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Agnone celebra il 25 Aprile. Saia cita Mattarella: "La Resistenza grande serbatoio di istanze morali e patrimonio di tutti"

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Il 25 aprile di ogni anno si celebra in Italia la Festa della Liberazione, un anniversario molto significativo nella storia italiana perché commemora la liberazione dell’Italia dal                   nazifascismo, con la fine dell’occupazione nazista e la caduta del fascismo.

È una festa nazionale, simbolo della Resistenza, della lotta partigiana condotta dall'8 settembre 1943 (il giorno in cui gli italiani seppero della firma dell'armistizio a Cassibile).

Anche ad Agnone come in tutta Italia questa significativa giornata è stata celebrata. La cerimonia si è svolta in Piazza Unità d'Italia,  alle ore 10, il sindaco Daniele Saia, il consiglio comunale, il sindaco delle ragazze e dei ragazzi, le autorità religiose, militari e civili, i ragazzi dell'istituto omnicomprensivo,  e  numerosi cittadini si sono ritrovati davanti al monumento dei caduti in guerra. E' stata depositata una corona di alloro al Milite Ignoto e a seguire i discorsi celebrativi del sindaco e minisindaco

.Nel suo discorso  il sindaco  cita Mattarella
"Il 25 aprile, patrimonio di tutti, rappresenta per gli italiani la festa civile della riconquista della libertà. E' un serbatoio di istanze morale. Fu la vittoria dell'umanità sulla barbarie. Il giorno di un nuovo inizio, pieno di entusiasmo, portato a compimento con la Costituzione repubblicana del 1948". e  continuava dicendo che  partendo da questi imprescindibili valori e dal prezioso lascito della Resistenza ,riferendosi al rilancio del territorio altomolisano affermava:  “permane la necessità di non arrendersi e rilanciare, con un programma con regole chiare e paritarie per chiunque si avvicini e voglia farne parte, un progetto aggregativo”

 Di seguito il discorso integrale del sindaco Daniele Saia

"Cari concittadini,

a nome dell'Amministrazione Comunale saluto le autorità Civili, Militari, Religiose, le Associazioni.

 

A voi tutti va il mio personale ringraziamento per la partecipazione alla celebrazione del 25 Aprile.

 

Il 25 Aprile è l’anniversario della liberazione, è la festa della resistenza, è la conclusione di una fase tragica della storia del nostro paese, è la premessa necessaria per la nascita dell’Italia Repubblicana e della sua Costituzione.

 

il 25 aprile è l’anniversario della Resistenza, una festività dedicata al valore dei partigiani di ogni fronte che, a partire dal 1943, contribuirono alla liberazione del paese.  

In Italia le formazioni partigiane si costituirono nel corso della Seconda Guerra Mondiale, dopo l’armistizio dell'8 settembre 1943, per iniziativa di antifascisti e di militari del dissolto regio esercito. 

Inizialmente composta da poche migliaia di uomini, la Resistenza assunse consistenza grazie alla vasta partecipazione di operai, contadini e dei giovani renitenti alla leva della Repubblica di Salò che portarono nell'esercito partigiano circa 300.000 persone

Le bande partigiane diedero vita alla resistenza armata contro l’occupazione nazista e contro il collaborazionismo fascista ed è per questo che fu nel contempo una guerra di liberazione contro lo straniero e una guerra civile.

 

Le rappresaglie tedesche furono feroci: lo testimoniano i 335 civili massacrati a Roma nelle Fosse Ardeatine e la strage di Marzabotto, nei pressi di Bologna, dove si contarono 1830 vittime.

 

A distanza di 78 anni dalla Liberazione della nostra Nazione, sentiamo sempre forte la necessità e la volontà di celebrare insieme questa ricorrenza: in questa giornata così importante, in ogni paese della nostra ITALIA ci ritroviamo uniti dal medesimo spirito di riconoscenza per quanti, sacrificando la loro stessa esistenza, scelsero di stare dalla parte della Libertà e della Giustizia, dando vita ai fondamenti di uno stato moderno e democratico.

