Il presidente Toma ha parlato di una richiesta fatta da lui alla Giunta: quella di votare il bilancio.
E sappiamo bene che a votare il bilancio sono solo i consiglieri regionali non gli assessori. Da questo formalmente sono partite le dimissioni degli assessori che, per la tre giorni di bilancio, tornano a fare i consiglieri regionali.
Sul piatto della bilancia i 57 milioni di euro per l' emergenza Coronavirus che vanno erogati subito. Con la ferma convinzione di far ripartire il Molise.
C' è solo questo dietro alle richieste dimissioni degli assessori? Certo che no. La norma che potrebbe passare in sede di bilancio, con la giustificazione del risparmio dei costi della politica, è quella dell'abolizione della surroga. Un provvedimento che qualora venisse presentato, sarebbe votato da tutti, anche dal Movimento Cinque stelle che ne ha fatto un cavallo di battaglia anche nella campagna elettorale del 2018.
Che succederà se dovesse passare? Andrebbero a casa quattro consiglieri regionali che bene hanno fatto in questi due anni. Il primo su tutti Antonio Tedeschi, ideatore del reddito di residenza per chi sceglieva di abitare nei piccoli comuni.
Andrebbe a casa anche Paola Matteo, paladina dei diritti delle donne e anche componente dell' ufficio di presidenza. E anche i consiglieri Massimiliano Scarabeo e Nico Romagnuolo.
Ma c'è di più: al posto di Luigi Mazzuto potrebbe rientrare in Giunta Quintino Parlante. Con l' eliminazione della surroga non dovrebbe lasciare il passo a Filoteo Di Sandro che di fatto non tornerebbe alla ribalta della politica regionale, lasciando a Pallante l' unica vera rappresentanza a Palazzo D' Aimmo per Fratelli d'Italia.
Rimangono poi Michele Iorio e le due ex Lega Aida Romagnuolo e Filomena Calenda che potrebbero votare il bilancio per senso di responsabilità e qualora venissero inseriti loro emendamenti. Ma che nel seguito della legislatura potrebbero continuare a votare secondo coscienza.
Una finta crisi che potrebbe portare un vero terremoto. Con i surrogati che restano fuori e assessori che in consiglio, all'occasione, saranno lo zoccolo duro del Presidente, pena l' esclusione dalla Giunta.