SCHIAVI DI ABRUZZO - I signori del vento mettono all’angolo Piluso. Il sindaco di Schiavi inchiodato alle proprie responsabilità dovrà decidere se permettere o meno la realizzazione di un altro impianto eolico.
Finalmente un po’ di trasparenza in merito al progetto di wind farm presentato dalla ditta piemontese Entec.
Dopo mesi di silenziosi imbarazzi e bocche cucite in Municipio, dopo le ripetute sollecitazioni a mezzo stampa, spunta sull’albo pretorio on line del Comune di Schiavi un documento che fa un po’ di ordine e di chiarezza. Dalla lettura dell’istanza si apprende che la ditta Entec ha presentato nell’agosto scorso un progetto per la realizzazione di un impianto eolico in una zona che sovrasta la provinciale Schiavi-Castelguidone, all’altezza dello svincolo per frazione San Martino.
Con ordinanza datata 15 novembre, come già annunciato su queste colonne nei giorni scorsi, il sindaco Piluso ha ordinato la sospensione dei lavori «in virtù della presunta esistenza di un vincolo idrogeologico e di usi civici sui terreni oggetto dell’intervento», quelli cioè sui quali dovrebbero essere installate quattro torri eoliche. Ecco finalmente svelato l’arcano, i motivi, cioè, della sospensione dei lavori ordinata dal sindaco. Nei giorni scorsi il consigliere di opposizione Giorgio Pinnella chiese, in sede di Consiglio, i motivi della sospensione, ma non ebbe risposta dal primo cittadino, né successivamente rivolgendosi presso l’ufficio tecnico del Municipio. Usi civici e vincolo idrogeologico, dunque, questi i fattori che hanno costretto il sindaco a fermare le ruspe. La domanda nasce spontanea: perché lo stesso sindaco non ha sollevato la questione prima che gli scavi iniziassero? La stessa Entec, infatti, dichiara che «sulla base delle indagini svolte, nonché dell’esame della documentazione edilizia e urbanistica esistente, l’area non risulta gravata da alcun vincolo». Un piccolo giallo, allora, nasce su questi vincoli: c’erano o non c’erano? Se c’erano, come pare che sia, Piluso e l’ufficio tecnico del Comune avrebbe dovuto saperlo sin dall’inizio dei lavori. Infatti, leggendo oltre il documento pubblicato sull’albo pretorio, si apprende che quei terreni sono gravati da usi civici in base ad una determina dirigenziale risalente addirittura all’anno 2007. Il giallo, forse, si risolve se si tiene conto che pochi giorni prima che Piluso firmasse l’ordinanza, sui cantieri ci fu un controllo da parte della Forestale. Guarda caso, per pura coincidenza forse, il sindaco a distanza di pochi giorni fermò le ruspe che prima invece aveva ignorato. Allo stato attuale, comunque, per la Entec, sussiste «l’imminente rischio di non poter concludere le opere» entro la fine di dicembre, termine ultimo per beneficiare degli incentivi per l’eolico. Insomma, l’affare, perché solo di questo si tratta, potrebbe sfumare e per questo la Entec chiede al sindaco di cambiare «la destinazione delle aree» e permettere così il completamento dei lavori. Inoltre la ditta, «visti gli ingenti danni economici che subirebbe a causa del protrarsi dei ritardi», chiede un nulla osta temporaneo «nelle more della definizione della procedura amministrativa», per consentire di riaprire i cantieri e chiudere così l’affare entro la fine di dicembre. Ecco, nero su bianco, la decisione spetta ora al sindaco Piluso, colui che anche in Consiglio comunale ha cercato di spacciarsi come vittima dei signori del vento, quasi ignaro del progetto presentato dalla Entec e impotente contro le ruspe che dopo invece ha fermato. Piluso può cambiare la destinazione d’uso dei terreni, permettendo alla ditta piemontese di realizzare la wind farm e intascare i soldi degli incentivi, oppure, interpretando il senso comune della popolazione di Schiavi e della frazione San Martino in particolare, dire finalmente basta ai signori del vento. Tra l’altro, pur non essendo tecnici, ci pare di capire che ammesso anche che il sindaco Piluso cambi in tempi record la destinazione d’uso di quelle aree o che conceda un nulla osta temporaneo come auspicato dalla Entec, verrebbe sanata solo la questione degli usi civici, ma non quella, ben più vincolante, del rischio idrogeologico. Cosa farà il primo cittadino? Si piegherà ai voleri dei signori del vento? Staremo a vedere.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com