Rivoluzione verde e transizione ecologica
Impiantistica per l’Economia circolare
I fondi del Recovery Fund sono preziosi per dotare il Molise degli impianti che mancano per il recupero, il riciclo e la valorizzazione dei rifiuti -tenendo anche conto del prossimo esaurimento delle discariche esistenti, tra cui quella di Montagano-, nonché per colmare le carenze ancora in essere nella raccolta differenziata, soprattutto dei principali centri urbani della regione.
In particolare, pensiamo sia opportuno investire su impianti per il riciclo delle plastiche non altrimenti riciclabili in loco e degli scarti agro-zootecnici. I primi impianti sono necessari da un canto, opportuni dall’altro, per fronteggiare la massa di plastica non altrimenti riciclabile nelle more dell’entrata in vigore delle normative UE e nazionali per il bando della plastica monouso. I secondi impianti sono necessari e opportuni per diversi motivi: per valorizzare gli scarti di una filiera - non solo dell’agricoltura- che certamente è asse portante nel sistema produttivo regionale; per limitare i fenomeni di sversamento incontrollato, rendendo questi comportamenti meno “appetibili”, e favorire le imprese virtuose che sostengono i costi del sistema.
Tutti i rapporti e le analisi in tema di Economia circolare sottolineano gli impatti positivi sul mercato del lavoro, le cui potenzialità non andrebbero trascurate anche nel contesto regionale. Gli impianti di recupero, riciclo e valorizzazione richiedono la disponibilità di competenze altamente specialistiche la cui istruzione, formazione e sviluppo delle capacità di ricerca è coerente con la Missione che il PNRR pone a livello nazionale, missione ancor più rilevante a scala regionale. D’altro canto, l’impiantistica necessita del supporto di una diffusa digitalizzazione del territorio, sempre in coerenza con la Missione specifica del PNRR.
I fondi del Recovery fund potrebbero essere utilizzati anche per attivare progetti di recupero dei materiali indifferenziati presenti nelle vecchie discariche comunali esauste, il cosiddetto landfill mining, con il fine di recuperare discariche non a norma e materiale riutilizzabile.
Da ultimo, sostenere centri del riuso che, nel favorire la rivoluzione verde, contribuiscono alla Missione sociale del PNRR in Regione e possono sostenere l’occupazione delle categorie svantaggiate e la più ampia inclusione sociale dei soggetti “deboli”.
Sistema regionale di politiche per l’agricoltura sostenibile e la transizione ecologica
La programmazione regionale per il settore agro-alimentare dovrà porsi in una cornice fortemente green, in linea con la From Farm to Fork Strategy (dal produttore al consumatore) e la Biodiversity Strategy 2030 lanciate lo scorso maggio dalla Commissione Europea. Il Piano nazionale di Resilienza e Rilancio pone le basi per una riconversione ecologica dell’agricoltura. La quantità di risorse che arriveranno a valere sulle due linee di azione richiede di mettere in rete le risorse del Recovery Fund sia con quelle del Piano di Sviluppo Rurale che con le azioni previste nella Strategia Regionale per lo Sviluppo sostenibile; ciò con il fine di favorire azioni volte ad accrescere la sostenibilità climatico-ambientale dei processi produttivi in agricoltura, la sicurezza alimentare delle produzioni e la realizzazione di reti e progetti integrati di circolarità agroalimentare e intersettoriale.
Agricoltura di precisione e biologica, agricoltura conservativa e moderna, 4.0 e circolare, lo sviluppo di progetti di agrivoltaico nelle aziende agricole, agroecologia e bio-distretti, agricoltura e forestazione per il recupero delle aree abbandonate e il contrasto a incendi e dissesto idrogeologico: questi i temi e le azioni che richiedono interventi per la dotazione di infrastrutture digitali, di mobilità, di ricerca e formazione per “coltivare” il Molise agricolo delle prossime generazioni. Misure che si integrano e richiedono un supporto coerente con le azioni relative alla Missione “Istruzione, formazione, ricerca e cultura” e alla Missione “Equità sociale, di genere e territoriale” del PNRR.
