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Nasce la residenza per anziani, creerà occupazione

Il progetto presentato dal gruppo Policella necessita di una variante urbanistica. Oggi l'approvazione in Consiglio comunale

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AGNONE.  Una residenza per anziani con 116 posti letto che a regime darà lavoro a 35 persone. Non una semplice casa di riposo ma una struttura avveniristica capace di soddisfare la crescente richiesta della popolazione anziana. Se in alto Molise gli investimenti pubblici sono pari allo zero ci pensano i privati. In questo caso si tratta di un investimento di circa quattro milioni di euro che il gruppo Policella (Società Eco Adriatico) farà nei prossimi dodici mesi, il tempo stimato per completare le opere su tre fabbricati già esistenti, per un totale di seimila metri quadrati di superfice. Il progetto, presentato due anni e mezzo fa al Comune di Agnone, necessita di una variante per il cambio di destinazione. Il tutto potrebbe materializzarsi questo pomeriggio quanto il tema approderà in consiglio comunale (settimo punto all’ordine del giorno).  L’area individuata è quella di via Pietro Nenni a due passi dal centro cittadino.
La struttura – si legge nel progetto – sarà suddivisa in quattro aree: residenza, valutazione delle terapie, socializzazione, di supporto.
Inoltre, il progetto prevede la realizzazione di una cappella, una palestra, un cinema, una sala relax e box per trattamenti fisioterapici.

“La proposta – spiegano i promotori del progetto - nasce dalla necessità di realizzare una struttura per anziani in grado di soddisfare la crescente richiesta di tali complessi che svolgono sia la funzione di ricovero per le persone anziane, ma anche quella di cura e assistenza sanitaria. Negli ultimi anni l’aumento della popolazione anziana, e con esso l’aumento delle persone anziane non autosufficienti, è stato gestito prevalentemente a livello familiare con il ricorso sempre crescente alle cosiddette “badanti”. Ultimamente – proseguono - cresce sempre di più la necessità della “esternalizzazione delle cure” causato essenzialmente da tre componenti: mutamento nella tipologia dei nuclei familiari (famiglie unipersonali, coppie di anziani senza figli, ecc); minor tempo e minori energie da poter dedicare ai familiari anziani, soprattutto da parte delle donne di solito delegate alle cure e assistenza domestica; necessità non soltanto di tecniche assistenziali ma spesso anche di tecniche e cure sanitarie spesso non garantite da una assistenza domiciliare. Da qui la necessità di sviluppare strutture che non siano né semplici “case di riposo” né dei “piccoli ospedali” ma piuttosto delle strutture che tengano conto del benessere dell’ospite in tutte le sue forme e dei suoi bisogni sanitari, sociali e relazionali.
Pertanto la scelta di inserire tale attività nel conteso urbano, piuttosto che isolarla, nasce dalla volontà di non allontanare gli anziani dalla loro cultura e quotidianità garantendo la possibilità agli ospiti di vedere facilmente lo svolgimento della vita cittadina esterna.
In questo senso – concludono - il principio di integrazione potrà essere rafforzato attraverso l’apertura di alcuni spazi e/o servizi all’esterno e sviluppato con forme di integrazione tali da rendere la struttura permeabile alla vita cittadina”.

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