E' la richiesta del consigliere regionale dell'Idv, Paolo Palomba, che sull'onda della spending review governativa ha preso carta e penna e ha scritto a Mario Monti. «Illustrissimo presidente, mi permetto di suggerirle un metodo efficace e rapido per ridurre la spesa per gli enti pubblici nelle due regioni confinanti», recita la missiva del dipietrista, che poi indica la strada: «Riunificare due istituzioni che erano una sola cosa fino al dicembre del 1963 e che la classe politica di allora volle scindere, dando vita al Molise, una regione con appena 300 mila abitanti, meno di un quartiere della Capitale». L'idea della fusione è un vecchio pallino di Palomba, che già un anno fa, più o meno di questi tempi, lanciò la stessa proposta. Da allora sono cambiate molte cose, la crisi economica morde, imponendo tagli e sacrifici, e il momento appare propizio per premere il piede sull'acceleratore: «In Molise diversi movimenti di cittadini spingono in questa direzione, e tra loro figurano consiglieri di entrambe le regioni, consapevoli che la riunificazione non sarebbe una penalizzazione per i molisani, ma al contrario un'opportunità di rilancio». Per le due regioni, che insieme contano poco più di un milione e 600 mila abitanti, i risparmi sarebbero ingenti: resterebbero solo un presidente e un vice-presidente, risulterebbero dimezzati i 15 assessorati che compongono le due giunte e i 75 posti nei consigli abruzzese e molisano subirebbero una drastica riduzione numerica. Senza contare lo snellimento a cui sarebbe sottoposta l'intera macchina burocratica, con gli accorpamenti di enti strumentali e territoriali, agenzie, strutture direttive, commissioni, auto blu e uffici. «Il denaro pubblico risparmiato - rimarca Palomba - potrebbe essere impiegato per rilanciare le aziende e far ripartire l'economia». Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, considera la proposta poco più di una boutade. «Sono cose più grandi di loro - commenta sarcastico - è evidente che certi politici non hanno un granché da fare, mentre io devo pensare a cose più urgenti, come la sanità , e ad affrontare una crisi economica sempre più incalzante». Un plauso al progetto di accorpamento arriva invece dal presidente di Confindustria Abruzzo. «Già da tempo proponiamo la macroregione adriatica, che unisca Marche, Molise e Abruzzo, partendo dai servizi - dice Mauro Angelucci -. Non è più possibile mantenere enti che amministrano regioni con poche centinaia di migliaia di abitanti, e una fusione tra Abruzzo e Molise segnerebbe un apprezzabile passo in avanti». Sul fronte molisano la chiusura è netta. «Non si possono cancellare le istituzioni in base a un principio finanziario - dice il presidente della Regione, Michele Iorio - ci opporremo fino alla fine per tutelare l'identità del Molise e l'autonomia conquistata con fatica da una classe politica lungimirante». Rincara la dose il presidente della Provincia di Isernia, Luigi Mazzuto: «Sono assolutamente contrario, non si può cambiare il corso della storia. Offriamo apertura e collaborazione, ma non intendiamo rinunciare al nostro patrimonio culturale». Intanto proseguono le grandi manovre in vista della soppressione delle Province. Questa mattina, a Pescara, si insedierà il tavolo tecnico interistituzionale, che avrà il compito di avviare il monitoraggio delle funzioni regionali conferite alle Province, e delle relative risorse umane, finanziarie e strumentali trasferite. Sarà verificata la possibilità che le funzioni siano allocate nei Comuni o attribuite alla Regione.