Oro blu a cui non sempre in passato sono stati destinati interventi appropriati per una tale ricchezza, talora “svenduta”, e che, pertanto, inducono ad avanzare numerose proposte di azioni in tema. All’interno del PNRR sono inserite alcune raccomandazioni del Consiglio Europeo all’Italia che riguardano anche un uso sostenibile della risorsa idrica. Raccomandazioni che valgono anche per il Molise, che deve assolutamente avviare un programma di utilizzo razionale ed efficiente dell’acqua, che non può prescindere dal completamento dell’iter di istituzione dell’ente di governo d’ambito. Dopo aver dotato il Molise di una seria governance di tutto il processo idrico, dalla fonte alla depurazione, i fondi del Recovery Fund potrebbero servire per investimenti infrastrutturali mirati, più che al potenziamento e all’ulteriore sfruttamento della risorsa comunque limitata, all’efficientamento delle reti e ad interventi volti a ridurre gli sprechi nel suo utilizzo sia negli usi civili che industriale e agricolo, e a consentire un monitoraggio accurato dei prelievi di acqua. Fondamentale sarà monitorare lo stato di salute dei nostri bacini lacustri, programmando azioni in grado di drenare, e in alcuni casi dirottare, il flusso di risorsa proveniente dalle acque meteoriche nei laghi. L’estate appena terminata ha messo in luce la crisi idrica vissuta dai bacini molisani: per questo vediamo con favore il possibile collegamento per l’adduzione idrica tra il lago di Guardialfiera e quello di Occhito, utile per contrastare/alleviare le ben note complicanze di natura ambientale dovute ai cambiamenti climatici. Sono altresì noti i non trascurabili rischi inondativi di ampie aree basso-molisane e quelli attinenti alla desertificazione e salinizzazione di larghe fasce di territori pugliesi e molisani. A fronte del prelievo di risorsa interna, gli accordi interregionali dovrebbero imporre impegni alla Regione Puglia e al Consorzio della Capitanata per un uso sostenibile dell’acqua del Lago di Occhito.
È indispensabile programmare investimenti destinati ad un’attenta gestione delle acque in area urbana, se si pensa che secondo il rapporto “ISTAT, Temperatura e precipitazioni nelle città, 2020” la precipitazione totale media annua su Campobasso nel periodo 2007-2016 ha subìto un aumento pari al +28,7% (289,7 mm). Acqua che nell’epoca del cambiamento climatico necessita di non essere dispersa, programmando nelle aree urbane opere di raccolta congiunta delle acque sia in superficie che nel sottosuolo, utilizzando nuovi sistemi di drenaggio urbano superficiali in grado di gestire localmente l’acqua piovana, ritardando il deflusso in fogna, creando serbatoi di stoccaggio dell’acqua in eccesso da utilizzare per la cura del verde delle città.
La corretta gestione della risorsa idrica porta con sé la realizzazione di un sistema di reti fognarie per le acque di scorrimento superficiale, da separare nettamente da quelle adduttrici delle acque reflue, per evitare i frequenti alluvionamenti che continuano a verificarsi nei centri abitati del Paese, non di rado con perdite di vite umane.
2. Le infrastrutture per la mobilità
Il Molise verso l’alta velocità
Abbiamo salutato con soddisfazione la riattivazione della tratta ferroviaria Campobasso – Termoli, infrastruttura che, se adeguatamente valorizzata, può essere di fondamentale importanza per collegare il capoluogo alla costa. La sua valorizzazione passa senza ombra di dubbio per la rettifica e l’elettrificazione del tracciato per aumentare la competitività della linea ferroviaria rispetto al trasporto su gomma. La tratta ferroviaria Campobasso – Termoli può diventare fondamentale se inserita all’interno di un ragionamento più ampio di infrastrutturazione della Regione e di collegamento alle direttrici dell’alta velocità italiana. Infatti, data per scontata l’elettrificazione della tratta che da Campobasso va verso Roma, le risorse del Piano Nazionale di Resilienza e Rilancio dovrebbero essere utilizzate anche per collegare il Molise alla linea Napoli – Bari, progetto in fase di realizzazione relativo alla Direttrice ferroviaria Napoli-Bari-Lecce-Taranto, compreso nel Corridoio Scandinavia - Mediterraneo della rete Trans European Network (TEN-T), tramite l’elettrificazione della tratta che da Campobasso va verso Benevento. L’elettrificazione dell’intera tratta Termoli – Campobasso – Benevento porterebbe innanzitutto alla creazione di un corridoio in Molise tra l’Adriatico ed il Tirreno, portando giovamento alle attività produttive presenti sulla costa, ma anche all’uscita del Capoluogo di Regione dall’isolamento infrastrutturale che vive. Inoltre, i costi di tale intervento sarebbero minori rispetto a quelli relativi alla creazione di una nuova tratta da Campobasso a Foggia.
