AGNONE. “Prima di qualsiasi ricorso al Tar Molise in merito al ridimensionamento dell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone urge un confronto diretto con la giunta regionale presieduta da Paolo Di Laura Frattura che invitiamo pubblicamente a venire ad Agnone per un incontro con la cittadinanza e gli amministratori dell’intero territorio”.
Amedeo Chiantese, Nino Casciano, Roberto Amicone e Giovanni Labbate, i quattro dei cinque ‘dissidenti’ che due anni fa contribuirono alla caduta dell’allora maggioranza capitanata da Gelsomino De Vita, insistono affinché si faccia chiarezza, in maniera definitiva, sul futuro della struttura sanitaria altomolisana.
“Siamo e restiamo dell’avviso – ammette il portavoce del gruppo Amedeo Chiantese – che l’erogazione dei servizi sanitari offerti dal Caracciolo siano vitali per le popolazioni del Molise altissimo e dell’Alto Vastese. Inoltre impossibile dimenticare come il Caracciolo rappresenti, in termini occupazionali, la prima ‘fabbrica’ presente in zona. Al tempo stesso non siamo quelli che ci tappiamo gli occhi e le orecchie dinanzi ad una sanità che in Italia sta subendo un netto processo di trasformazione. Per questa ragione – puntualizza Chiantese – lungi da noi dal fare barricate su questioni indifendibili, tuttavia saremo i primi ad usare qualsiasi strumento di lotta consentito contro le direttive del tutto generali inserite nel piano Basso – Rosato per quanto concerne il Caracciolo”.
Il riferimento del portavoce dei ‘dissidenti’ è quello che non ci si può limitare a parlare solo ed esclusivamente di area disagiata o del reparto di medicina e lungodegenza escludendo la chirurgia e i servizi quali i laboratori analisi e radiologia tanto per fare due esempi. “Oltre a garantire i Lea, occorre – chiarisce Chiantese –, che questi servizi vengano potenziati valorizzando ulteriormente le professionalità presenti, non solo per abbattere le liste di attesa ma anche per attirare utenza extraregionale, risultata l’arma vincente in passato”.
“A Frattura e ai consiglieri di maggioranza, appoggiati dal nostro gruppo durante l’ultima tornata elettorale – sottolinea Chinatese – chiediamo di non traccheggiare o avere posizioni da mediatori riguardo il Piano sanitario regionale. Al contrario li invitiamo a rispettare con coscienza il loro mandato che deve dare risposte a problematiche sulle quali si è giocato solo per interessi trasversali. Una risposta inequivocabile – prosegue - potrebbe essere quella di convocare una seduta di consiglio ad Agnone per discutere di Sanità”.
Chiantese non abbandona neppure un vecchio cavallo di battaglia rilanciato dai ‘dissidenti’: la sperimentazione pubblico-privata. “E’ un piano B, l’extrema ratio ai tagli che non bisogna accantonare, non possiamo permettercelo, di questi tempi bisogna avere sempre soluzioni alternative. Credo che il nostro progetto sia da tenere strettamente in considerazione, ma come detto in precedenza la priorità è sapere come la politica e il presidente Frattura si muoveranno per il San Francesco Caracciolo che serve un bacino di oltre 30mila persone”.
Infine i ‘dissidenti’ non risparmiano stoccate agli ex compagni di coalizione. Chiamati in ballo l’ex senatore Pdl, Ulisse Di Giacomo e l’attuale consigliere di minoranza, Gelsomino De Vita, fido scudiero di Michele Iorio.
“Entrambi in passato hanno ricoperto ruoli primari e decisionali per proporre e appoggiare progetti di rilancio per il Caracciolo ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ovvero il nulla assoluto. Oggi – ammette Chiantese - con immenso stupore scopriamo che il tandem De Vita – Di Giacomo intende accostarsi a vecchie proposte tra le quali quelle di don Francesco Martino, responsabile della pastorale sanitaria della diocesi, in passato delegittimato, irriso e tacciato di incompetenza. Prendiamo atto del loro revisionismo ma li invitiamo a tacere una volta per sempre”.
Infine l’augurio dei ‘dissidenti’ è quello che al “di la delle posizioni possa esserci una linea comune da perseguire per difendere un bene primario”.