Alfonsino Moffa, 45 anni, tecnico del Comune di Riccia (Campobasso) è morto nella tarda serata di ieri in un incidente stradale avvenuto nel territorio di Sant'Elia a Pianisi (Campobasso). L'uomo era alla guida di una Vespa che è finita fuori strada. Subito soccorso da automobilisti di passaggio, per Moffa non c'è stato nulla da fare, è deceduto in pochi minuti.
Sull'asfalto nessun segno di frenata. Un malore potrebbe essere la causa della tragedia. La camera ardente é stata allestita nel Municipio di Riccia dove stamattina centinaia di persone si sono recate per portare un ultimo saluto al 45enne. A Riccia sono stati proclamati due giorni di lutto. I funerali si svolgeranno domani alle 15 nel Santuario del Carmine.
Il ricodo commosso della consigliera regionale del PD Micaela Fanelli:
"Non scrivo quasi mai di questioni personali. E forse, in un certo senso, neanche questa lo è. Perché non è un dolore solo mio, è il dolore di una intera comunità .
Riccia stamane si sveglia con la notizia della morte drammatica dell’ingegnere comunale Alfonsino Moffa. Una morte prematura, ingiusta, inaccettabile.
Un dolore improvviso, incredulo, terribile.
Si spegne la luce più brillante in una notte d'estate, lungo una delle tante strade infinite che collegano le curve dei comuni del Fortore. Con la sua passione, la sua Vespa. Con i suoi amici che fino a poco prima postavano sul gruppo foto di spensieratezza di una gita come tante, in una giornata nella quale, però, è finita tutta l'allegria.
Così la sua, così la nostra. Perché non ci capacitiamo che è cessata in un attimo l'esistenza del migliore. Sì, il migliore! Brillante, determinato, caparbio, competente, preciso, serio, affidabile. Ma anche buono, attento, generoso. Alle volte poteva apparire burbero a chi non lo conosceva davvero, era il suo modo di difendersi dagli assalti, nella trincea di un lavoro prepotente, assorbente, difficile. Ma lui lo ha svolto, sempre, in modo magistrale.
L'emblema dei giovani che partono per studiare, che raggiungono l'eccellenza universitaria e lavorativa altrove, ma che vogliono tornare. Per l'amore che li lega alle radici. Alla famiglia, il cui strazio immenso oggi non riesco nemmeno ad immaginare, a loro mi stringo con affetto enorme.
Ogni giorno, per quasi dieci anni, da Sindaco ma ancor di più da amica, ho condiviso il mio tempo con lui. Sono stati gli anni più belli, più costruttivi, perché erano gli anni in cui abbiamo condiviso anche un sogno.
Anche per questo, Alfonsino, sei stato unico. Eri capace di sognare ed essere concreto. Quel tratto meno noto nella ricerca instancabile di fare la tua parte per gli altri, scopriva il cuore. Volevi contribuire a costruire un paese diverso.
Da ultimo anche nelle tante associazioni e comitati dove ti impegnavi con dedizione e convinzione.
Non so se la Madonna del Carmine - alla cui festa stavi lavorando – ci aiuterà a trovare un senso, a lenire lo strazio per la tua dipartita da questa vita terrena, che hai abbandonato troppo presto. Non so se la fede aiuterà noi che restiamo.
Lo spero. Ma so che anche in questo hai messo un pezzo di generosità per la tua comunità . Finivi di lavorare al Comune e iniziavi a lavorare in qualche gruppo per il tuo paese. E di questo impegno costante per noi, ti saremo sempre profondamente, convintamente, immensamente grati.
Sei e resterai sempre un esempio. Sei e resterai sempre il migliore….Alfonsino, grande, immenso amico mio!
Con affetto profondo e stima infinita…non ti dimenticheremo mai."
Micaela.