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Agnone, Festa della Repubblica all'insegna dell'esigibilità del diritto alla salute nelle aree interne

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Guarda la diretta della manifestazione https://fb.watch/5TLFq8w8ga/

Guarda la diretta dell'intervista al presidente UNCEM Marco Bussone https://fb.watch/5TLQ9qsl_z/

Guarda la diretta dell'intervista del consigliere di Lucente https://fb.watch/5TLNx4g6g8/

Guarda l'intervista della consigliera  Fanelli https://fb.watch/5TLX3BPJBE/

Guarda l'intervista del consigliere Facciolla https://fb.watch/5TLKluqIcY/

Guarda l'intervista del sindaco di Castiglione MM https://fb.watch/5TM3c3CP76/

Guarda l'intervista del sindaco di Belmonte del Sannio https://fb.watch/5TLSPtPRoy/

Guarda l'intervista al sindaco di Capracotta https://fb.watch/5TL_KYt5xV/

 Guarda l'intervista al consigliere regionale Andrea Greco https://fb.watch/5TM9Cno5dP/

La pandemia da covid 19 sicuramente ha inciso sul nostro modo di vedere  e sentire. Ha riaffermato alcuni valori che in una società sempre più distratta e attratta dall'effimero, sembravano persi. Oggi 2 giugno festa della repubblica ad  Agnone due cerimonie legate ai valori della costituzione italiana. La prima alle ore 10 in piazza Unità d'Italia presenti il vice sindaco Giovanni Di Nucci, il sindaco dei ragazzI, Antonio Saia, tutti i componenti del consiglio comunale di maggioranza e opposizione, le forze dell'ordine, la responsabile dell'Istituto Omnicompresivo di Agnone, Tonina Camperchioli, i componenti dell'ANC nucleo di protezione civile, i VVF della compagnia locale. Celebrazione di alto spessore, segna  la nascita della Repubblica Italiana a seguito di un Referedum Istituzionale di tutti i cittadini e per la prima volta le cittadine italiane che votavano in una consultazione nazionale.

Gli italiani furono chiamati alle urne per esprimersi sulla forma di stato da dare all’Italia, tra la monarchia  o la  repubblica. In quella occasione furono eletti anche i componenti dell’Assemblea Costituente che dovevano redigere la nuova carta costituzionale.

Il  vice sindaco alla presenza delle massime autorità militari, della società civile e il Sindaco dei ragazzi, hanno deposto una corona di alloro al monumento dei caduti.

Ma l'amministrazione comunale ha inteso festeggiare il 2 giugno ricordando i valori della nostra costituzione e la seconda cerimonia si è svolta nel piazzale antistante l'ospedale di Agnone il San Francesco Caracciolo per riaffermare con forza il diritto  alla salute, spesso eluso, nei nostri territori, come recitato nell'articolo 32  della costituzione  

Hanno partecipato alla cerimonia molti sindaci dell'Alto Molise e l'Alto Vastese, il presidente nazionale dell'UNCEM Marco Bussone, il consigliere di maggioranza alla regione Molise Di Lucente, i consiglieri i minoranza del PD Facciolla e Fanelli, Andrea Greco consigliere regionale del M5S,  Pompilio Sciulli, presidente Anci Molise, i consiglieri di minoranza Scarano e Iannelli del comune di Agnone.  Bella e sentita cerimonia, si percepiva l'orgoglio  e l'appartenenza ai nostri impervi territori, e l'unità d'intenti e di azione di tutti i presenti  ai vari livelli istituzionali, per contrastare lo spopolamento e rivendicare i diritti costituzionali a partire dalla salute e l'istruzione.

 Di seguito il discorso del sindaco Daniele Saia:

Oggi ricorre l’anniversario della Festa della Repubblica: sono passati ben 75 anni da quando, nel 1946, le italiane e gli italiani votarono e scelsero la Repubblica costituzionale quale forma di governo per l’Italia.

Un giorno storico che ha segnato la base per la ripartenza di un intero Paese. I cittadini italiani lavorarono duramente affinché dalle ceneri e dalle macerie create dalla Guerra potessero erigersi dei solidi pilastri di rilancio sociale, democratico e ugualitario.

 

Gli italiani e le italiane, legati da uno spirito di unità ritrovato, ci riuscirono: con l’entrata in vigore della Costituzione Italiana nel 1948, l’Italia istituì norme fondamentali vicine alle esigenze dei cittadini. Nessuna delle parole inserite nella Carta costituzionale fu scelta per caso, ma tutte furono vagliate con criterio affinché fossero rappresentative di quei valori imprescindibili per il vivere comune quali la giustizia sociale, la libertà, la solidarietà e la sussidiarietà.

 

E i bisogni di un popolo duramente provato dalla Seconda Guerra Mondiale non potevano che essere di tutela, di pace, di sicurezza e armonia.