A contribuire alla purificazione dell’aria delle nostre città, ma anche dei centri minori, la comunità scientifica internazionale indica, quale rimedio principe, il ricorso alla diffusa presenza di aree verdi, tanto se allocate al suolo, quanto a rivestire tetti e pareti dell’edificato, sia moderno che tradizionale. A tal proposito segnaliamo la necessità di porre attenzione sullo stato delle città molisane, in particolare Campobasso ed Isernia, crollate agli ultimi posti rispetto all’attenzione della qualità della vita nella classifica Legambiente di Ecosistema Urbano. Serve innanzitutto realizzare un progetto di rilancio delle infrastrutture verdi, ossia quelle che servono a garantire il diritto alla mobilità sostenibile a Campobasso ed Isernia. Le due città hanno rispettivamente 0 e 3,37 metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti, non sufficienti a garantire le esigenze di quei cittadini che negli scorsi mesi hanno deciso di acquistare un veicolo a due ruote. Oltre a quella dei ciclisti ne gioverebbe la sicurezza dei pedoni e di tutti quelli che si muovono sui mezzi sia pubblici che privati. Interventi che possono essere realizzati anche in Molise per migliorare la qualità della vita dei cittadini, magari prendendo spunto da realtà simili alla nostra: ad esempio, Benevento realizzerà una rete di quasi 25 chilometri di piste ciclabili integrate con i mezzi del trasporto pubblico e ferroviario per migliorare la mobilità urbana e sviluppare il turismo.
3. Istruzione, formazione, ricerca e cultura
Innovazione e disseminazione: un sistema regionale per la conoscenza tra ambiente e futuro
I fondi del Recovery Fund possono essere la chiave di volta per innovare il sistema formativo regionale ed indirizzarlo verso la formazione delle professioni del futuro. Legambiente Molise propone la creazione di un Regional Eco-innovation hub tra enti regionali ed extraregionali operanti nei settori istruzione, formazione e ricerca. Una infrastruttura snella per la formazione e la ricerca avanzata a supporto dell’implementazione del Piano e dei suoi effetti nel lungo periodo. Una infrastruttura che intervenga a sostegno a dottorati di ricerca innovativi e start up, e che concorra al finanziamento di soggiorni di studio e di ricerca all’estero o in aree nazionali di eccellenza. In tal modo, integrando le linee di finanziamento generale esistenti in tema con strumenti specifici a supporto di alcune delle linee strategiche di azione del PNRR in Molise.
La costituzione di un sistema formativo innovativo dovrebbe intercettare anche il mondo dell’impresa, prevedendo la costruzione di network, piattaforme e programmi di scambio in ingresso e in uscita tra soggetti imprenditoriali e personale delle istituzioni pubbliche per l’apprendimento sul campo, la contaminazione e la disseminazione delle conoscenze nel sistema istituzionale, imprenditoriale, della formazione e ricerca in Regione.
4. Equità sociale e territoriale
Aree interne e divari sociali
La pandemia in atto ha acuito il divario sociale tra le aree interne del Paese e quelle urbanizzate. Se da un lato il Molise nella “prima ondata” ha subìto in maniera minima gli effetti della pandemia, in questi giorni sta emergendo in maniera netta la sofferenza del sistema sanitario territoriale che negli anni, a causa dei numerosi tagli e del commissariamento, ha visto diminuire in maniera netta la capacità di risposta ai bisogni dei cittadini. Terminata la pandemia sarà quantomai necessario, nel quadro di una presumibile revisione degli orientamenti nazionali, riprogrammare un servizio sanitario regionale fondato sui presidi territoriali e sulla tenuta della rete della medicina di base. Una programmazione che inverta un passato, in cui la logica dell’economicità della gestione dei servizi non accuratamente applicata e fine a se stessa ha portato a numeri del debito sanitario regionale in continuo aumento, generando un totale fallimento dal punto di vista economico, etico, di appropriatezza ed efficacia dell’assistenza sanitaria. È quanto mai necessario dare avvio immediatamente ai progetti di assistenza territoriale, tra l’altro anche già programmati e finanziati tramite la Strategia Nazionale per le Aree Interne, quali ad esempio quelli infermieristici di comunità che, in una situazione come quella che stiamo vivendo, sarebbero stati molto importanti per sostenere la rete dell’assistenza territoriale.
