Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Abruzzo e Molise insieme, Palomba: Mai parlato di annessione. Facciamo un referendum

Condividi su:

Ha colto nel segno, Paolo Palomba; ha toccato evidentemente un nervo scoperto stando al polverone di repliche e polemiche che ha sollevato il suo recente intervento.
L’esponente dell’Italia dei Valori, consigliere regionale in Abruzzo, ma molisano di origine, nei giorni scorsi si è inserito nel dibattito attorno alla spending review con una lettera aperta indirizzata al premier, il professor Mario Monti. L’idea, semplicissima: riunificare Abruzzo e Molise, intese come istituzioni regionali, per dimezzare i costi di gestione della politica. Un solo governatore, un solo Consiglio regionale, una sola giunta. Apriti cielo. Dal Molise la levata di scudi sanniti contro Palomba il conquistatore. Prima il Guerriero Sannita ha invitato il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, a «zittire» Palomba, facendo tra l’altro confusione tra il consigliere regionale abruzzese e un parlamentare dell’Idv con lo stesso cognome.
A seguire i due governatori. Prima Chiodi, che non ha dato prova di grande classe, dichiarando alla stampa: «Sono cose più grandi di lui (riferendosi a Palomba, ndr). E’ evidente che certi politici non hanno un granché da fare». Per la serie non rispondo nel merito, forse perché non ho argomenti; preferisco denigrare l’interlocutore.
La replica di Iorio non si è fatta attendere: «Non si possono cancellare le istituzioni in base a un principio finanziario, - ha detto il presidente della Regione Molise - ci opporremo fino alla fine per tutelare l’identità del Molise e l’autonomia conquistata con fatica da una classe politica lungimirante». E la proposta di Palomba ha fatto sussultare dalla poltrona, ormai in bilico, anche il presidente della Provincia di Isernia,  il taciturno Luigi Mazzuto: «Sono assolutamente contrario, non si può cambiare il corso della storia. Offriamo apertura e collaborazione, ma non intendiamo rinunciare al nostro patrimonio culturale». Culturale, certo.
Per chiudere in bellezza, l’intervento, non proprio chiarissimo, dell’ex consigliere regionale del Molise Tommaso Di Domenico, che non ha saputo fare altro che mandare all’altro paese Paolo Palomba. Un vero signore. Insomma, tutti contro Palomba, colpevole di aver osato pensare di annettere il Molise all’Abruzzo. Annessione, già, questa la parola usata da molti di coloro che hanno replicato a Palomba. Siccome l’esponente dell’Idv non ha mai usato quella parola, qualcosa non torna. Per tentare di capire meglio, abbiamo chiesto direttamente al conquistatore.
Consigliere Palomba, ma come le viene in mente? Vuole annettere il Molise all’Abruzzo?
«Non ho mai parlato di annessione. Sono stato equivocato, evidentemente. Nei miei interventi sulla stampa e nella lettera aperta al premier Monti, non ho mai usato quella parola. Mai, basta saper leggere».
Va bene, però la riunificazione di Abruzzo e Molise l’ha proposta. Più volte.
«Certo, la riunificazione delle due regioni, come era prima degli anni ‘60, ma sullo stesso piano, con pari dignità, ci mancherebbe altro».
Perché dice “ci mancherebbe altro”?
«Perché io sono l’esempio vivente della doppia identità, avendo avuto due nonni abruzzesi, di Schiavi di Abruzzo nel Chietino, e altri due di Poggio Sannita, nell’Alto Molise. La mia proposta è chiara: tornare a prima del 1963. La regione unica è scomparsa in quell’anno, ma senza coinvolgere i cittadini con un referendum. Pochi politici hanno deciso a tavolino di staccare un territorio, quello che oggi è il Molise. Non voglio dare giudizi di valore, probabilmente nel ‘63 quei politici fecero bene. Resta il fatto che la nascita del Molise è l’unico caso della storia repubblicana di formazione di una regione per distacco da un’altra, senza interpellare le popolazioni interessate, lo ribadisco. Oggi la situazione è cambiata, bisogna tagliare i costi della politica. Accorpando le due istituzioni si avrebbe un intuibile risparmio. E ripeto: riunificazione con pari dignità, nessuna annessione, non diciamo sciocchezze».
Chiarissimo, ma allora perché in molti, dal Molise, stanno sparando ad alzo zero sulla sua proposta e sulla sua stessa persona? Hanno equivocato o polemizzano per partito preso?
«Molti cittadini molisani condividono questa mia idea e la nascita di alcuni movimenti nell’Alto Molise ne è la dimostrazione ulteriore. Chi non vuole la riunificazione sono i politici, ovviamente, incollati alle poltrone. I consiglieri regionali sarebbero più che dimezzati se le due Regioni tornassero insieme: meno poltrone, meno indennità, meno auto blu, meno privilegi. Ovvio che chi oggi occupa una poltrona teme di vedersela tagliata. Sarebbe interessante, invece, chiedere ai molisani e agli abruzzesi cosa ne pensano».
La sua vecchia idea del referendum, per coinvolgere i cittadini sull’ipotetica riunificazione?
«Esatto. Ho spesso sollecitato un referendum sulla questione. Facciamo esprimere i cittadini sulla riunificazione. Sono loro, i cittadini, i detentori della sovranità, non noi rappresentanti eletti. Molti, però, lo dimenticano».

 

Condividi su:

Seguici su Facebook