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Don Ciotti incontra gli studenti di Trivento: «Anche se siamo piccoli e fragili, se uniamo le forze siamo una forza»

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A Trivento, dove ha sede la prima Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico in Italia – intitolata a Paolo Borsellino e fondata da don Alberto Conti, direttore della Caritas diocesana – si è svolto oggi presso l’Auditorium l’incontro tra don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e del Gruppo Abele, e gli studenti dell’Istituto Omnicomprensivo “Nicola Scarano”.

Un dialogo intenso e partecipato, aperto da parole che hanno toccato i ragazzi: «Anche se siamo piccoli e fragili, se uniamo le nostre forze siamo una forza. C’è bisogno anche di voi.» Don Ciotti ha invitato i giovani a cercare la verità con la conoscenza: «Non si può vivere con informazioni di seconda mano o per sentito dire, ci vuole conoscenza.» 

Ha ricordato che il Molise non è esente da infiltrazioni mafiose, come segnalato nel recente rapporto della Direzione Investigativa Antimafia, consegnato il giorno prima dell’incontro, che segnala presenze criminali provenienti da Puglia, Lazio e Campania: «Dove possono fare affari, ci sono le mafie.» Ha denunciato anche fenomeni di corruzione legati ai grandi eventi pubblici, come le Olimpiadi Milano-Cortina: «Cinquantasei soggetti sono stati segnalati.»

A Trivento, ha detto, è nata un’esperienza preziosa: «Bisogna dare continuità a tutto questo. Qui è nata la prima scuola di formazione, grazie a don Alberto. Siate orgogliosi.» Tra i traguardi di Libera, ha citato la legge sulla confisca e l’uso sociale dei beni : «Un milione di firme ha trasformato la violenza in bene per le persone. Anche se siamo piccoli, oggi è legge dello Stato.»

Don Ciotti ha poi ricordato l’incontro con Giovanni Falcone, due mesi prima della strage di Capaci: «Una stretta di mano, un caffè mai preso. Ci sono segni nella vita che ti cambiano. Vi auguro incontri di positività.» Da quel dolore è nata la Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti delle mafie. Ha parlato anche dell’impegno europeo: «Per cinque anni abbiamo presidiato il Parlamento Europeo per ottenere una legge sulla confisca dei beni. Ce l’abbiamo fatta.» E ha ribadito il valore della corresponsabilità: «Bisogna scegliere da che parte stare.»

Sul tema della sicurezza, ha raccontato la sua esperienza sotto scorta: «Due padri di famiglia hanno fermato un uomo armato. Un elicottero ci ha portati via. Sono grato a chi tutela la mia vita.» Ha ricordato le intercettazioni di Totò Riina in cui si parlava di ucciderlo come don Puglisi: «Ecco perché vengo accompagnato.» Ha concluso con una riflessione simbolica: «La formica ha due stomaci: uno per sé, uno per chi fa più fatica. Noi ne abbiamo uno solo. Non basta commuoversi, bisogna muoversi.»

In merito alle minacce di Totò Riina, don Alberto Conti ricorda che in quel periodo don Ciotti si trovava a Castelguidone, in Abruzzo. Don Alberto Conti ha annunciato due appuntamenti importanti: il 28 agosto, a Castelguidone, un incontro pubblico con don Ciotti, e il 10 giugno a Trivento la ricostituzione dell’associazione Libera in Molise. 

Al termine dell’incontro, don Ciotti ci ha rilasciato un’intervista video esclusiva.

Alla domanda su quale parola possa raccontare 30 anni di Libera, ha risposto: «Continuità». «Un sentimento profondo che ha coinvolto giovani e adulti. Oggi Libera è presente anche in America Latina e in Africa. Solo unendo le forze diventiamo una forza di cambiamento.» Sulla rinascita di Libera in Molise, don Ciotti ha ricordato l’esperienza della Scuola di Formazione “Paolo Borsellino” fondata da don Alberto Conti: «Questa scuola è la prima grande esperienza di formazione per il nostro Paese. Serve continuità e corresponsabilità. Il “noi” può vincere.» 

E un messaggio finale ai giovani: «Ognuno deve trasformare il proprio “io” in un “noi”. Da questi incontri nasce consapevolezza. Voi portate energia nuova, innovazione e passione. Serve creare una forza generativa di giovani e adulti insieme, un cammino difficile ma in crescita.»

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