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I buoni spesa spaccano i sindaci

"Una presa in giro" per i sindaci leghisti, "elemosina" secondo Anci Veneto. Ma la misura trova consensi fra i primi cittadini delle maggiori città. Fonti Mef: "Basta polemiche, fondi assolutamente necessari"

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In sindaci italiani si spaccano sui 400 milioni di “buoni spesa” stanziati dal governo ai Comuni per il soccorso alimentare a fronte dell’emergenza coronavirus. La questione è nelle mani di Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari, che parla di “una risposta veloce a un bisogno immediato”. I 400 milioni “bastano per qualche giorno ma è proprio di qualche giorno che abbiamo bisogno adesso”, ha detto in un’intervista al Mattino. “Serviva una soluzione tecnica per dare immediatamente, con zero burocrazia, soldi ai sindaci, da trasformare in buoni per i beni di primissima necessità. Ad aprile finalmente arriveranno i buoni dell’Inps”.

Ma tra i sindaci il provvedimento ha suscitato reazioni opposte. C’è chi – come il sindaco di Firenze Dario Nardella e la sindaca di Roma Virgilia Raggi – ha ringraziato il governo per aver “accolto le richieste di sindaci e cittadini”. C’è chi – come il primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris – ha accolto “con soddisfazione” l’arrivo dei buoni alimentari, ma ha scandito la necessità immediata di un “reddito di quarantena” fino a fine emergenza. E poi c’è chi – come il presidente di Anci Veneto e i sindaci leghisti di Lombardia e altre Regioni – ha bollato la misura come “elemosina” o come una “presa in giro” - o un’autentica “carognata”, per usare le parole del sindaco di Lamezia Terme.

Fonti del Ministero dell’Economia - nel tentativo di sedare le polemiche - intervengono per sottolineare che si tratta di una “impresa senza precedenti” e “assolutamente necessaria”. “L’anticipo di 2 mesi del trasferimento dei 4,3 mld del fondo annuale di solidarietà comunale assicura ai Comuni la liquidità per far fronte alle esigenze operative indispensabili, la contestuale erogazione di 400 milioni aggiuntivi sarà spesa dai Comuni, già nei prossimi giorni, per assicurare tempestivamente ai cittadini più bisognosi e più colpiti dall’emergenza l’accesso ai beni di prima necessità (cibo, prodotti sanitari etc.)”. “L’intervento, assolutamente necessario, sollecitato anche dall’Anci, è stato realizzato in modo rapidissimo e con procedure di urgenza per aiutare i sindaci italiani a far fronte in modo diretto e immediato alle numerose situazioni di disagio, come richiede la situazione straordinaria che stiamo vivendo”, aggiungono le fonti del Tesoro.

“Governo, sindaci, agricoltori, commercianti, Reti di volontariato sono impegnati in una impresa senza precedenti di solidarietà per dare un aiuto concreto ai cittadini maggiormente esposti alla crisi generata dal Coronavirus. Di fonte a questo, ogni polemica politica - scandiscono infine - appare fuori luogo”.

Ma le polemiche restano. A cominciare dalla Lombardia, la Regione più duramente colpita dalla pandemia. Cauto il commento del sindaco di Milano Beppe Sala: “Quello che arriverà in più sono 400 milioni da suddividere tra i Comuni italiani in base al numero di abitanti e alle famiglie che più hanno bisogno. Non so quanti ne arriveranno a Milano spero di saperlo domani, appena arrivano verranno distribuiti”.

Estremamente critici invece i sindaci leghisti della Lombardia, che si dicono “indignati” per quella che considerano una “vergognosa elemosina”. “Come sempre questo Governo, anche in piena fase di emergenza, scarica i problemi sui Comuni. Come sindaci ci sentiamo presi in giro: i cittadini devono sapere che i 4 miliardi e 300 milioni annunciati da Conte non sono soldi che lo Stato dà ai Comuni, ma sono l’anticipo di quello che lo Stato deve già ai Comuni per il Fondo di Solidarietà comunale, alimentato dai soldi dei Comuni stessi”. “In sostanza – proseguono i leghisti - il Governo sta facendo l’elemosina con i nostri soldi, già alle prese con una coperta sempre troppo corta. Questa è una vergogna”. “Inoltre come amministratori ci chiediamo: come verranno ripartiti questi soldi? Dopo l’ormai tradizionale annuncio di Conte in Tv, non siamo stati informati di nulla, ma siamo già sommersi da tante domande che arrivano dal territorio, senza ovviamente poter dare una risposta”.

“Ancora una volta il governo Conte promette ma non mantiene. Ennesimo spot senza indicazioni precise con l’aggravante che scarica i problemi sui Comuni”, accusano i sindaci leghisti del lodigiano.