Tra gli obiettivi che il PNRR si pone c’è quello di elevare gli indicatori di benessere ed equità.
Parlare di equità sociale senza affrontare il discorso del contrasto al digital divide sarebbe paradossale. In un’epoca in cui il diritto all’accesso all’istruzione è messo seriamente in difficoltà dai problemi di connessione internet, ci risultano in Molise molti comuni con gravi carenze nella copertura della rete mobile e una connessione della rete fissa la cui velocità media in download, calcolata in base agli speed test eseguiti con l’apposito strumento del portale SOStariffe.it, posiziona la nostra Regione (con 24 MB/s) al penultimo posto in Italia. Secondo dati Istat, il 31% delle famiglie molisane non dispone di un collegamento ad Internet, per diversi motivi, tra cui l’età avanzata della popolazione molisana, ma anche per l’elevato costo del collegamento e degli strumenti necessari a connettersi (problemi avvertiti da circa 5000 famiglie). Questi ostacoli pongono forti problemi sia al cittadino che alle imprese ed alle stesse istituzioni. Serve completare il piano della banda ultra-larga, intervenendo nel potenziamento delle reti a servizio delle aree interne, per aiutare il Molise ad uscire dal digital divide e garantire a tutti i cittadini molisani che vivono nelle aree bianche una connessione internet veloce. Lo sviluppo della banda ultralarga, con la fibra e il 5G, serviranno a colmare il divario digitale in Italia e anche in Molise, tenendo alta l’attenzione a tutte le precauzioni necessarie a minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici, a partire dal mantenimento degli attuali limiti di esposizione.
Ma altri divari interessano la comunità regionale oltre a quello digitale: tra gli obiettivi del Recovery Fund c’è la riduzione delle disuguaglianze tra i cittadini affinché tutti possano partecipare in modo pieno e consapevole alla vita economica e socioculturale del Paese. Il Molise vede sul proprio territorio due situazioni di grande disuguaglianza. Ci riferiamo ai comuni di Cercemaggiore e Guglionesi, paesi in cui da anni i cittadini attendono un intervento volto a migliorare la qualità della loro vita e la bonifica dell’area dei pozzi di Capoiaccio e del sito di Guglionesi. Se per anni la politica regionale ha fatto “melina” rispetto a queste situazioni, spesso e volentieri giustificata dalla mancanza di fondi, perdere ora questa occasione per ripristinare lo stato dei luoghi sarebbe un’ulteriore dimostrazione del fatto che, più che di fondi, manchi la volontà di risolvere il problema.
5. Politiche e riforme di supporto al Piano
Potenziamento strutture e agenzie tecniche regionali
Infine, pensare alla realizzazione di opere ed impianti cruciali per lo sviluppo economico sostenibile della Regione non può prescindere dal garantire elevata efficacia ed efficienza delle Pubbliche Amministrazioni ai fini dell’autorizzazione e del controllo sia nelle fasi di cantiere che di gestione. Si pensi al ruolo centrale dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale - A.R.P.A. Molise inserita nel più ampio Sistema Nazionale di Protezione Ambientale – SNPA che evidenzia carenze in termini quantitativi di risorse umane ed economiche ad esso destinate dal governo.
La tutela ambientale necessita di competenze multidisciplinari, del ricorso a tecnologie specifiche per la predizione degli effetti legati a nuove opere ed a misure scientifiche per la caratterizzazione delle varie componenti ambientali. Tali elementi rappresentano l’unica reale forma di tutela a cui la popolazione dovrebbe appellarsi. Un’azione capillare dell’A.R.P.A. Molise, unita ad una efficace comunicazione con la popolazione, deve permettere una valutazione razionale degli effetti relativi ai nuovi insediamenti, contrastando i diffusi fenomeni di protesta Not In My Back Yard –NIMBY-, molte volte basati sul “sentito dire” o sulla repellenza al tema “trattamento rifiuti”.
Come si evince dalle Linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è obiettivo del Governo quello di potenziare le performance della Pubblica amministrazione. In tale impegno di riforma, si chiede alla Regione Molise un confronto attivo nell’ambito del SNPA al fine di dotare la struttura regionale di adeguate risorse necessarie a garantire una elevata protezione dell’ambiente, oltre a potenziare gli uffici regionali che si occupano di ambiente e territorio quanto mai a corto di personale, così da favorire lo sviluppo di un settore pieno di opportunità nel territorio e per il territorio.