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Furbetti delle 600 euro, la figuraccia di Marone e il calo di popolarità di Gravina

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Il bonus di 600 euro richiesto dagli amministratori locali e destinato alle partite Iva, crea qualche problema anche in Molise.
 
Temi politici si stanno sviluppando intorno all' assessore  regionale Michele Marone e al sindaco di Campobasso Roberto Gravina. 
 
Il primo, quando era "soltanto" presidente del Consiglio comunale di Termoli e consigliere provinciale ha chiesto e ottenuto due mensilità. A poco è servito che abbia rinunciato quando Toma lo ha nominato assessore regionale. Il danno è fatto, quello politico ovviamente. Ora ci si aspettano i provvedimenti di Matteo Salvini in persona. Lo stesso che è sceso a Campobasso due volte dopo il lockdown per garantirgli la poltrona.  Vediamo se sarà coerente e lo sospenderá, come ha fatto con i parlamentari che hanno fatto lo stesso. Come ha sospeso Aida Romagnuolo e Mena Calenda, solo per aver chiesto a Luigi Mazzuto di farsi da parte. Molto meno, almeno politicamente.
 
Caso a parte per il sindaco di Campobasso Roberto Gravina. Ha ottenuto 1200 euro che poi ha dato in beneficenza. Ma potrebbe essere proprio il Covid a segnare la parabola discendente del primo cittadino. Fino al caso del funerale Rom ( che ha causato circa 100 contagi in città), Gravina poteva contare sull' appoggio di 7 campobassani su 10. Il gradimento è sceso di 16 punti per come ha gestito la vicenda. La Campobasso post Covid poi è piena di ratti e zanzare fastidiose. Cosa che aveva già intaccato la popolarità del primo sindaco a 5 stelle del Molise. 
 
Ora la vicenda delle 600 euro ha provocato ulteriore calo di popolarità al primo cittadino che rischia di finire sotto il 50%. I social, che sono ormai lo specchio totale della società, lo preannunciano. 
 
Dalle stelle alle stalle grazie al Covid 19. La parabola discendente potrebbe non arrestarsi qui.
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