Nella Costituzione, quindi, furono custoditi quei principi fondamentali e rappresentativi di valori solidi, a garanzia della democrazia ma anche della tutela dei singoli cittadini.

 

Tra le norme dettate al Titolo II Rapporti Etico-Sociali, l’Assemblea Costituente inserì anche quella di tutela della salute esplicata nell’art. 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Nel corso degli anni, decisioni sbagliate hanno svilito l’efficacia sostanziale di tale norma. Il continuo ridimensionamento delle risorse destinate alla sanità ha penalizzato principalmente le Aree Interne, che nel medesimo periodo hanno subito lo smantellamento di ulteriori servizi, che, unito alla carenza di lavoro, ha favorito l’aumento del tasso di spopolamento.

 

La politica dei tagli ha reso sempre più marginali questi territori incentivando la crescita delle aree metropolitane.

 

Le riduzioni dei finanziamenti non hanno colpito solo i nostri territori, bensì hanno colpito oltre la metà della totalità dei Comuni italiani. Ad oggi, circa 4200 centri ricadono nelle aree interne, 4200 località abitate da circa 13 milioni di cittadini e che rappresentano il 60% del territorio nazionale.

Quindi, i numeri delle Aree Interne di certo non giustificano la direzione al ribasso dei fondi stanziati per i sistemi sanitari di tali zone così come di quelli rivolti agli altri servizi.

 

In realtà, però, fermarsi a riflettere su un criterio valutativo puramente numerico è riduttivo, è sbagliato. L’art. 32 della Costituzione Italiana non parla certo di numeri. L’art. 32 della Costituzione è stato stilato pesando ogni singola parola. L’art. 32 della Costituzione parla di diritto della persona, parla di indigenti, parla di collettività. L’art. 32 della Costituzione parla di vita, non di numeri!

Parla delle vite dei cittadini e in particolare di quelli che hanno deciso di restare a vivere nelle aree montane, che ogni singolo giorno affrontano con consapevolezza le difficoltà che vengono poste dinanzi a loro dalla mancanza di servizi essenziali; parla di cittadini che amano queste terre e continuano con tenacia ad abitarle, continuando a prendersi cura del territorio, ricco di cultura, tradizioni e ambienti incontaminati che sono di supporto alle aree metropolitane e che quindi meriterebbero investimenti e non tagli. 

Questi cittadini sono gli stessi che rispettano i loro doveri nei confronti dello Stato e che vorrebbero che lo Stato riservasse loro la stessa attenzione così come previsto, ad esempio, nel Titolo V della Costituzione all’art 119: “Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Provincie, Città Metropolitane e Regioni.”

Bisogna, quindi, ripartire dall’essenziale garantendo delle tutele efficaci per tutti i residenti delle Aree Interne. Tante, anzi troppe, sono state le vittime di una Sanità non efficiente di cui la pandemia da Covid-19 ha evidenziato tutte le carenze. A loro va il nostro solenne ricordo e il nostro grido di battaglia che brama un considerevole cambiamento di rotta nella gestione delle risorse e nella riorganizzazione del sistema sanitario.

La rivendicazione dei nostri diritti nasce da un sentimento di solidarietà che ci vede qui riuniti al di là dei nostri orientamenti politici. Rivendichiamo una sanità adeguata, efficiente, efficace che sia capace di dare la medesima assistenza con la stessa tempistica, le stesse tecnologie e le stesse professionalità in tutti i territori. Solo così si vedranno rispettati e applicati i principi custoditi nella Carta Costituzionale.

Oggi abbiamo una grande opportunità: a fronte dei numerosi finanziamenti che l’Unione Europea e lo Stato destineranno al superamento della fase post-Covid, bisognerà mettere in atto una strategia che permetta di dare nuova vita ai nostri territori, concentrando gli investimenti su quei servizi che renderanno di nuovo attrattive le aree montane valorizzando le loro peculiarità. Tale necessità, rapportata alla nostra realtà, dovrà tradursi nell’effettiva attuazione di quanto previsto nel Piano Operativo Sanitario che riconosce il presidio ospedaliero del San Francesco Caracciolo come Ospedale di Area Disagiata.

L’appello che quindi rivolgo a tutti voi è uno solo: quello di non stancarsi mai. Non stancarsi mai di lottare per i diritti, non stancarsi mai di sognare un futuro migliore per sé stessi e per i propri figli, di non stancarsi mai di pensare che lavorando insieme si possa costruire un cambiamento vero, di rinascita e di rilancio del nostro territorio.

Siamo consapevoli che il percorso da affrontare è un percorso in salita, ma chi più di noi che abitiamo in questi territori montani può conoscere il valore di questa salita e del superamento degli ostacoli? In fondo, se non scali la montagna, non potrai mai godere del paesaggio. E per godere del paesaggio non devi arrenderti, mai!"

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