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L’autonomia regionale è un simulacro dannoso per i molisani.

Majella Madre ribatte al Guerriero Sannita in merito all'annessione con l'Abruzzo

redazione
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AGNONE - Annessione con l'Abruzzo, la questione tiene banco e continua il dibattito a mezzo stampa tra il movimento del Guerriero Sannita, arroccato su posizione autonomiste, e l'associazione Majella Madre che invece è nata proprio attorno all'idea della riunificazione delle due regioni sorelle. Alle recenti dichiarazioni di Giovanni Muccio, presidente del movimento politico regionale del Guerriero Sannita, il presidente di Majella Madre, Delli Quadri, risponde: "Nulla da eccepire sul fatto che il Molise abbia una sua storia, le sue origini e le sue tradizioni … ci mancherebbe! Noi di Majella Madre, nel confermare e sottolineare questa realtà, riteniamo si debba andare oltre e per questo ci permettiamo di aggiungere alla suddetta realtà alcuni valori troppo spesso dimenticati o sacrificati sull’altare di un simulacro di autonomia istituzionale: la dignità e l’onore dei molisani. In nome di un campalinismo che, in questo nuovo secolo fatto di internazionalizzazioni e globalizzazioni, suona vecchio e superato, i molisani vedono frenata ogni speranza di sviluppo,anzi, in assenza di supporto e solidarietà nazionale (federalismo fiscale), il rischio di regressione è reale. La bella e condivisa idea del guerriero sannita di investire sulle risorse naturali del nostro territorio, come pure quella non secondaria di investire sull’artigianato, sulla piccola impresa innovativa e sul turismo, si scontra con una dimensione della Regione e con una scarsità di risorse finanziarie, oramai accertate. Circa la dimensione, sono recentissime le denuncie di mancanza di risorse tecnice e finanziarie che non consente una progettualità di lungo e largo respiro. Circa le risorse finanziarie, è sufficiente una lettura anche veloce e superficiale dei dati di bilancio di previsione del 2010, così come deliberati dalla Regione Molise. Al netto di partite di giro e di fondi strutturali, il bilancio presenta spese complessive di competenza dell’anno per un totale di 940,9 milioni di euro. Di questi: 133,6 vanno all’apparato regionale e varie; 617,0 vanno alla sanità e varie; 111,2 vanno a territorio, trasporto e casa; 25,3 vanno a Fondi Comuni; solo e soltanto 57,3 milioni di euro dovrebbero bastare per attività produttive, energia, turismo, sport, caccia, pesca, agricoltura e foreste, montagna, pesca produttiva, lavoro, formazione professionale, tutela sociale. Tutto questo, senza tener conto della manovra in discussione al Consiglio Regionale. Se fossero vere le anticipazioni giornalistiche quei 57,3 milioni posti a bilancio per tutte quelle attività suesposte, si ridurrebbero a 40 milioni circa. Inutile, allora, illudersi, la realtà dei numeri è purtroppo questa e di fronte ad essa noi ripetiamo: Se il Molise deve scegliere tra il conservare un simulacro di autonomia istituzionale ed i diritti dei cittadini, non c’è discussione. Prima la sanità, la scuola, i trasporti locali, l’assistenza sociale, le attività produttive e poi la burocrazia".
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