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L'editoriale/ Personalismi, ripicche, mancanza di concertazione e stupide pretese porteranno l'Alto Molise a non eleggere nessun consigliere regionale

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Ora che tutto è compiuto possiamo dirlo con estrema certezza: Agnone e il Molise altissimo non avranno alcun rappresentante in sede di Consiglio regionale. Vorremmo sbagliarci ma purtroppo (come spesso ci capita di fare) sappiano che sarà così. Siamo consapevoli che ad un mese di distanza dal voto la nostra profezia si tramuterà in amara realtà il 24 e 25 febbraio. Basta spulciare le liste presentate questa mattina per rendersi conto che i candidati di un’area sempre più dimenticata da Dio e dagli uomini, non hanno la forza per essere eletti. Per lo più si tratta di candidature di bandiera, che nella scaltra strategia dei partiti, non intende lasciare scoperto un territorio da mungere in campagna elettorale. Semplice pedine messe lì per  raccogliere una manciata di voti. Preferenze che si spariglieranno ancora una volta senza raggiungere il fine ultimo: ovvero quello di eleggere almeno un rappresentante. Il taglio dei consiglieri regionali da 30 a 20, se ce ne fosse bisogno,  avvalora ulteriormente la nostra tesi. Perché se all’ultimo consigliere regionale eletto dal territorio, Franco Giorgio Marinelli, sono serviti qualcosa come 2500 voti, oggi riesce assai improbabile pensare che qualcuno possa fare meglio, privo di un forte apparato alle spalle. Non regge neppure la favoletta dei piccoli partiti, quella tanto per intenderci, dove per essere eletti bastano poche preferenze. In provincia di Isernia saranno tre al massimo quattro i consiglieri regionali. E i pronostici parlano chiaramente: per l’Alto Molise non c’è spazio, non c’è speranza. L’ultima (a patto di una vittoria del centrosinistra) era raffigurata dall’inserimento nel listino di  Candido Paglione, nativo di Capracotta. Naufragata anche quella. Infatti il segretario regionale di Sel non compare nel novero dei nomi prescelti da Frattura. Insomma, questo il tetro quadro che si presenta agli occhi dell’elettorato altomolisano sempre più afflitto da guerre intestine dall’una e dall’altra parte. E non solo. Perché a prevalere ancora una volta sono stati personalismi, ripicche, stupide pretese e mancanza di concertazione. La risultante è sotto gli occhi di tutti: manca un personaggio di spessore capace di farsi garante delle istanze territoriali nella stanze del potere.


Così viene spontaneo pensare che chi ha deciso di scendere in campo sia stato illuso con le immancabili nonché miserabili  promesse di un piatto di lenticchie (ogni riferimento è puramente casuale) che all’indomani del voto non  sarà neppure somministrato. Così si continua a scherzare sulla pelle dei cittadini-montanari (sarebbe il caso di chiamarli pecoroni) quotidianamente tartassati da balzelli, aliquote portate alle stelle e tagli a servizi essenziali. E chissenefrega se il costo della vita su queste montagne sperdute è il doppio rispetto a chi risiede sulla costa e nei capoluoghi dove esiste ogni tipo di servizio. Sotto elezioni l’Alto Molise è il posto ideale per saccheggiare preferenze! Non ricordatecelo, lo sappiamo a memoria. Già immaginiamo le parole dei papabili aspiranti ad una remunerata poltrona durante i comizi: “Salveremo l’ospedale, realizzeremo il primo aeroporto in quota a Staffoli, incentiveremo il turismo e faremo passare l’autostrada del Molise nei pressi di Belmonte del Sannio”.
Continuano a trattarci al pari di bestie da mungere o da soma, esseri insignificanti con l’anello al naso e invece di reagire siamo capaci di stare al loro meschino gioco regalandogli voti senza nulla a pretendere. E pensare che un tempo non troppo lontano due agnonesi doc quali l’onorevole Bruno Vecchiarelli e il senatore Remo Sammartino hanno fatto scuola nel campo politico in regione. Agnone e il suo hinterland rappresentavano un modello che tutti i centri del Molise invidiavano e volevano imitare. Sembra passato un secolo. Di quell’epoca è rimasto ben poco. Visti i risultati e le candidature diciamo niente.
Perché l’alto Molise non eleggerà nessun candidato regionale. Figuriamoci a Roma dove per il Senato c'è il consigliere regionale uscente, Franco Giorgio Marinelli (Udc) chiuso da Pd e Pdl a cui molto probabilmente spetteranno i due seggi (leggi sondaggio Piepoli apparso venerdì su La Stampa). 
In definitiva siamo alle solite.
Adesso provate a smentirci. Magari con i fatti. Sempre a patto che ne siate capaci. Amen

 

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