 

Per questo non dobbiamo dimenticare ciò che è accaduto in quegli anni, trasmettendolo alle nuove generazioni e dobbiamo vigilare affinchè non si ripetano mai più gli orrori dei totalitarismi e della soppressione della libertà. 

 

Oggi siamo qui sotto il Tricolore per rivivere il momento fondativo della nostra Repubblica Italiana. 

 

Mi piace ricordare le parole del Presidente Einaudi, nel giorno del suo insediamento nel 1948, davanti al Parlamento italiano, con cui definì due dei principi cardine della Costituzione della Repubblica Italiana, cioè la libertà e l’uguaglianza:

«Essa afferma due principi solenni: conservare della struttura sociale presente tutto ciò e soltanto ciò che è garanzia della libertà della persona umana contro l’onnipotenza dello Stato e la prepotenza privata; 

e garantire a tutti, qualunque siano i casi fortuiti della nascita, la maggiore uguaglianza possibile nei punti di partenza»

 

E’ importante quindi non dare mai per scontati i diritti di cui godiamo oggi, così faticosamente conquistati e difesi anche con il sangue. 

Li dobbiamo vivere, difendere ed esercitare insieme ai doveri che non devono rimanere solo sulla carta ma devono essere vissuti e interpretati da ogni singolo cittadino ogni giorno. 

Questo è il nostro omaggio più vero e concreto a tutti coloro che ricordiamo qui oggi e che si sono battuti per la Libertà.

 

E la Libertà non può che accompagnarsi al pieno riconoscimento dei diritti umani. 

 

 

Non possiamo dimenticare infatti che tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, all’articolo2, vi sono proprio i diritti umani. 

 

E i diritti umani e la loro negazione, purtroppo, ci riportano anche all’attualità più stretta, all’immane tragedia umana che sta insanguinando il fronte orientale dell’Europa, la contesa tra Russia e Ucraina: nel 2023 registriamo purtroppo ancora mire espansionistiche, regimi dispotici che sopprimono diritti e libertà che si davano universalmente accettati, torture e rastrellamenti di civili.  Lo stesso purtroppo accade in altre parti del mondo dove si combattono altre guerre sanguinose.

Tutto ciò, proprio in memoria dei valori che celebriamo oggi, è intollerabile e dimostra quanto ancora c’è da fare per diffondere e praticare gli ideali della Liberazione in tutto il mondo.

 

L’insegnamento che infatti dobbiamo cogliere da quegli uomini e donne che hanno lottato per gli ideali di Libertà e Democrazia è quello di vivere la nostra comunità come soggetti attivi, contribuendo in tal modo alla crescita morale ed economica della stessa, soprattutto in un momento particolare come quello che stiamo tuttora attraversando, dove le difficoltà delle persone siano da stimolo al sentimento di umanità. 

 

Tornare ad umanizzare la nostra società, vuol dire strapparla dall’egoismo e soprattutto dall’indifferenza.

 

Riprendiamoci questa responsabilità.

 

Chi, quel 25 Aprile è sceso dalle montagne con il tricolore in mano,  ci ha spiegato la forza della partecipazione, ci ha dimostrato la semplicità dell’altruismo.

 

Non smettiamo, dunque, di vivere la comunità di cui siamo parte.

 

Anche quando il periodo è difficile, o quando la crisi di valori si abbatte su di noi, come ci ricorda Antonio Gramsci, nella sua raccolta  “I quaderni del carcere” parole sempre valide oggi, domani e sempre

“Mi sono convinto” – scriveva- “che quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio”

 

Anche noi, abitanti di questi incantevoli territori di montagna che da tempo affrontiamo tenacemente la lotta allo spopolamento e all’abbandono del territorio dobbiamo dare prova di “resistenza”, coraggio  e volontà per la ripartenza della nostra comunità e auspicare una rinascita, civile, economico e sociale di tutto il Paese. 

 

Chiudo con una citazione del Presidente della Repubblica Mattarella:

“Ricordare è dimensione di impegno.

È dimostrazione che, contro gli araldi dell’oblio,

la memoria vince”

 

Buon 25 Aprile a tutti

 

Viva l’Italia!

 

Viva la Repubblica!"

 
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