Lo avevamo ampiamente pronostico nel giorno delle presentazione delle liste con un editoriale dal titolo “Amen” che fece molto scalpore. All’indomani dello scrutinio abbiamo avuto ragione. Purtroppo l’altissimo Molise non avrà nessuna voce in Consiglio regionale. Né tantomeno a Roma nei palazzi che contano. E’ l’amara conseguenza di divisioni, guerre intestine e soprattutto mancanza di concertazione che hanno portato ad eleggere esponenti distanti anni luce da quelli che sono e restano i problemi vissuti quotidianamente dal territorio. Una lezione esemplare per i tanti improvvisati strateghi che continuano a dirottare voti solo ed esclusivamente per meri interessi personali. Faccendieri da quattro spiccioli, viscidi galoppini che pur di vivere un momento di notorietà venderebbero le loro madri o sorelle al peggior offerente. Un modo di fare vomitevole fatto di trasformismi riprovevoli, promesse da marinai che ancora una volta hanno illuso una collettività in via di estinzione. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: dispersione di preferenze e nessun punto di riferimento lì dove si prenderanno decisioni vitali.
Così l’Alto Molise diventa terra di conquista. Perché a candidati che propinano vecchie storie d’amore, mega abbuffate con prodotti tipici, o la solita storia dell’oasi naturalistica invidiata da mezza Italia, la domanda sarebbe stata dove sono i programmi di sviluppo e progetti per la salvaguardia di servizi indispensabili, oggi forse parleremmo d’altro. Se questi politicanti dell’ultima ora nel proferire madornali idiozie fossero stati presi a calci nel culo oggi forse lo scenario potrebbe essere diverso. E invece no. Gli elettori del Molise altissimo hanno mostrato di non avere attributi necessari. Peggio ancora sono stati capaci di farsi abbindolare dalle solite favolette raccontate in campagna elettorale. Parlano i fatti. Si tratta dell’ennesima occasione perduta, di un treno che non passerà per altri cinque anni. Colpa anche di amministrazioni ignave che si sono prestate allo squallido giochetto. Che non hanno saputo imporre una figura forte nonché le loro istanze. Non resta che piangere, detta alla Troisi, o più realisticamente parlando, affidarsi al vento di cambiamento rappresentato da Paolo Di Laura Frattura che ha spodestato il “regno di Iorio”. Tuttavia ad oggi servono provvedimenti urgenti, finanziamenti e progetti di sviluppo seri. Senza alcuna voce nell’emiciclo di palazzo Moffa sarà dura, anzi durissima.
Ma le maggiori responsabilità - lo ripetiamo a gran voce e senza paura di smentita - sono solo ed esclusivamente di un popolo incapace di reagire e che appare rassegnato al proprio destino: quello di una morte per consunzione. Amen.
Ps. Naturalmente speriamo di sbagliarci, ma vista l'ultima profezia sarà alquanto improbabile (purtroppo)
In dodici comuni dell'Alto Molise i votanti effettivi sono stati 8.147