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Nuove forme musicali, la fonderia delle campane 'Marinelli' fa scuola

Il compositore Riccardo Ceres sta per svolgere un seminario nell'antico laboratorio agnonese

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AGNONE. Riccardo Ceres è un giovane compositore di Caserta, conosciuto soprattutto perché ha scritto la bella e frizzante colonna sonora del film “Mozzarella Stories” (2011) che tanto successo ha avuto nella stessa Agnone e in tantissime sale cinematografiche italiane ed estere. Ma “Riccardo cuor di leone” (come viene simpaticamente chiamato dagli amici) è molto di più. E’, in particolare, un cantautore impegnato non soltanto in testi letterari generazionali, etici e valoriali ma anche nel comporre una musica “intelligente” come stile e come formulazione estetica ed architettonica, specialmente come presa d’animo. Da anni sta conquistandosi un proprio personale percorso musicale, riuscendo però a conciliare generi ed autori celebri preferiti come Fred Buscaglione, Paolo Conte, Tom Waits, Renato Carosone, Vinicio Capossela e Screamin’ Jay Hawkins. E’ un giovane fascinoso di 34 anni Riccardo Ceres, il classico “bel tenebroso” che, pure con la voce grave e profonda, riesce a dare suggestioni e atmosfere tali da attrarre chiunque a sé e alla sua musica.

Ma Riccardo Ceres è anche un ottimo innovatore, pur poggiandosi bene sulle basi culturali e musicali essenziali della tradizione della sua “regione napoletana”. Così ha deciso di voler studiare e sperimentare il suono delle campane, per un maggiore e migliore approfondimento musicale ma anche per poter inserire nelle sue composizioni proprio le campane (simbolo cospicuo e presenza quotidiana proveniente dalla nostra più antica e sacra tradizione popolare, religiosa e civile). Dopo aver letto il recente manuale tecnico-pratico del maestro Antonio Delli Quadri “Arte campanaria”, ha chiesto ai titolari della Pontificia Fonderia di Campane di Agnone la possibilità di effettuare anche con le maestranze un seminario di studi sul suono delle campane in tutte le sue sfumature e dimensioni. I fratelli Armando e Pasquale Marinelli hanno assecondato la richiesta e si sono messi a disposizione del compositore e cantautore casertano, il quale sarà in Agnone a primavera inoltrata, tra uno spettacolo e l’altro del suo “Tour nazionale 2013” intitolato “Se non si parte non si riparte” che sta già ottenendo parecchi consensi e numerose date da nord a sud, da est ad ovest. Chissà che, dopo l’esperienza di Riccardo Ceres, in fonderia non si possa aprire una vera e propria “scuola campanaria” destinata a veri artisti ma anche a musicologi, critici musicali e semplici amatori!

Riccardo Ceres è nato in un ambiente familiare ricolmo di affetto e di musica: il nonno materno Giovanni Ziccardi suonava la chitarra classica e cantava con una voce poderosa alla Sergio Bruni, mentre lo zio materno Pasquale, cantautore, fa parte da oltre venti anni della celebre e celebrata “Nuova Compagnia di Canto Popolare” di Napoli con al suo attivo numerose canzoni, di cui una portata al successo addirittura da Mina. Pure per questo è stato immediato e vocazionale sentirsi ed essere compositore e cantautore, esordendo giovanissimo nel 2000 con la raccolta “Riccardo Ceres”, seguita un anno dopo con “Puro stile italiano”, nel 2009 con “James Kunisada Carpante” (edito e distribuito da PDB-Audioglobe), nel 2011 con “Mozzarella Stories” (Universal Music), nel 2012 con “E il mondo non c’è più” (FullHead-Audioglobe). Numerosi sono i critici musicali che hanno scritto sulla sua opera e sulla sua promettente personalità artistica. Chi vuole saperne di più può visitare il suo sito www.riccardoceres.it o seguirlo su “YouTube”, “facebook” e altri network sociali. Speriamo, poi, di poter assistere ad un concerto in Agnone, magari al più adatto e raccolto Teatro Italo-Argentino, quando l’artista-sperimentatore ci potrà riferire dell’esperienza umana e musicale trascorsa alla Pontificia fonderia di campane Marinelli di Agnone. Sarà certamente un’occasione unica per certificare insieme la nascita di un nuovo “sound” nel cantautorato, così come è stato per altri artisti che hanno usato il suono della zampogna, altro tipicissimo strumento della tradizione popolare, religiosa e civile, che, forse non a caso, ha la sua capitale proprio in un altro paese del Molise, Scapoli!

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