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Udienza papale con le Confraternite delle diocesi d'Italia: Gabriele Amicarelli in rappresentanza delle Congregazioni del Molise

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Alle associazioni di fedeli italiani riunitesi in confederazione circa 25 anni fa, Francesco chiede di non ripiegarsi su se stesse ma di rinnovasi in comunione con la Chiesa, reinvestendo nel presente il patrimonio spirituale, economico, artistico e storico: le vostre antiche pratiche liturgiche e devozionali siano animate da una intensa vita spirituale e dall’impegno concreto della carità
Un “lievito” nel tessuto ecclesiale e sociale italiano da mantenere vivo, perché possa far fermentare la collettività: così Francesco definisce la Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia, ricevuta stamani in udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico. Una realtà nata nel Duemila, “nel contesto del grande Giubileo”, ricorda il Pontefice nel suo discorso, che da più di vent’anni accoglie, sostiene e coordina “la ricchissima e variegata presenza delle Confraternite” nella Chiesa italiana, e che proprio nel contesto di un nuovo Giubileo, quello del 2025, celebrerà 25 anni di vita. (Ascolta il servizio con la voce del Papa

Presenti stamattina all'udienza Papale i componenti del direttivo della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi di Italia   del Molise e dell'Abruzzo. Per il Molise  era presente il dott Gabriele Amicarelli priore della storica  Congregazione agnonese Dei Morti della Chiesa di Santa Croce, per l'Abruzzo i priori delle confraternite di Lanciano, Vasto e San Vito Chietino. 

Francesco con i membri della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d'Italia

Una realtà capillare, quella delle confraternite, nella Penisola: sono circa 3.200 quelle iscritte alla Confederazione, che in totale conta 2 milioni di membri, cui bisogna aggiungere familiari e amici che si uniscono alle diverse attività. Ma ci sono anche oltre tremila confraternite non iscritte. Il loro operato richiama “quanto dice il Concilio Vaticano II, a proposito della natura e della missione dei laici nella Chiesa”, afferma il Papa, ossia l’essere “chiamati da Dio a contribuire, quasi dall’interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo”. È quanto accade nella pietà popolare, “una potente forza di annuncio, che ha molto da dare agli uomini e alle donne del nostro tempo” aggiunge Francesco, richiamando l’Evangelii nuntiandi di Paolo VI, “che ha chiarito bene il posto della pietà popolare nella vita della Chiesa, e descrivendola come “una carta apostolica profetica, che aiuta, che va avanti”. Quindi il Pontefice incoraggia le confraternite “a coltivare con impegno creativo e dinamico” la vita associativa e la presenza caritativa”.

 

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