Lo ha spiegato, con la consueta lucidità , quel fanfarone incallito di Oscar Giannino e sicuramente questa non è una bugia come quelle sparate sulle lauree e sul master e sulla partecipazione allo Zecchino d'oro. Un'analisi lucida che è impossibile non convidere. Per la prima volta nella storia di questa sgangherata repubblica entreranno in Parlamento, basta aspettare qualche giorno per averne conferma, diverse decine, forse anche un centinaio di parlamentari completamente estranei alle logiche dei partiti. I grillini, gente comune, che non ha mai fatto politica in precedenza, sicuramente poco esperta, ma determinata, piena di entusiasmo e anche di competenze, giovane soprattutto, non come gli ottantenni di cui oggi sono pieni i palazzi romani. L'attuale legge elettorale, che tutti dicono sia una porcata ma nessuno, né la destra, né la sinistra, né i sedicenti professori del governo tecnico, ha voluto modificare, permette alle segreterie dei partiti di scegliere i deputati e i senatori, alla faccia della sovranità che appartiene al popolo. Questo giochino, però, si è inceppato, grazie alle folle oceaniche portate in piazza, ovunque in Italia, addirittura anche nel Molise, da un ex comico che, come la maggioranza degli italiani, è schifato dell'attuale classe politica. Le piazze stracolme e i sondaggi lo dicono chiaramente: Grillo porterà in Parlamento tra i sessanta e i cento eletti. Ipotesi sottostimate a mio modesto avviso. Ciò significa che tra un quarto e un quinto del Parlamento sarà composto da persone totalmente estranee alle logiche di partito. Non scelti dalle segreterie dei partiti, nonostante il porcellum, ma scelti dalla piazza, da internet, dal movimento degli incazzati, dagli elettori. Una rivoluzione senza precedenti nella storia della repubblica. "Mandiamoli a casa", è lo slogan urlato nelle piazze e dalle piazze. Ed incarna il senso comune dell'italiano che magari ha anche studiato, lavora o cerca un lavoro, guadagna quattro soldi e stringe la cinghia, paga tasse assurde e si vede preso per i fondelli dalla cosiddetta classe politica, un'odiosa casta di parassiti che mangia a spese dei contribuenti da decenni o da una vita intera, come ad esempio qualche brontosauro della politica che siede sul colle più alto di Roma. Noi stringiamo la cinghia, che sta diventando un cappio al collo ormai, e loro, i politici, vivono con indennità dorate, spendono denaro pubblico per le sciocchezze più squallide, dalla Nutella alle ostriche alle puttane. E allora il "mandiamoli a casa" di Grillo non è un invito, ma un obbligo, un imperativo morale. I giornalisti e i giornali, così dicono salvo poi fare l'esatto contrario, non possono fare campagna elettorale per questo o quel candidato. Il sottoscritto parla non da giornalista, ma da cittadino, da uomo, da marito e soprattutto da padre e non fa campagna elettorale, ma dichiara, pubblicamente, anche se magari non interessa a nessuno, che si è rotto le palle, passatemi il francesismo, di pagare le tasse e di cercare di sbarcare il lunario per la propria famiglia, quando poi vede come vivono, con i soldi dei cittadini, i rappresentanti della casta politica. Loro viaggiano con le auto blu e i voli di Stato, noi non abbiamo più un ospedale, non abbiamo più scuole, la mia prima figlia, che ha solo quattro anni, fa la pendolare per andare all'asilo su uno scuolabus, tra l'altro senza nemmeno un accompagnatore, e su strade sempre più simili a mulattiere. Dovrei avere ancora fiducia nella politica? In questa classe politica? Qualche settimana fa ho messo in vendita il mio voto. Con il ricavato avrei pagato, versandolo nelle casse comunali, un servizio di accompagnamento, che è obbligatorio per legge, per i piccoli alunni di Schiavi. Nessun candidato si è fatto avanti. Quindi il mio voto, visto che nessuno se lo compra, lo regalo. E non posso certo regalarlo all'odiata casta, che sta cercando di togliere il futuro ai miei figli. E allora mandiamoli a casa, tutti, con il potere del voto, votando Grillo, Fare di Giannino il bugiardo seriale, o qualsiasi altra formazione o movimento, ma mandiamoli via questi parassiti che pretendono anche di essere chiamati onorevoli.