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Lavoro e disabilità. Facciolla: ora c'è la norma ma possiamo fare di più

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Le imprese innovative e start up sociali che assumeranno persone affette dalla sindrome dell’autismo riceveranno importanti incentivi e sgravi fiscali dallo Stato.

A stabilirlo è il Decreto Fiscale (146/2021) di dicembre 2021.

Se da un lato questa disposizione rappresenta un importante passo avanti per l’inclusione nel mondo del lavoro delle persone con disabilità, dall’altro il fatto che sia stata elaborata senza il confronto con gli ordini professionali e con le associazioni dei familiari, lascia spazio a qualche perplessità.

Nello specifico la norma spiega che le assunzioni dei lavoratori autistici dovranno essere nella misura di due terzi del personale e questo potrebbe già creare criticità date dal concentrare nello stesso contesto lavorativo persone con problematiche di natura relazionale.

La disposizione è indubbiamente apprezzabile perché si pone l’obiettivo di passare da logiche protezionistiche a strategie di promozione di persone e famiglie, ma credo che in quest’ottica si possa pensare ad altri contesti di intervento più adatti.

Ad esempio questi lavoratori potrebbero trovare valorizzazione di competenze all’interno delle imprese agro-alimentari e green, come già dimostrato nelle sperimentazioni promosse dall’Istituto Superiore di Sanità sui modelli innovativi di welfare per l’inclusione sociale e lavorativa di persone con autismo. 

Inoltre si potrebbero incentivare gli Enti pubblici per gli affidamenti di alcuni servizi (es. ambiente, tutela beni comuni o valorizzazione patrimonio culturale) a prevedere nei loro documenti di gara requisiti premiali dell'offerta per l’assunzione di persone con diagnosi dello spettro autistico. 

Non dobbiamo fare l’errore di credere che il tema dell’inclusione dei soggetti diversamente abili riguardi solo una minoranza di persone perché, come da tempo sostiene l’OCSE, quando si parla di disuguaglianze ed inclusione siamo tutti coinvolti: è stato infatti dimostrato come un aumento delle disuguaglianze riduce inevitabilmente la crescita economica. 

Cosa aspettiamo quindi a lavorare tutti nella stessa direzione? 

Quella del superamento delle disuguaglianze e del superamento dell’impasse economica e sociale nella quale ci ha gettati la pandemia.

Noi siamo pronti.

Vittorino Facciolla

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