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SPORT - Orlando, l'ultima bandiera dell'Agnone

Intervista al capitano granata al sesto consecutivo con la 'sua' squadra

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AGNONE - Rappresenta l’ultima bandiera di un calcio romantico che forse non esiste più. Dopo anni trascorsi in campionati professionistici ha deciso di sposare la causa della sua città e lo ha fatto mettendoci anima e corpo. Si è dimostrato un vero capitano dentro e fuori dal rettangolo da gioco sempre pronto a mettersi in discussione e sacrificarsi per gli altri. A parlare i fatti che spesso lo hanno visto partire dalla panchina ma ad ogni chiamata in corso d’opera ha saputo dimostrare di non essere inferiore a nessuno. L’ultima conferma è giunta domenica scorsa contro il Casoli. Quando Massimo Agovino ha deciso di buttarlo nella mischia, lui, ancora una volta, ha risposto presente e ha cambiato volto ad una gara che fino a quel momento non era riuscita a regalare particolari emozioni. Un assist e un gol di ottima fattura, hanno fatto sì che l’intero stadio 'Civitelle' si alzasse in piedi per attribuirgli, con scroscianti applausi, quel ruolo da leader che si è conquistato di diritto. Di chi stiamo parlando? Elementare Watson, ma di Antonio Orlando, classe ’78 e ancora tanta voglia di sbalordire con la casacca granata. Perché lui è uno di quelli che sta all’Agnone come La Gioconda sta a Leonardo. www.altomolise.net ha deciso di incontrarlo. Ed ecco quello che ha risposto alle nostre domande. Orlando, ma perché in molti sono dell’avviso che lei è un giocatore determinante solo quando entra a partita iniziata? "Sinceramente non mi sembra che quando sono sceso in campo dal primo minuto non sono riuscito a fare il mio dovere…" Tuttavia ogni anno in estate ad Agnone si ripete la solita tiritera. Orlando sì, Orlando no, poi puntualmente lei con i fatti riesce a smentire i più scettici nei suoi confronti. "Cerco sempre di far bene non tanto per smentire chi continua a non credere in me ma soprattutto per far contento chi mi apprezza". Centrocampista a destra e sinistra, esterno alto a destra e sinistra, centravanti, una volta per tutte Orlando ci dica qual è il suo ruolo. "Volete che vi dica la verita? Allora scrivetelo pure. Per me attacco, centrocampo o difesa non fa differenza l’importante è essere nell’undici titolare". Domenica contro il Casoli è stato protagonista di un assist e un gol tanto belli quanto inutili. L’Agnone non è andata oltre un pareggio, il sesto consecutivo. "Effettivamente domenica ci è mancato un po’ di mestiere per ottenere la vittoria. Per quanto riguarda i sei pareggi consecutivi devo ammettere che sono un po’ troppi, oggi sicuramente potevano avere qualche punto in più". Quinta marcatura stagionale. Orlando questo suo exploit è una rivincita nei confronti di… "Di nessuno. Ho raggiunto la giusta maturità e dunque non penso a rivincite ma solo a prendermi belle soddisfazioni…". Lei è andato in gol contro il Casoli, l’Atessa (andata e ritorno) e l’Angolana e tra undici giorni al Civitelle arriveranno proprio i nerazzurri. Che fa si prenota? "Ci proverò con tutte le mie forze". Quanti meriti vanno attribuiti a mister Agovino per il suo exploit sotto porta? "Una percentuale molto alta visto il gioco offensivo che adotta la squadra". Da uno a dieci quanto vorrebbe che il mister rimanesse l’anno prossimo ad Agnone. E quante realmente le possibilità che sieda ancora sulla panchina granata. "Undici e otto. Gli auguro di trovare una piazza ambiziosa come lui, ma al tempo stesso il mister sa che restando ad Agnone potrà dare continuità ai risultati ottenuti fino ad oggi che reputo stupefacenti". Sesto anno consecutivo in maglia granata. Lei rappresenta una sorta di bandiera, ma nel calcio a suo avviso esistono ancora le bandiere? "Nei prof qualcuna esiste ancora, nei dilettanti penso ancora di più. Per quanto mi riguarda la mia è stata una scelta di cuore di cui non mi sono mai pentito". Ha mai pensato di appendete le scarpe al chiodo? "Assolutamente no, mi sento ancora di poter dare tanto e poi fisicamente sto bene". A 32 anni gioca ancora come un ragazzetto, qual è l’antidoto? "Le motivazioni e il fatto di confrontarsi con i più giovani che inevitabilmente tentano di soffiarti il posto la domenica". Domenica ha ritrovato un suo vecchio compagno di squadra ai tempi del Lecco in C1: Amita cosa le ha detto a fine gara? "Complimenti Orla, pensavo non reggessi più certi ritmi…". L’elemento più forte tecnicamente con cui ha giocato in questi tre anni di serie D, è… "Ho avuto la fortuna di giocare con ottimi calciatori dire solo un nome equivarrebbe a fare un torto agli altri, ma se proprio devo dico Bruno Pesce Rojas, un giocatore di un’altra categoria". Oggi il sogno nel cassetto di Orlando qual è? "Di poter continuare a giocare con l’Olympia magari cercando di fare un’altra stagione ricca di soddisfazioni". Se le dicessi la parola C2, la prima cosa a cui pensa qual è? "Niente è impossibile, quando eravamo in Eccellenza la serie D era un sogno, ma a volte i sogni si realizzano…".
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