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Malattie Reumatologiche al tempo del Covid: dottore posso fare il vaccino?

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Le malattie reumatologiche  sono spesso vittime di scarsa informazione e conoscenza. Troppo spesso anche ai nostri giorni le malattie reumatiche vengono associate all’artrosi malattia degenerativa delle articolazioni che ha un picco di incidenza negli ultra 50enni e in età comunque avanzata. Questa malattia cronica degenerativa della cartilagine articolare è a tutti nota e come molti sanno si manifesta a livello  dell’anca del ginocchio, dei piedi (alluce valgo), delle mani (rizoartrosi), della colonna vertebrale. Questa problematica investe il 15% della popolazione e raggiunge gli stessi livelli delle malattie cardiocircolatorie, la BPCO e il diabete mellito tipo II. Altro capitolo noto a tutti  per numeri e complicanze l’Osteoporosi.

L’altra faccia delle malattie reumatologiche riguarda patologie che interessano le articolazioni ma possono interessare gli organi interni da ciò il detto “la reumatologia la più internistica delle discipline”. Fortunatamente meno numerose in termini percentuali di incidenza,  0,3- 0,5% della popolazione generale, ma molto più impattanti sulla qualità di vita e sulla aspettativa di vita delle persone. Tra queste, a patogenesi autoimmune, l’artrite reumatoide, le malattie del connettivo (note come connettiviti le principali: lupus eritematoso, sclerosi sistemica, dermatomiosite, polimiosite, sindrome di Sjogren) e altre definite infiammatorie dismetaboliche (l’artrite psoriasica, la spondilite anchilosante, le spondiloartriti in generale, le artriti da microcristalli etc). Più rare ma importantissime le patologie reumatologiche pediatriche e dell’età giovanile.

Un cenno a parte merita la Sindrome Fibromialgica sindrome dolorosa moto diffusa in giovani donne con severa compromissione della qualità di vita che in fase pandemica ha subito una ulteriore recrudescenza per l’impatto che la pandemia ha avuto  e sta avendo sulla sfera emotiva e di relazione.

Questi cittadini affetti da gravi patologie reumatologiche sono costretti a terapie croniche e controlli clinici continui utili a monitorare sia la malattia che i farmaci assunti. Le principali terapie per questi malati comprendono i farmaci immunomodulatori e immunosoppressori di sintesi, biotecnologici e “small molecoles” ; da considerare anche i fans e steroidi.

In fase pandemica le difficoltà dei pazienti reumatologici sono aumentate e per la lontananza dal centro reumatologico di riferimento;  e perché non avevamo, almeno inizialmente, informazioni sul  rischio aumentato o meno di contrarre l’infezione Covid 19 da parte di questa categoria di malati. Avevamo questa informazione, ovvero un rischio aumentato, solo per i diabetici, bronchitici e  cardiopatici.

Altro aspetto importante da valutare e quello relativo alle terapie assunte; ovvero se esse potessero causare di una infezione Covid 19 di maggiore importanza clinica e con peggiore prognosi.

Qualche risposta a queste domande è arrivata recentemente da uno studio italiano che ha coinvolto Università e Regioni del nord del centro e del sud Italia. Da questa raccolta dati di pazienti reumatologici che hanno contratto l’infezione da coronavirus  è emerso che i pazienti con patologie autoimmuni potevano contrarre il virus in percentuale superiore rispetto al resto della popolazione (1,52% vs 0,35%) ma il quadro clinico è risultato meno grave e meno evolutivo. Ciò sembrerebbe spiegato dall’uso di farmaci ad azione anti infiammatoria utilizzati per il controllo delle patologie reumatiche, precedentemente citati, hai quali possiamo aggiungere anche la Vit D, che impedirebbero le complicanze dell’infezione bloccando la cascata citochimica responsabile delle complicanze cardio-respiratorie responsabili della morte delle persone più sfortunate.

Infine, materia di continuo scambio informativo con i pazienti, il quesito: “dottore posso fare il vaccino Covid19 considerate la patologia e le terapia che assumo?” Un risposta semplice e univoca non esiste in quanto mancano dati di certezza studi ad hoc. In soccorso due documenti scientifici uno a firma della Società Italiana di Reumatologia e uno a firma Collegio dei Reumatologi Italiani ci viene in  soccorso (allegati 1 e 2)

I reparti di Reumatologia in tutta la penisola hanno lamentato, causa pandemia, una forte riduzione delle prestazioni ambulatoriali e di ricovero diurno. Molte prestazioni sono state e continuano ad essere garantite da remoto. Nel Centro di Riferimento Regionale per le Malattie Reumatologiche e Autoimmuni dell’ Ospedale SF Caracciolo grazie alla organizzazione e alla professionalità del personale infermieristico si è riusciti a programmare il recupero di tutte le prestazioni ambulatoriali sospese durante l’anno 2020 in “lockdown” e contestualmente anche per i pazienti prenotati dell’anno 2021. Tutto ciò nel rispetto pieno delle norme di contenimento previste dalle disposizioni impartite dai vertici aziendali dell’ Asrem.

 

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