Il “coraggioso popolo ucraino, rappresentato dal suo presidente, dai leader eletti e dalla sua società civile” è il vincitore del Premio Sacharov 2022, il massimo riconoscimento assegnato dal Parlamento europeo per la libertà di pensiero. Lo annunciano da Strasburgo, in seguito alla decisione presa durante la Conferenza dei presidenti dell'Eurocamera. Gli altri due finalisti erano il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, e la Commissione per la verità in Colombia.
“Questo premio è dedicato agli ucraini che combattono sul campo. A coloro che sono stati costretti a fuggire. A coloro che hanno perso i propri cari e gli amici. A tutti coloro che resistono e lottano per le proprie convinzioni. So che il coraggioso popolo ucraino non si tirerà indietro, e nemmeno noi” ha commentato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, la quale ha rivolto le sue congratulazioni ai vincitori; a chi “sta difendendo ciò in cui crede, combattendo per i nostri valori, tutelando la democrazia, la libertà e lo Stato di diritto e rischiando la vita per noi” e precisando anche che “nessuno è più meritevole”.
Con l'assegnazione del premio Sacharov, “vengono evidenziati gli sforzi del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, insieme al ruolo di singoli individui, di rappresentanti della società civile e di istituzioni statali e pubbliche”, si legge in una nota del Parlamento europeo. “Tra le persone menzionate, oltre al presidente, anche la rappresentante dei servizi di emergenza dello Stato ucraino, Yulia Pajevska, fondatrice dell'unità medica di evacuazione Angeli di Taira; Oleksandra Matviychuk, avvocatessa per i diritti umani e presidente dell'organizzazione Centro per le libertà civili; il Movimento di resistenza civile Nastro giallo e Ivan Fedorov, sindaco della città ucraina di Melitopol, attualmente sotto occupazione russa”, si legge ancora nella nota. La consegna dell'onorificenza avverrà il prossimo 14 dicembre a Strasburgo.
Un premio a chi si batte per la libertà
Il premio Sacharov è stato fondato nel 1988 per onorare l'impegno dello scienziato e dissidente sovietico Andrej Dmitrievič Sacharov, uno dei simboli dell’oppressione del regime comunista; fisico impegnato nella messa a punto della bomba all’idrogeno e poi in prima linea nel campo della promozione dei diritti umani; una dedizione, la sua, che fu ripagata con l’assegnazione del premio Nobel per la pace nel 1975. Negli anni, importanti personalità mondiali sono state insignite di questo riconoscimento: da Nelson Mandela (il primo, nel 1988) a Malala Yousafzai (nel 2013); dall’associazione delle Madri di plaza de Mayo (nel 1992) al dissidente russo, e principale oppositore di Vladimir Putin, Aleksej Navalny, premiato lo scorso anno.