AGNONE. Sebbene imparare una lingua non sia cosa facile, farlo è di fondamentale importanza e, soprattutto, non ha limiti di età. Questo è ciò che abbiamo imparato oggi assistendo al convegno-workshop ‘Parlare Comunicando’ organizzato in onore della Festa dell’Europa dall’Isiss Giovanni Paolo I, il Centro Studi Alto Molise e la Libera accademia Italiana Atene del Sannio.
Dopo averne comunicato la notizia, infatti, noi di Altomolise.net ci siamo incuriositi e abbiamo deciso di presenziare all’incontro. È stato proprio lì, nell’aula magna dell’Itis Leonida Marinelli, che abbiamo assistito ad una nuova metodologia per l’apprendimento delle lingue che risulta essere efficace ad ogni età e ad ogni stadio di preparazione.
La professoressa Pauline Kuiper-Jong, dopo essere stata adeguatamente introdotta dalla preside Tonina Camperchioli e dalla professoressa Rita La Posta, ha spiegato “Al giorno d’oggi è di vitale importanza la conoscenza di una seconda lingua come l’inglese. Molte persone si vedono negare un posto di lavoro per questa lacuna che potrebbe essere facilmente colmata. Insegno Italiano in Olanda e spesso sentivo i miei studenti dire che non fossero capaci di parlare Italiano bensì solo di leggerlo. Dovevo trovare una strategia che permettesse loro di liberarsi da quella paura di sbagliare che tarpa le ali di tutti gli apprendenti. Le regole grammaticali infatti hanno un’indubbia utilità ma, quando si tratta di avere una conversazione, rischiano di spaventare i parlanti che, per paura di sbagliare, evitano le conversazioni. Provai quindi una metodologia nuova: ponevo delle domande ai miei alunni e loro dovevano rispondere. Potevo chiedere ‘Sei un insegnante?’ e loro, dopo aver imparato le basilari regole della lingua avrebbero risposto ‘No, sono uno studente’. Il mio esperimento si rivelò funzionale e da lì sono nati una serie di libri che, basandosi su questo metodo, insegnano alcune lingue come l’Inglese, il Tedesco, il Francese, lo Spagnolo e l’Olandese. Dopo coinvolgerò anche voi studenti per farvi capire quanto sia facile…”
Ed effettivamente questo è ciò che è accaduto dopo un’oretta…
La professoressa Kuiper-Jong, aiutata dai suoi assistenti, aveva infatti creato una sorta di villaggio linguistico: predisposti una serie di banchetti, aveva affisso ad ognuno di loro un foglio sul quale c’erano scritte come ‘Bar’, ‘Polizia’, ‘Negozio di vestiti’ ecc. ovvero delle condizioni comuni in cui fare conversazione. “Per studiare l’inglese, sarebbe necessario andare in Inghilterra però, siccome non possiamo andarci sempre, ho creato un’isola per voi. Dietro ognuno di quei banchi c’è uno dei miei collaboratori; parlano solo inglese dunque sarete costretti ad avere un dialogo con loro usando quella lingua; tenete a mente che sbagliare è d’obbligo. Se succede, non ci sono problemi; andate avanti. L’importante è farsi capire.”
La conferma delle teorie della studiosa olandese non si è fatta attendere; dopo un primo momento di imbarazzo, infatti, uno ad uno gli studenti hanno iniziato a fare l’intero circuito affrontando le varie tipologie di comunicazione.
Per noi, assistere a quell’esperimento è stato un vero e proprio spettacolo. Tutti, all’età delle superiori, non hanno mai partecipato attivamente a progetti come questo quindi vedere una mandria di studenti smuoversi freneticamente nell’isola ‘inglese’ è stato davvero un qualcosa di raro.
Abbiamo perciò deciso di fare una domanda alla professoressa Rita La Posta: perché crede che esercizi come questi siano importanti?
“Ho studiato latino e greco, sono materie davvero interessanti e affascinanti ma l’inglese non può essere insegnato come loro. Non si può apprendere una lingua passivamente e i ragazzi dovevano capirlo. Solo lanciandosi, buttandosi, nella comunicazione si può migliorare. Non ci resta che sperare che questo possa diventare un appuntamento fisso nelle nostre agende…”