“Il presidente di Molise Acque, Giuseppe Santone, deve dimettersi. Esistono delle storture nel nostro Molise che sono intollerabili”. A scriverlo sono i consiglieri regionali Salvatore Micone e Andrea Di Lucente in merito al trattamento riservato da Molise Acque alla cinquantina di interinali che da anni lavora alle dipendenze dell’organismo i gestione delle risorse idriche. “ L’esperienza di padri e madri di famiglia – sottolineano i due esponenti regionali - è stata cancellata con un colpo di spugna. Cosa accadrà loro adesso? Ce lo sa dire il presidente Santone?”. Ricordiamo la vicenda. Da qualche anno, per mancanza di personale, Molise acque ha fatto ricorso a personale interinale per sopperire all’assenza di tecnici e operai per la manutenzione degli impianti. Una cinquantina di unità lavorative che, a fronte di uno stipendio bassissimo, ha offerto sempre grande professionalità e disponibilità. Ora, però, si ritrovano da un giorno all’altro a casa. E non perché non serva più la loro opera, ma solamente per una scelta aziendale. “Allora la domanda è: perché mandarli a casa? – scrivono sempre i consiglieri Di Lucente e Micone. Se la motivazione è grave, allora che il presidente della giunta regionale, Donato Toma ne riferisca in consiglio. Se, invece, si tratta di una ripicca o di una scelta per far posto ad altre persone, lo schiaffo nei confronti di tutto il Molise è talmente forte e insopportabile da richiedere l’immediata dimissione del presidente del Cda, Giuseppe Santone. La condivisione di scelte aziendali così importanti – chiudono Di Lucente e Micone - è obbligo di un presidente che, ormai, dovrebbe aver compreso che è necessario spogliarsi dei panni del commissario”.