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Ecco alcune "buone" ragioni per cui dovremmo votarli

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Sono legato ad Agnone perché anni fa ho avuto una bellissima storia d’amore con una ragazza del posto che mi dicono ha dovuto abbandonare la sua terra per motivi di lavoro. Sono legato ad Agnone perché la prima cosa che faccio quando vengo è quella di andare ad acquistare i prelibati prodotti gastronomici del posto. Sono legato ad Agnone perché vengo a dormire e prendere il caffè in strutture architettonicamente stupende che non hanno eguali. 
Sono le  dichiarazioni folkloristiche (fortunatamente ci hanno risparmiato i particolari) udite in questi giorni durante i comizi elettorali da quei politici, o presunti tali (tra cui uno inserito nel listino), che rischiano l’elezione e che sulla carta dovrebbero tutelare gli interessi di un territorio sempre più alla deriva. Una deriva dettata proprio per via di una gestione della cosa pubblica dissennata che continua ad affossare e uccidere le aree interne in favore di città numericamente più popolate. Non una parola su progetti e programmi seri in fatto di sanità pubblica, non una parola sull’occupazione e sulla chiusura di un’azienda storica come la Stilcoop Moda (chissà se sanno cosa era), non una parola sulla realizzazione del III lotto della Fondovalle Verrino, non una parola sul disagio sociale vissuto da anziani e giovani del posto. Ed ancora: non una parola sulla miriade fuga di cervelli altomolisani, non una parola sulla gravissima crisi economica che attanaglia gli operatori turistici di Capracotta alle prese con la mancata apertura delle piste di Monte Capraro, non una parola sull’attuazione della legge sulla montagna, non una parola sulla fiscalità di vantaggio. E potremo continuare all’infinito. Niente di niente. Lo zero assoluto. Solo discorsi in perfetto politichese da destra a sinistra passando per il centro. Parole prive di contenuti buttate lì per tentare di accattonare qualche misera preferenza. Alla fine tutto fa brodo. Così vista la mancanza di idee, vista una programmazione latitante, vista l’incapacità in fatto di reperire finanziamenti, si preferisce parlare di femmine, caciocavalli e caffè. Appaiono queste le uniche ragioni per cui il popolo altomolisano dovrebbe votare questi soggetti capaci di farsi notare con le loro allucinanti sortite solo ed esclusivamente sotto tornata elettorale. E poi chi si è visto si è visto. Il miserabile teatrino tornerà in quella definita l’Atene del Sannio (il filologo Francesco D’Ovidio si starà rivoltando nella tomba) tra cinque anni o giù di lì. Insomma, quanto emerso in queste settimane appare una squallida gara a chi la spara più grossa per dire: “Ragazzi diffidate dagli altri sono solo io che amo l’Alto Molise e Agnone, votate me”. Il perché ve lo abbiamo riportato testualmente. A questo punto e in virtù di quanto udito ci saremmo attesi una reazione, una levata di scudi per dire a lorsignori che non abbiamo l’anello al naso. Abbiamo sognato per un istante che qualcuno si alzasse in piedi e dicesse: “Signori aspiranti alle laute poltrone non prendete per il culo nessuno, simili discorsi li fate a casa vostra non qui. Tornate quando, nero su bianco, sarete in grado di portare progetti concreti e fattibili per lo sviluppo e la salvaguardia di servizi essenziali di un’area che sta morendo. Fino a quel momento il nostro voto ve lo scordate”.
E invece con sommo rammarico ad ogni fine convention abbiamo riscontrato baci e abbracci, strette di mani, sorrisini, pacche sulle spalle e luculliane cene, magari anche pagate da amministratori o sponsor locali che chissà a quali interessi personali aspirano. Alla faccia della collettività.
Ma non c'è da rammaricarsi: è la politica molisana, bellezza! 

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