Dello stesso tenore anche il commento di Anci Veneto, secondo cui si tratta di “poco più di un’elemosina”. “L’anticipo del 66% del Fondo di solidarietà, con criteri che non favoriscono le regioni del Nord, maggiormente colpite dalla pandemia, è una vera presa in giro”, attacca il presidente di Anci Veneto e sindaco di Treviso Mario Conte. “Si scaricano le responsabilità del Governo, che affronta la crisi come un elefante in una cristalleria, sui sindaci che sono in prima linea e che hanno bisogno di nuove risorse, strumenti agili per dare risposte immediate ai cittadini. Il Governo - conclude il presidente di Anci Veneto - non anticipi risorse che sono già dei Comuni, ma metta in capo almeno 5 miliardi per sostenere i nostri sindaci, svincolo dalle procedure burocratiche e maggiori poteri per poter intervenire con efficacia”.

Per i sindaci leghisti dell’Emilia Romagna, si tratta di “briciole”. “Dei proclami del governo non ce ne facciamo niente, valgono i fatti e la concretezza. Non un euro di nuove risorse il premier ha fatto arrivare. Quanto annunciato sono fondi già dei Comuni (Fondo di solidarietà comunale) che proprio questo governo aveva tagliato. Il premier non si è neanche premurato di garantire le mascherine e i dispositivi di protezione individuale a tutte le forze dell’ordine, il personale sanitario, i lavoratori. E adesso fa promesse in conferenza stampa, in un sabato sera, come sempre senza dare indicazioni chiare per sindaci e cittadini. Pare proprio l’ennesimo tentativo di scaricare le responsabilità. Non ci siamo mai tirati indietro, con il massimo, e oltre, degli sforzi, e continueremo a farlo, ma non accettiamo di essere il capro espiatorio degli errori e delle mancanze del governo”.

Le critiche non sono limitate al nord. Dalla Calabria alla Sicilia, sono molti i primi cittadini arrabbiati. Per il sindaco di Messina Cateno De Luca, il governo sta giocando al “gioco delle tre carte”. “Macché soldi ai Comuni che il premier Conte ha tanto decantato ieri sera. Questo è il gioco delle tre carte, perché i 4,3 miliardi di euro che sono stati annunciati ieri sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte non sono altro che l’anticipazione del fondo di solidarietà dei Comuni, cioè sono soldi dei Comuni. In altre parole sono dei fondi, circa 6 miliardi di euro, che già spettano ai Comuni”.

Parole di soddisfazione arrivano invece dai sindaci delle grandi città, soprattutto se appartenenti all’area di governo. Tra questi c’è senz’altro il sindaco di Firenze Nardella. “Bene il presidente Conte e il Governo tutto che con questo provvedimento immettono risorse nuove per sostenere le famiglie in seria difficoltà, attenuando le tensioni sociali e riconoscendo ai Comuni italiani un ruolo strategico nella gestione dell’emergenza”, afferma Nardella. “Sarà fondamentale - prosegue - capire bene i criteri di individuazione delle famiglie che in questo momento si trovano effettivamente in una condizione di maggiore fragilità” e “questo provvedimento riconosce il ruolo dell’Anci come interlocutore affidabile del governo e il ruolo dei sindaci, che conoscono meglio di ogni altro i loro cittadini e le loro condizioni”.

Soddisfatta anche Virginia Raggi, che però – come De Magistris – rilancia subito sul reddito di quarantena: “Accolte richieste dei cittadini e dei sindaci. Riconosciuto lavoro dei Comuni. Siamo già a lavoro per applicare nuovo dpcm. Primo passo per aiutare immediatamente chi soffre ed è in difficoltà”, ha scritto la sindaca in un tweet. ”#RedditoDiEmergenza per aiutare tutti coloro che non hanno reddito. Chi soffre perché ha perso lavoro e ha difficoltà ad andare avanti non deve essere lasciato solo. Siamo una comunità”, si legge in un tweet successivo.

Il sindaco di Napoli De Magistris esprime “soddisfazione” per le misure annunciate ieri da Conte e Gualtieri: “Aspettiamo il decreto per fare una valutazione puntuale e complessiva - spiega - ma esprimo comunque soddisfazione perché è una misura che viene incontro a quello che noi a Napoli avevamo già previsto la settimana scorsa, e cioè un fondo di solidarietà comunale fatto con risorse pubbliche e private, con le quali sostenere le persone che necessitano di beni di prima necessità”. Dunque il passaggio successivo: “Il presidente Conte, il Governo e la maggioranza politica che lo sostiene devono adesso istituire immediatamente il reddito di quarantena almeno fino alla fine dell’emergenza nazionale”, scrive il sindaco di Napoli in un post pubblicato su Facebook nel quale fa il punto sulle decisioni assunte dalla Giunta comunale riunita ieri in videoconferenza. Il “reddito di quarantena”, spiega de Magistris, deve diventare una misura “a sostegno di chi è rimasto privo di reddito e liquidità”.fonte https://www.huffingtonpost.it/entry/i-buoni-spesa-spaccano-i-sindaci_it_5e8080dfc5b6256a7a2c48be

 

 

 

 

 

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