AGNONE. Dopo quindici anni di servizio provvisorio, con contratti rinnovati nell’arco degli ultimi tre lustri, quattro infermieri professionali del Caracciolo di Agnone dal 1 settembre scorso hanno avuto il “benservito” definitivo dalla Asrem. Una battaglia che già aveva visto l’alzata di scudi dei legali degli infermieri agnonesi quando hanno perso il treno della “stabilizzazione” e dovuto dire addio definitivamente ad una entrata nella pianta organica della struttura sanitaria. Gli infermieri sono pronti ad andare ad oltranza sotto il profilo legale, anche se la nuova graduatoria formata da oltre ottocento iscritti, ha supplito coloro che sono stati estromessi e che hanno lavorato per una vita nella sanità altomolisana.
“Mi viene da piangere – ci dice una delle infermiere - anche perché mio marito è in cassa integrazione ed ora non posso permettermi neanche di iscrivere mia figlia all’università mentre dovrò fare i salti mortali per giungere a fine mese con pochi euro”. “Inoltre – fa eco un collega - non ci pare giusto finire in mezzo ad una strada dopo quindici anni di lavoro”.
Un duro colpo dovuto soprattuto a quel piano di rientro sanitario che dà sforbiciate a dritta e manca in tutti i segmenti di una sanità, quale quella altomolisana, ingoiata oramai dal vortice dell’oblio.
“E sappiamo –ci dice una delle infermiere- che a fine settembre ci saranno altri 150 colleghi nelle altre strutture sanitarie molisane che dovrebbero subire la nostra stessa sorte”.
“Ma possibile – concludono le due parasanitarie- che nessuno prenda le nostre difese o faccia emergere un problema che da quanto sappiamo significa solamente dare ricambio fisico nel settore magari attingendo tramite una graduatoria che non tiene in considerazione professionalità ed esperienze acquisite e che scadrebbe nel 2014?”.
“E’ uno dei tanti effetti devastanti della cattiva gestione della sanità molisana – afferma in una nota Candido Paglione, segretario regionale di Sinistra Ecologia e Libertà – che oggi paghiamo tutti, in termini di riduzione o addirittura di tagli dei servizi e, come in questo caso specifico, addirittura di licenziamenti del personale. E’ grave – prosegue Paglione – la leggerezza nell’approccio al problema: si licenziano persone che hanno garantito professionalità da molti anni, mentre si continua a mantenere comportamenti non proprio in linea con la sobrietà che un piano di rientro dovrebbe consigliare. Mi riferisco al ricorso alle cosiddette “rottamazioni” dei dirigenti del servizio sanitario ed alle consulenze esterne che incidono pesantemente sul bilancio della sanità regionale. Purtroppo, dispiace dover prendere atto –conclude l’ex assessore regionale– dell’indifferenza generale nella quale avvengono fatti così gravi, quasi come se fosse calata una sorta di rassegnazione. Io credo, invece, che si debba trovare la forza e il coraggio per indignarsi di fronte a queste clamorose ingiustizie; per quel che mi riguarda SEL si farà portavoce di questo problema nelle sedi istituzionali”.