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BARBARA MARCOVECCHIO, RAPPRESENTANTE DEGLI STUDENTI, RINGRAZIA L’ITIS

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AGNONE - Era il 1 ottobre quando degli sconcertati alunni e spaventati professori scoprivano che all’interno del loro istituto c’era stato un corto circuito nella notte.
Dopo lo spavento il dirigente scolastico dell’Isiss, Tonina Camperchioli, aveva subito provveduto ad organizzare uno spostamento d’emergenza per tutti gli studenti. Oggi dopo due mesi e qualche giorno in più gli studenti dello scientifico sono tornati a casa.
Noi abbiamo deciso di intervistare a tal proposito la rappresentante del corpo studentesco Barbara Marcovecchio per farci raccontare questi due mesi di convivenza.
Partiamo dagli inizi, Barbara. Sulle prime non era chiaro ciò che fosse realmente accaduto in quella notte. Voi, in quanto studenti, cosa sapete sull’accaduto?
“In realtà non sappiamo molto. O meglio, sappiamo quello che sanno tutti. Il corto circuito è stato palesemente di natura dolosa; si ha ragione di credere che sia andata così poiché all’interno della struttura sono state trovate cartacce incendiate in bagno, degli estintori scarichi e addirittura degli ombrelli carbonizzati. Non si sa come siano, o sia, entrato nell’edificio. Io, insieme ai rappresentanti delle due quinte, ho partecipato all’ispezione degli ingegneri Salzano e Di Pasquo che hanno scoperto che l’allarme non è scattato poiché era stato danneggiato anni fa e mai riparato.”
È noto a tutti che, scoperto l’accaduto, siete stati tutti tempestivamente trasferiti negli edifici dell’Itis e della scuola superiore. Sappiamo che non eravate partiti molto bene e ora, invece, sapete già di sentire la mancanza. Vero?
“Assolutamente si. È normale che uno studente che si vede cacciato dalla propria aula, relegato un laboratorio con sgabelli al posto di sedie, non veda di buon occhio la causa di questo spostamento. All’inizio, perciò, non scorreva buon sangue. Poi gradualmente abbiamo iniziato a legare. La magia, però, c’è stata con l’occupazione durante la quale ci siamo resi conto che non solo fosse facile convivere ma addirittura collaborare. I ragazzi dell’Itis si sono dimostrati disponibili, ci hanno aiutato a sistemare delle porte e dei banchi. Dopo l’occupazione la scuola è stata ispezionata e ci è stato detto che per la prima volta gli addetti hanno visto una scuola migliorata e non danneggiata dalla permanenza degli studenti. Non è solo questo, comunque. Si sono rivelati disponibili e ospitali.”
Ora, invece, è venuta l’ora di tornare alla base. Come vi sentite?
“La reazione di oggi è inaspettata, se si pensa agli esordi. Siamo dispiaciuti di dover lasciare i nostri compagni e loro sono dispiaciuti di dover lasciare noi. Ci siamo sentiti ben voluti. Per questo mi sento di ringraziare tutti gli studenti per la loro affettuosità, i professori e il personale Ata poiché ci hanno ospitato e sopportato. Un altro ringraziamento va alla preside per aver trasferito l’intero istituto compresi gli uffici di segreteria. Grazie a tutti per tutto, davvero!”

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