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Un santo, i suoi luoghi: la mostra che ci avvicina a Francesco Caracciolo

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AGNONE - Immerso nel cuore del centro storico Agnonese v’è un palazzo che, nel corso degli anni, ha visto numerosi volti ed è stato convertito per una moltitudine di usi. Ciò che molti ignorano che l’Ex Convento dei padri Filippini ha avuto l’onore di ospitare San Francesco Caracciolo, fondatore dell’ordine dei Caracciolini, durante i giorni che hanno preceduto la morte del giovane Frate Francesco.

È per celebrare questa figura che il 4 giugno passato nella struttura di cui abbiamo parlato prima è stata inaugurata una mostra dal titolo Un santo, i suoi luoghi.
Il perché del nome viene subito chiarito quando il visitatore, superato l’ingresso, viene condotto in un ampio corridoio che contiene immagini delle due comunità che rappresentano l’alfa e l’omega del Santo; nel lungo varco infatti troviamo immagini della natura nonché veri e propri squarci sia di Villa Santa Maria, cittadina nella quale il Caracciolino vide la luce, che Agnone nella quale morì.
Sul pavimento, poi, troviamo un tappeto che –ci viene spiegato- è una mappa del percorso che Caracciolo fece per raggiungere il centro alto Molisano dal suo paese natale nel Chietino.

Proseguendo, all’esterno del palazzo, è stata adibita un’ala nella quale, tramite l’utilizzo di immagini e di rami e pigne, il turista possa realmente capire quale sia stato lo scenario naturalistico incontrato dal Frate durante il suo cammino che lo ha portato ad Agnone.
Non finisce qui.
Al piano superiore troviamo altre quattro aree.
Nella prima è possibile visionare altri scatti dei luoghi nei quali il Santo ha trascorso la sua vita; una serie di immagini ci mostrano quanto sia stata movimentata la vita di un uomo che visse nelle più disparate parti della penisola Italiana; nel secondo padiglione troviamo una serie di quadri che riassumono, accompagnati da altre icone, la biografia di San Francesco Caracciolo a partire dalla sua nascita nel palazzotto di famiglia. Il reparto, che si sviluppa intorno agli approfonditi studi di Remo de Ciocchis (al quale si devono i testi e l’apparato storico), confina con l’area più comunicativa della mostra.
Attigua al corridoio della vita del Santo il turista si trova di fronte alla ricostruzione della cella nella quale il frate si spense. La creazione, ad opera di Tonina Di Pasquo, Paola Patriarca, e Gianna Marsili, collega in modo sublime il visitatore che può facilmente sentirsi catapultato nel lontano 1608.
Infine il percorso si conclude con la visita alla cappella del convento.

Abbiamo chiesto ad Antonio Camperchioli, nostra guida: A chi vanno i ringraziamenti per questa spettacolare mostra?

“Bé dobbiamo ringraziare Remo De Ciocchis per i testi e il suo apparato storico; i Laici Caracciolini e Luigi Spina per il materiale fotografico inviatoci; Antonio di Lello per le iconografi;, Tonina Di Pasquo, Paola Patriarca, Gianna Marsili, Guido e Vincenzo Brunetti per l’allestimento. Infine per quanto riguarda il coordinamento dobbiamo dei riconoscimenti alle Biblioteche Riunite Comunale e B. Labanca che ospitano il Presidio Turistico Comunale e l’Ass. Amici Teatro Italo Argentino” ha risposto Camperchioli.

La mostra è permanente?
“Certamente. Colgo l’occasione per informare gli interessati che è possibile organizzare delle visite guidate chiamando il presidio turistico stesso al numero 086577722 oppure contattando me al 3343003283.”

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