Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Trivento, l'ex ospedaletto verrà demolito. Ex sindaco Farina: cattiva politica che riserva lo stesso trattamento alle persone anziane

Condividi su:

 L'ex sindaco di Trivento il prof Tullio Farina torna sull'argomento del vecchio immobile di Trivento, situato in pieno centro, ex sede dell’ufficio del lavoro e della polizia municipale, che come egli stesso annuncia sarà abbattuto in tempi brevi. Farina racconta la storia dell'immobile che nel 2002 a seguito del sisma del 31 ottobre fu dichiarato inagibile e mai inserito nella successiva fase di ricostruzione. Secondo Farina andava ristrutturato e destinato ad usi sociali accessibile anche ai diversamenti abili. Fa un paragone struggente tra l'immobile e le persone anziane che vengono emarginate o addirittura buttate via come "un vecchio scarpone" rifacendosi alla bella canzone di Gino Latilla. Fa una critica serrata all'attuale amministrazione che dopo averlo acquistato con soldi pubblici l'immobile, adesso ne ha deciso la demolizione per destinarlo ad altri meno nobili scopi, sembrerebbe che l'area a seguito della demolizione venga destinata ad un parcheggio.

Di seguito la lettera aperta sull'ex ospedaletto, cosi chiamato a Trivento perchè  costruito dall’ INAM nel 1956 :

Lettera aperta sull’ex ospedaletto Addio, vecchio ed indimenticabile immobile, mi richiami alla mente la canzone del cantante Gino Latilla che diceva così “ Vecchio scarpone quanto tempo è passato , quanti ricordi fai rivivere tu” Pensavo che la tua demolizione potesse essere evitata, fra poco, dopo lo sgombero delle suppellettili, ruspe ciniche ed insensibili ti spazzeranno via via. Per evitare che venissi spazzato via non ho fatto una battaglia ideologica o artistica, come si è detto per ironizzare la mia decisione, ma una questione di buon senso e di opportunità, non compresa da chi non amministra per il bene della collettività ma per altri motivi futili ed aleatori, ossia per il solo fumo e non per la sostanza.

Non eri certamente tu il primo problema del paese; tanti ve ne sono ancora come quelli di un traffico rumoroso e caotico, di un parcheggio disordinato e privo di regole, di un randagismo sempre più diffuso, di un servizio di vigilanza insufficiente, dell’odore nauseabondo proveniente dal depuratore, ai quali nessuno fa più caso poiché ormai rientrano nella normalità quotidiana e a questi inconvenienti avresti potuto porre rimedio, offrendoti ancora come sede della polizia municipale, presidio di ordine e disciplina Nelle motivazioni del tuo abbattimento sono prevalsi fini angusti e limitati quali quelli di un camion o trattore che non poteva svoltare con immediatezza o della mamma che voleva lo scivolo o il cavalluccio a dondolo per il figlio nei pressi della sua abitazione.

Gli interessi collettivi quali quelli di una sede della polizia urbana, di un ufficio reclami per i servizi comunali funzionanti male o di una guardia medica notturna, sono stati completamente ignorati. Eri uno dei pochi immobili comunali, facilmente accessibile a tutti, anche ai diversamente abili , perché sito in pieno centro a piano terra lungo il corso più prestigioso del paese, quale quello di B. Mastroiacovo, e questo particolare, non di poco conto, è sfuggito proprio a coloro che hanno il compito di mettere i cittadini a diretto contato con i servizi comunali.

E pure non era difficile conciliare gli interessi privati con quelli pubblici, nell’ottica degli interessi occasionalmente protetti. E a dire che sei stato utile per tutti in quanto hai ospitato per oltre 50 anni bambini che si dovevano vaccinare, guardie mediche per i malati, l ‘ufficio del lavoro che tanti posti ha trovato per i lavoratori compresi quelli che partivano per l’estero, i vigili urbani e gli addetti della protezione civile comunale.

Anche quando con un’ordinanza di inagibilità dovuta ad un sisma, che poi tanto distruttivo non è stato almeno per Trivento, sei stato dichiarato inagibile. sei stato utile perché comunque sei servito come pensilina pubblica sotto la quale i cittadini sostavano per prendere il pullman, sei servito come cabina telefonica perché il telefono pubblico per molto tempo è rimasto attaccato sul tuo muro, sei servito come garage perché qualche cittadino, sempre sotto la tua tettoia di ingresso, parcheggiava la sua moto , sei servito come magazzino comunale dove gli operai depositavano o venivano a prendere il materiale. E questa tua disponibilità, non dovuta per legge, ha consentito a qualcuno, che il più delle volte parla sempre a proposito, di svilire la tua funzione, ritenendoti un volgare magazzino di cui sbarazzarsi, dimenticando così le tue utili e nobili funzioni svolte nel passato Insomma hai accolto tutti e sei stato utile per tutti in tutti i tempi e in qualsiasi momento. Oggi, però, nessuno si è ricordato più di te e di fronte allo scempio del tuo abbattimento molti tacciono per una sorta di ignavia, vigliaccheria o opportunità pensando a qualche favore da ricevere se non dà fastidio a chi amministra.

Hai fatto la fine di tanti vecchi, che non essendo più utili aspettano la morte o peggio ancora vengono fatti morire. Sicuramente per i primi mesi la tua mancanza si sentirà e qualche mugugno di disapprovazione ci sarà, ma alla fine tutto verrà assorbito e sarai completamente dimenticato. Sappi però che quelli, per i quali sei stato utile, almeno fino a quado vivranno ti ricorderanno e parleranno di te, anche se per quelli che ascolteranno sarai un oggetto senza anima e corpo. Certamente se avessi un’anima penseresti che l’ingratitudine umana è più grande della misericordia divina perché come dice un famoso proverbio “chi fa bene muore ucciso” E il tuo pensare è tragicamente vero, anche se attenuato dal fatto che chi oggi ha preso tale decisione non conosce né la tua storia né quella di Trivento o perché non nativo del posto o perché troppo giovane.

Comunque, ospedaletto mio, consolati perché la società odierna con la sua classe politica tale trattamento lo riserva anche agli uomini, quando ai loro primi acciacchi, diventando un peso, li scarta e li mette da parte. Così purtroppo va il mondo, riposa quindi nel cimitero delle distruzioni amministrative, realizzato dalla cattiva politica. Mutatis mutandi, è più che valido il motto“ Quod non fecerunt barbari, Barberini fecerunt” .

Tullio Farina ex sindaco di Trivento

Condividi su:

Seguici su Facebook