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Suicida in carcere a Milano uno dei killer di Lea Garofalo

Di Giacomo (S.PP.) - Il suicidio di Curcio in carcere a Milano riapre una ferita nella comunità di Campobasso e più in generale di quella molisana non ancora rimarginata nel ricordo di Lea Garofalo

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 Il suicidio nel carcere di Milano di Rosario Curcio riapre una ferita nella comunità di Campobasso e più in generale di quella molisana non ancora rimarginata nel ricordo di Lea Garofalo che da testimone di giustizia, trasferita a Campobasso con la figlia, ha pagato con la vita il suo alto comportamento di coraggio. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria che aggiunge: Garofalo è un simbolo per tante donne del Sud che per scelte sentimentali vivono con mariti e compagni appartenenti a clan e gruppi della criminalità organizzata senza condividerne la scelta, anzi costrette a subirla, spesso per il bene dei figli

 La comunità di Campobasso continua ad interrogarsi cosa si sarebbe potuto fare e purtroppo non è stato fatto per tutelare la “donna coraggio” vittima del rapimento e poi di una morte atroce. Resta vivo l’esempio – continua Di Giacomo – della collaborazione con la giustizia e del contributo dato per stroncare traffici criminali rompendo, attraverso una decisione tutt’altro che semplice, il muro di omertà e connivenza. La protezione delle collaboratrici e dei collaboratori di giustizia – conclude – è sempre un tema attuale che richiede una guardia sempre alta. Per questa ragione, chiediamo ad esponenti della società civile, della cultura, della politica di avere la massima attenzione sui problemi della giustizia fuori e dentro il carcere”.

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