ISERNIA - Quest’anno la tradizionale festa del lavoro del primo maggio è caduta nel bel mezzo della crisi economica considerata dagli esperti del settore tra le più drammatiche dal dopoguerra. "Più che celebrare il lavoro, quest’anno dovremmo commemorarne la scomparsa", commentano su Facebook, amareggiati, i componenti del gruppo 'Salviamo l'Ittierre'.
"Le conseguenze maggiori di questo disastro, - continuano i responsabili del gruppo - vengono scaricate sui lavoratori. Salari falcidiati, cassa integrazione, licenziamenti e disoccupazione. Tutti fenomeni in drammatica crescita". Una festa del lavoro, dunque, che in queste condizioni, soprattutto in Molise, acquista quasi i contorni di una farsa, di una presa in giro per i lavoratori. Ittierre, Manuli, Geomeccanica, Rer, Igea Medica, solo per restare nella provincia pentra, ma l'elenco potrebbe continuare, spaziando dalla costa, da Termoli, all'Alto Molise. Alla situazione già drammatica per migliaia di lavoratori, si aggiungeranno, presto, le coseguenze nefaste dei tagli alla sanità voluti dal Governatore Iorio e avallati dalla sub-commissario Mastrobuono. Non bisogna essere il ministro dell'economia per comprendere che la conseguenza dei tagli al Caracciolo di Agnone e al Ss Rosario di Venafro, oltre all'intuibile cancellazione di servizi importanti, vitali, per migliaia di utenti, sarà anche la scomparsa di decine e decine, forse centinaia di posti di lavoro. Ecco, è questo il 'regalo' che la classe politica molisana ha confezionato per il primo maggio. Intanto i partiti, alcuni di essi, come l'IdV, scendo in piazza per raccogliere firme contro la privatizzazione dell'acqua. Una battaglia giusta e condivisibile, ma i lavoratori si chiedono quando, questi stessi partiti, raccoglieranno firme per la cancellazione dei privilegi inaccettabili della 'casta'. Quando, i politici, per dare l'esempio e per cercare di arginare la crisi economica, metteranno mano alle proprie agiatezze? Quando saranno tagliate le indennità di carica del Governatore, degli assessori e consiglieri regionali, dei manager della sanità , dei presidenti delle Province, dei consulenti e dei sub-commissari? Quanti stipendi ai lavoratori si pagherebbero con l'indennità di carica di Iorio o di Passarelli o di Vitagliano? Ce lo dicano, lo spieghino, questi politici di razza, ai lavoratori, agli elettori, senza arrossire, se ci riescono, di vergogna. Sono queste le domande alle quali il tessuto sociale, i lavoratori, le famiglie vogliono avere risposte, certe ed immediate, dalla 'casta' che siede in Regione. "Che dal 1° maggio 2010 inizi una lotta nuova e decisiva per riaffermare un diritto pieno al lavoro - chiudono dal gruppo Salviamo l'Ittierre - e per ribadire, a gran voce, ancora una volta ai politici che la 'vostra' crisi la paghiamo noi".
Francesco Bottone