AGNONE. ‘Ndocciata, il rito del fuoco che parla una lingua antica, quella della tradizione prenatalizia agnonese, continua a stupire e ad incantare. Parola di turista pugliese, attratta dall’assistere all’evento per pura curiosità da passaparola piuttosto che per un battage mediatico pubblicitario, che invece, se fosse stato diversamente concertato al di là del territorio regionale o della diffusione tramite web, avrebbe sicuramente ottenuto un riscontro ancor più positivo in termini di presenze e partecipazione, non semplicemente occasionale. Si è stimata la presenza di migliaia di turisti, riversatisi tra le vie cittadine per tutto il giorno dell’Immacolata, temerari e ben disposti nel vivere il culto della manifestazione millenaria, tanto da non lasciarsi scoraggiare dalle previsioni meteo e dal vento che hanno insidiato la resistenza epidermica dei validi portatori di ‘ndocce, di donne e fanciulle che hanno aperto la sfilata in abiti d’epoca e con cesti ricolmi di tipiche bontà gastronomiche da offrire ai passanti. Presenze che purtroppo, non sono rimaste in toto più dello stretto necessario per assistere alla fiaccolata, approfittando delle strutture ricettive e ricreative del posto per più di 24 ore. Una sorta di turismo “mordi e fuggi” che, in tempo di crisi, pare essere la formula più in voga nel nostro Stivale, che ha il vantaggio dello smuovere le masse seppur per qualche ora, ma che ha anche lo svantaggio di non muoverle in maniera ordinata e puntuale, creando ingorghi e disagi, dovuti alla cultura moderna e frettolosa della gita fuori porta "last minute”. Un vero peccato, non solo perché in qualche modo si rischia di relegare a poche ore il reale apprezzamento al lavoro profuso da chi, per mesi interi, si dedica con passione e buona volontà alla realizzazione di uno degli eventi più significativi della nostra Italia ricca di storia e cultura, ma anche perché gli stessi turisti frettolosi non riescono appieno a godere, solo per mezza giornata, della portata evocativa di una fiaccolata suggestiva che si snoda lungo il corso cittadino, come una lingua di fuoco pronta a raccontare la magia di antiche tradizioni agnonesi a chi ha orecchie per intendere il suo valore intrinseco e cuore per continuare a coltivarne il culto, incentivando la promozione di una rete turistica territoriale che veda e vada oltre qualche ora di intrattenimento estemporaneo, che non giova a 360 gradi all’economia del posto e nemmeno all’arricchimento personale di un turista “per caso”.