipazione". Nonostante ciò, la rete di istituzioni, ordini ed associazioni, nata da quella esperienza, lavora lo stesso, quotidianamente, per la promozione delle pari opportunità e per il contrasto alla violenza e ad ogni forma di discriminazione.
È un peccato che l'Amministrazione comunale tutta, minoranze e maggioranza, non possa, attraverso la Consulta, essere formalmente coinvolta.