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Festa della repubblica a Agnone: Saia depone di una corona d’alloro al monumento dei caduti. Discorso

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Una cermonia sobria ad Agnone in piazza Unità D'Italia per celebrare la festa della Repubblica.

Presenti autorità militari , civili e religiose, e i componenti del consiglio comunale.  Dopo la deposizione della corona di alloro al monumento dei caduti, sentita cerimonia accompagnata dalle note del “Piave mormorava”, il  sindaco delle ragazze e dei ragazzi e il sindaco di Agnone Daniele Saia hanno pronunciato i loro discorsi.

Ecco il discorso del sindaco:

"2 Giugno 2023

Buongiorno care concittadine, cari concittadini, autorità militari, civili e religiose, rappresentanti delle associazioni.

Il 2 giugno si festeggia l’anniversario della nostra Repubblica!

Il 2 giugno 1946 si svolse il Referendum istituzionale che chiamò il popolo italiano alle urne per decidere il futuro del Paese dopo una dittatura ventennale fascista. 

I cittadini e le cittadine per la prima volta con una votazione a suffragio universale, chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica, scelsero la Repubblica, la “nostra conquista” come amava definirla Sandro Pertini e la nostra vittoria più grande!

La Festa della Repubblica è un giorno importante in cui tutti gli italiani esprimono un sentimento di appartenenza all’Italia, orgogliosi della sua storia e di quanto è stato costruito negli anni, una storia fondata sulla valenza inconfutabile della nostra Carta Costituzionale. 

E’ una ricorrenza che porta con sé un immenso significato simbolico, al quale ognuno di noi deve dare concreta attuazione, riconoscendosi in quei valori scritti nella Carta Costituzionale di libertà, eguaglianza e solidarietà. 

A distanza di 75 anni dall'entrata in vigore della Costituzione, riferimento sicuro e incontrovertibile del nostro Paese, ribadiamo l’importanza  della stessa, che contiene le fondamenta del nostro progresso civile e sociale e garantisce la libertà, definendo diritti e doveri della nostra Nazione.

Come ricordato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “Le forme che regolano la nostra convivenza  sono la declinazione di principi che ritroviamo nella prima parte della Costituzione. La centralità della persona, il riconoscimento della sua integrità e inviolabilità, il primato dell'uguaglianza tra gli esseri umani, la dignità, la libertà, la solidarietà, i diritti e i doveri caratterizzano la struttura democratica del nuovo Stato nato dalla Liberazione. Sono valori che appartengono a tutti i cittadini. Sono nostri e vivono nella società, nel passaggio tra generazioni, nella partecipazione attiva alla vita civile".

Il momento storico che stiamo vivendo richiede una lettura ancor più incisiva e continua della Carta Costituzionale, proprio per rafforzare e divulgare quei principi di solidarietà e sussidiarietà che oggi più che mai rischiano di essere messi in discussione da provvedimenti legislativi che vogliono “differenziare le prospettive economiche e sociali della nostra Nazione”.

“La Repubblica è una e indivisibile” non solo a livello normativo ma anche nello spirito che deve accumunare tutti i cittadini, nei valori e nei principi condivisi, nei vincoli di solidarietà e nel rispetto dei doveri fondamentali previsti dalla Costituzione.

Dunque l’esplicita affermazione dell’unità e indivisibilità della Repubblica significa il rifiuto di ogni separazione territoriale e di ogni indipendentismo regionale.

Oggi più che mai, alla luce della sofferenza e solitudine generate dalla pandemia, dall’instabilità economica derivante dalla guerra in atto, che ci ha reso fortemente vulnerabili ed emotivamente provati, è necessario che questo spirito unitario sia recuperato e posto alla base della convivenza civile, in un processo che deve prevedere sempre di più l’inclusione, l’equità e la pari opportunità per tutti i cittadini. 

Anche le nostre aree montane che stanno diventando sempre più marginali, con il depauperamento dei servizi come l’istruzione, i trasporti, la viabilità e la sanità necessitano di essere difese e di recuperare la giusta centralità grazie a politiche di sviluppo e di valorizzazione delle stesse, in grado di invertire la tendenza allo spopolamento. 

Certo è che il futuro delle aree interne passa più che mai per i giovani i quali devono essere sostenuti in politiche di riattivazione e rigenerazione delle risorse locali naturali e culturali, del turismo responsabile, della nuova agricoltura e dell’innovazione sociale. 

Il PNRR si inserisce perfettamente in questo nuovo processo di valorizzazione del territorio e rappresenta un’occasione unica di grandi investimenti nella digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una nuova mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, coesione e inclusione e salute.

Può permettere quel salto tanto ambito di qualità e di progettualità che può a sua volta tramutarsi in atti di valenza collettiva in grado di fronteggiare il calo demografico, l’invecchiamento e lo spopolamento. 

Allora impegniamoci tutti, in modo particolare voi giovani, in queste nuove sfide, a cominciare da quella della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente e delle persone. Trasformiamo i problemi che “incupiscono e scoraggiano” in sfide, “capaci di trasformare un nodo duro in un’opportunità feconda”.

La storia la scriviamo noi cittadini con le nostre azioni quotidiane, il futuro dell’Italia Repubblicana è nelle nostre mani se sapremo progettare insieme nuovi capitoli della storia Repubblicana che siano pieni di risvolti utili e vantaggiosi per tutti.

"E i giovani – come dice anche il nostro Presidente - devono partecipare alle trasformazioni in atto nel Paese e non subirne gli effetti. Lavorare in un Paese diverso dal proprio deve essere una scelta e un'occasione per accrescere la propria formazione. Non può essere una fuga necessaria. I giovani chiedono di essere ascoltati. Sono l'energia vitale che va velocemente reintrodotta nel motore dell'Italia"

Ma in questo clima di disimpegno politico e di sentimento di sfiducia giovanile, è compito delle istituzioni politiche, scolastiche, sociali coinvolgere maggiormente i giovani e far sì che si sentano attori proattivi della società, uscendo da quell’immobilismo che spesso ci attanaglia e attivando un confronto intergenerazionale alla base di un sviluppo fattivo del nostro Paese.

L’impegno per il bene comune deve rappresentare lo scopo di una politica ben fatta, la sua dimensione qualificante e favorire la ricerca di quelle condizioni della vita sociale che permettono alla collettività di raggiungere più facilmente e pienamente quel desiderato benessere sociale collettivo.

Il valore del res pubblica, il “bene comune” come già affermava Cicerone nella civiltà romana, è incompatibile con qualsiasi forma di governo che faccia prevalere l’interesse privato su quello pubblico, lo spirito di fazione su quello di concordia e in tal senso dipende da ciascuno di noi e dalla volontà di superare la visione individualista, a favore dell’altruismo e della tutela dell’unità e dignità di tutte le persone. 

Buona Festa della Repubblica a tutti!

Viva il Popolo Italiano, viva la Repubblica! "

 

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