Sarà un 2023 grigio, ma con molte sfumature di nero all’orizzonte per circa 200 operatori della sanità pubblica cui non sarà prorogato il contratto a tempo determinato in scadenza il prossimo 31 dicembre. Non è stato infatti raggiunto l’accordo sul tentativo di conciliazione al termine del vertice in Prefettura a Campobasso tra i rappresentanti sindacali confederali (Fp Cgil, Cisl Fp Abruzzo e Molise, Uil, Fials, Nursind e Nursing Up) – che non hanno riconosciuto l’accordo sottoscritto dalla Ugl con cui si sanciva una proroga solo per 85 infermieri, individuati in base alla graduatoria della procedura selettiva con cui sono stati attivati –, e il commissario alla sanità Donato Toma, il sub commissario, Giacomo Papa, e il direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano.
“Nei prossimi giorni decideremo se attuare o no lo stato di agitazione – ha affermato il rappresentante della Uil, Emilio Corbo – sia pure con la probabile approvazione domani dell’emendamento (a firma Pd, ndr) alla legge di Bilancio con cui si sancisce che gli enti del Sistema sanitario nazionale potranno assumere a tempo indeterminato, entro il 31 dicembre 2024 anziché entro la fine del 2023, tutti i professionisti che abbiano maturato 18 mesi di servizio nella sanità pubblica entro il 31 dicembre 2023 (invece che entro fine 2022), di cui almeno 6 nella fase di emergenza nazionale. In questo caso, abbiamo strappato la promessa di rivederci ai primi di gennaio con la struttura commissariale e l’Asrem che – ha concluso Corbo – pur attingendo dalla graduatoria in atto, dovrà stabilire il nuovo fabbisogno di personale, Oss in particolare, da coprire e con quali numeri”.
Resta però l’annuncio degli stessi sindacati in una nota diffusa dopo la metà di dicembre, con cui sarà dichiarato lo stato di agitazione in caso di mancata proroga “senza interruzione, di tutti i contratti a tempo determinato in scadenza il 31.12.2022, ritenendo questa l’unica via percorribile per continuare a garantire i Lea, per poter assicurare cure di qualità e sicure, per evitare la chiusura o la sospensione di servizi, per garantire al personale a tempo indeterminato la fruizione di tutti gli istituti contrattuali”. Tuttavia, in attesa del nuovo eventuale vertice, le conseguenze del mancato accordo odierno potrebbero abbattersi già all’inizio del nuovo anno, con effetti diversi, sui Livelli Essenziali di Assistenza in diversi reparti dell’ospedale Cardarelli di Campobasso quali Terapia Intensiva, Cardiologia, Malattie Infettive, Pronto Soccorso e nelle strutture penitenziarie. (adimo)