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(AGI) - L'Aquila, 25 mar. - I finanzieri del Gruppo
Investigazione Criminalita' Organizzata (G.I.C.O.) di L'Aquila,
su delega del Tribunale di Pescara, hanno eseguito un
provvedimento di confisca, disposto con sentenza divenuta
irrevocabile, emessa dal gip del Tribunale di Pescara, Maria
Michela Di Fine. La confisca, che fa seguito all'operazione
'Rubicone' condotta nel 2006 e che vedeva tra i principali
indagati Tonino Paolo Savignano, ha riguardato beni (valutati
all'epoca del sequestro, in circa 15.000.000 di euro) collocati
a Pescara, Francavilla al Mare (Chieti) ed anche nella province
di Isernia (Frosolone) e Teramo (Corropoli e Colonnella) ed ha
avuto per oggetto le quote di 8 societa' (operanti nel settore
del commercio di autoveicoli, della ristorazione, della
commercializzazione di materiali per l'edilizia e della
gestione di sale gioco), beni strumentali di diverse imprese e
numerosi autoveicoli, gia' oggetto di sequestri di diversi
fascicoli processuali che l'A.G. di Pescara ha riunito, a
carico del noto Tonino Paolo Savignano e dei numerosi altri
sodali. (AGI)
Ett (Segue)
251144 MAR 13
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ZCZC
AGI1025 3 CRO 0 RAQ /
CRIMINALITA': OPERAZIONE 'RUBICONE',GICO CONFISCA BENI PER 15 MLN (2)=
(AGI) - L'Aquila, 25 mar. - Il sodalizio criminale,
disarticolato nel 2006 dal Gico all'esito di indagini di
polizia giudiziaria conclusesi con l'esecuzione di 39 ordinanze
di custodia cautelare, selezionava imprese in crisi economica,
ne acquisiva la titolarita' attraverso associati o terzi meri
prestanome e le portava al fallimento con frode ai creditori
dopo aver operato, in un circoscritto arco temporale, truffe in
danno di societa' commerciali in buona fede. I proventi cosi'
ottenuti venivano reimpiegati nell'acquisto di attivita'
commerciali perfettamente inserite nel mondo economico legale
ed anch'esse intestate a prestanome, ma di fatto gestite dal
sodalizio facente capo a Savignano. La sentenza afferma che "le
modalita' attraverso cui l'imputato Savignano operava di fatto
all'interno di societa' commerciali, formalmente intestate a
terzi ma ad esso riconducibili per la gestione, caratterizzate
da continui mutamenti della compagine sociale, costituivano da
un lato lo strumento principale per il reimpiego dei rilevanti
proventi derivanti dalle attivita' illecite nel settore del
riciclaggio e dall'altro lo strumento per reiterare le medesime
condotte delittuose, salvaguardando la propria personale
responsabilita' ad ogni livello". Il provvedimento giudiziario
ha quindi statuito che, "tenuto conto dei reati contestati e
delle attivita' economiche illecite ricostruite attraverso
l'attivita' di indagine e del valore dei beni in sequestro, del
tutto sproporzionato rispetto alle condizioni economiche del
Savignano alla luce dei redditi dichiarati nei periodi coevi
alle operazioni di acquisizione di quote societarie e
rilevazione di settori di attivita' economica, sussistono i
presupposti per procedere alla confisca ai sensi dell'art.12
sexies D.L. 306/1992, trattandosi di beni evidentemente
acquistati con il provento delle attivita' delittuose accertate
a carico dell'imputato, in assenza di giustificazioni sulla
lecita provenienza delle risorse finanziarie utilizzate per
rilevare le attivita' economiche che sono state riferite alla
gestione di fatto del Savignano". L'imputato principale era
gia' stato condannato alla penna di 4 anni e 6 mesi di
reclusione per reati di associazione per delinquere finalizzata
alla bancarotta fraudolenta e documentale, all'emissione di
fatture per operazioni inesistenti, simulazione di reato,
intestazione fraudolenta di valori e riciclaggio e reimpiego di
denaro e beni di provenienza illecita. (AGI)
Ett
251145 MAR 13