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Caso scuolabus: Piluso si assolve, nessuno gli ha mai chiesto di rispettare la legge

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SCHIAVI DI ABRUZZO - La sicurezza sulle strade, soprattutto se il discorso riguarda i bambini, non è un concetto opinabile e relativo. O c’è o non c’è. Ci sono dei parametri oggettivi e non soggettivi in base ai quali si stabilisce se un viaggio su un mezzo pubblico è sicuro o se invece è a rischio.
Almeno così era fino a qualche giorno fa, prima cioè che tale Luciano Piluso, il sindaco di Schiavi, introducesse il concetto della relatività applicato alla sicurezza.
I fatti: i bambini di Schiavi di Abruzzo, dall’asilo alle medie, vanno a scuola a Castiglione Messer Marino con lo scuolabus e su quel mezzo comunale non c’è, come è ormai noto a tutta l’Italia, un accompagnatore. I piccoli alunni fanno sedici chilometri al giorno, tra andata e ritorno, sullo scuolabus, senza nessun adulto che li guardi e li tenga buoni, cioè vigili sulla loro sicurezza.
Ignorando la realtà dei fatti, come spesso è sua abitudine, il sindaco Piluso ha dichiarato candidamente ad una giornalista de Il Centro che il servizio di trasporto degli alunni è svolto in piena sicurezza. Un’affermazione fantasiosa, anzi una fandonia bella e buona. Dichiara il primo cittadino al giornale abruzzese:  «Nessun genitore prima d’ora si era lamentato per la mancata assistenza durante il viaggio. I piccoli vengono presi sull’uscio di casa. Sistemati e assicurati ai sedili del pulmino. L’autista è per tutti loro uno zio affettuoso». Il fatto che nessun genitore si sia mai lamentato, ammesso che sia vero, e che l’autista sia per i bambini uno «zio affettuoso» è del tutto irrilevante relativamente al concetto della sicurezza a bordo. L’autista, come è noto, guida e non può contemporaneamente vigilare affinché i bambini non si facciano male, non si alzino dai posti, non si sporgano dai finestrini come già accaduto. Passiamo all’altra frase poco corrispondente al vero: «I piccoli vengono presi sull’uscio di casa. Sistemati e assicurati ai sedili del pulmino». «Assicurati» ai sedili del pulmino, dice il sindaco. Assicurare significa, vocabolario alla mano, ancorare, fissare saldamente. Domanda al sindaco: come è possibile “assicurare” i bambini ai sedili se lo scuolabus è sprovvisto di cinture di sicurezza? La foto pubblicata accanto, dell’interno del mezzo, è abbastanza eloquente e al riparo da qualsiasi tentativo mistificatorio da parte dello stesso sindaco Piluso. La normativa in materia, il D.M. 31 gennaio 1997 “Nuove disposizioni in materia di trasporto scolastico”, prevede testualmente: «i veicoli impiegati per il trasporto scolastico possono essere utilizzati oltre che dagli alunni della scuola dell’obbligo anche dai bambini della scuola materna. Tuttavia, essendo in quest’ultimo caso previsto l’obbligo della presenza di almeno un accompagnatore, lo stesso deve trovare posto, quando trattasi di scuolabus e miniscuolabus, su di un sedile che ammetta la presenza di una persona che abbia la conformazione fisica di un adulto». Quindi, per gli alunni delle elementari e medie l’accompagnatore è fortemente raccomandato, mentre se a bordo ci sono anche i bimbi dell’asilo la presenza di un adulto, oltre all’utista, diviene obbligatoria.
Alla luce di quanto disposto dal decreto del 1997 non si capisce il senso delle dichiarazioni del sindaco Piluso rese alla web tv del giornale on line www.isernianews.it. Intervistato dal giornalista Fabrizio Fusco il primo cittadino ha dichiarato: «Ufficialmente non c’è mai stata richiesta questo tipo di assistenza».
Tralasciando l’uso dell’italiano, quello che dice il sindaco non ha alcun senso. La presenza dell’accompagnatore è un obbligo derivante da una legge dello Stato, ergo non c’è bisogno di alcuna richiesta da parte di uno, due, cento o mille genitori. «La richiesta del papà sarà comunque tenuta in considerazione», aggiunge il sindaco parlando con la giornalista de Il Centro. Bontà sua, prenderà in considerazione l’ipotesi di far viaggiare in sicurezza gli alunni istituendo, finalmente, la figura obbligatoria dell’accompagnatore. Continua Piluso: «Dubito che la vendita di un voto, che comunque stigmatizzo, possa bastare ad assumere un accompagnatore. Per quanto mi riguarda girerò la richiesta alle autorità preposte. Visti i tempi di crisi difficilmente sarà possibile reperire le risorse necessarie, comunque ci proviamo».
Solito alibi, salvo poi spendere cifre a quattro zeri per le sagre e i concerti estivi. Ma invece  impiegare in quel servizio un dipendente comunale? E’ così difficile?
 

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