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ACLI – Terra. l’emergenza cinghiali strangola le Imprese Agricole

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ACLI- Terra Molise stigmatizza le espressioni plaudenti ed esultanti, sugli organi di stampa, di alcuni soggetti 
e associazioni, senza parlare dei post sui social, per l’impugnativa del governo all’articolo 12, comma 5, della 
legge regionale n° 1 del 2020, che consente di estendere il periodo di caccia ad una specie venabile (vedi 
cinghiali) dal 1 settembre al 31 gennaio di ogni anno, periodo venatorio stabilito dalla legge 157/1992. 
Il Presidente di ACLI – Terra Molise, Dr Nestore Mogavero, puntualizza che la norma, approvata dal Consiglio 
Regionale, sollecitata più volte da tutte le Organizzazioni agricole, tra cui ACLI -Terra Molise, e persino da S.E. 
l’ Arcivescovo Bregantini, ha inteso dare una risposta agli imprenditori agricoli e agli allevatori, che 
giornalmente devono lottare con orde di cinghiali che scorazzano sui terreni distruggendo i raccolti e 
compromettendo il reddito di un anno. La problematica è vissuta in modo drammatico anche dai Sindaci e 
dai cittadini che ormai vedono questi animali aggirarsi per le vie cittadine, senza nessun problema, creando 
paura e allarme. 
Questo è lo spirito con cui la regione ha legiferato, in un momento che vede il Governo nazionale assente 
sulla problematica, che non investe solo la regione Molise ma l’intero territorio nazionale. La legge, 
inadeguata rispetto ai tempi e al problema, è rimasta inalterata, eppure la popolazione degli ungulati ha 
assunto proporzioni allarmanti. 
La norma, dice Nestore Mogavero, non vuole di certo per far rivivere il far West sul territorio regionale, ma 
solo creare “tutela del patrimonio agroforestale, socio-economico, sanitario e riequilibrio 
ecologico della fauna selvatica, qualora la presenza sul territorio regionale di una 
specie faunistica venabile risulti eccessiva.” .
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