Nella seduta di ieri il consiglio dei ministri ha impugnato in parte la legge di stabilità della Regione approvata dal consiglio regionale lo scorso 30 aprile. Nella stessa seduta il governo ha deciso di non impugnare la norma sulla eliminazione della surroga dei consiglieri supplenti inserita nella stessa legge finanziaria regionale poiché il Presidente Donato Toma si è impegnato ad eliminare la decorrenza retroattiva che rende la norma stessa incostituzionale.
In sostanza il governatore ancora una volta è costretto a fare marcia indietro dopo aver spinto la sua maggioranza ad approvare una legge palesemente incostituzionale che ha consentito di eliminare, seduta stante, ben 4 consiglieri supplenti .
Intanto però i "giochini" di Toma sono serviti per approvare il bilancio regionale nell'ultimo giorno utile ovvero il 30 di aprile.
Va da sé che gli atti prodotti dal consiglio regionale oggi sono nulli e, dunque, la Regione risulta essere priva del bilancio di previsione con tutte le conseguenze del caso compreso lo scioglimento dell'assemblea e il ritorno alle urne.
Alla luce della decisione del governo si evince che Toma - in modo spregiudicato - ha calpestato le regole costituzionali e la democrazia per difendere la sua poltrona.
Certamente Toma è Toma e può fare tutto(sic!) ma da solo non avrebbe potuto approvare una legge palesemente incostituzionale. Lha potuto fare solo con il consenso dei consiglieri di maggioranza - ridotti a zerbini - sui quali pende la grave responsabilità di essere stati complici di una vicenda a dir poco indecente.
Costoro non potevano non sapere e si sono prestati consapevolmente ad approvare un atto indegno del ruolo istituzionale che ricoprono.
GLI ELETTORI NON DIMENTICANO.
SVEGLIATI MOLISE.