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Aborto: oltre centomila embrioni uccisi nel 2011

redazione
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SALUTE: '194 STORIE DI ABORTO', IN UN LIBRO LE TAPPE DI UNA LEGGE CHE ANCORA DIVIDE =
      SANI, A RISCHIO DIRITTO ALLA SALUTE SE MEDICI SCELGONO OBIEZIONE

      Roma, 3 apr. - (Adnkronos Salute) - Prima della legge 194, che
ha sancito nel 1978 il diritto della donna all'interruzione volontaria
della gravidanza, le possibilita' di abortire per la maggior parte
delle giovani avveniva nei modi piu' disparati, dall'infuso di
prezzemolo che provocava emorragie, al 'ferro di lana' introdotto nel
canale cervicale. Oppure si ricorreva alla 'donna esperta' o alle
prestazioni clandestine delle 'mammane'. L'alternativa economica alle
inarrivabili cure mediche in clinica. A raccontare il prima e il dopo
della legge 194, che il prossimo 22 maggio compira' 35 anni, e' il
libro di Marco Sani, specialista ginecologo del Policlinico Casilino
di Roma, '194. Storie di Aborto - dalla criminalita' alla legalita''
pubblicato da 'Edizioni C'era una volta'.

      "Parlare oggi di aborto -spiega Sani all'Adnkronos Salute- non
e' anacronistico, anzi, e' la legge che ha avuto piu' ostacoli: 35
ricorsi alla Consulta per elementi di anti costituzionali. Ritengo
quindi che ripercorrere oggi questa storia sia doveroso. Ma
soprattutto significa parlare della liberta' di scelta delle donne,
del rispetto del loro diritto alla salute e alla prevenzione.
Soprattutto - avverte Sani - in un Paese come l'Italia dove, secondo
gli ultimi dati della relazione 2012 sull'aborto del ministero della
Salute, ci sono punte di ginecologi obiettori che superano l'85% in
Basilicata, Molise e Campania".

      Nel libro di Sani, che affronta gli aspetti medico-legali, i
nodi etici e politici, le storie di donne che hanno scelto per l'una o
l'altra soluzione e ha nella parte finale un'appendice ricca di dati e
riferimenti storici, la 'questione aborto' e' ancora attuale "il
diritto alla salute e' in pericolo per colpa della carenza di
personale medico-sanitario, spesso gli ospedali non sono in grado di
effettuare le interruzioni. I giovani colleghi - ricorda - non
conoscono le battaglie portate avanti negli anni '70 per conquistare
il diritto all'aborto. Ecco che la legge 194 e' sempre da difendere".
(segue)

      (Frm/Zn/Adnkronos)
03-APR-13 12:57

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      SALUTE: '194 STORIE DI ABORTO', IN UN LIBRO LE TAPPE DI UNA LEGGE CHE ANCORA DIVIDE (2) =

      (Adnkronos Salute) - Sempre secondo i dati del ministero della
Salute, presentati lo scorso ottobre, nel 2011 in Italia sono state
effettuate 109.538 interruzioni volontarie di gravidanza (dato
provvisorio), con un decremento del 5,6% rispetto al dato definitivo
del 2010 (115.981 casi) e un decremento del 53,3% rispetto al 1982,
anno in cui si e' registrato il piu' alto ricorso all'Ivg (234.801
casi). "Se il numero di aborti e' in calo - sottolinea Sani - e' anche
merito della legge 194. Ma oggi quello che deve essere rispettato,
visti gli ultimi ricorsi alla Cassazione, sono soprattutto le
indicazioni presenti dall'inizio nella norma giuridica. Ad esempio, il
legislatore ha fissato i parametri minimi di garanzia per la
prevenzione come il numero di consultori. Ma rispetto a quanto sancito
il dato e' di fatto troppo basso e insufficiente".

      La sfida secondo il ginecologo, a 35 anni dalle legge, e'
"abbattere il numero di interruzioni di gravidanza nella popolazione
femminile extracomunitaria. Ho conosciuto e ascoltato storie di
giovanissime con alle spalle 3-4 Ivg, o prostitute che purtroppo sono
morte per auto provocarsi l'aborto. Ecco - chiosa - anche queste
testimonianze dovrebbero farci riflettere quando si attacca la legge".

      Nel libro c'e' anche spazio per altri aspetti del mondo
femminile. "Ho cercato - conclude Sani - di documentare la condizione
della donna prima della legge 194 e come la 'legalita'' non solo ha
permesso una netta riduzione delle Ivg ma soprattutto ha prodotto un
diverso modo di fare prevenzione. Ha costituito e costituisce un
momento di consapevolezza - precisa - che deve riguardare non solo le
donne ma anche gli uomini, promuovendo una migliore informazione
pubblica e una campagna educativa nelle scuole, affinche' la
gravidanza sia sempre piu' una scelta responsabile".

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