AGNONE - Il giorno martedì 10 agosto sarà presentato in Molise il libro “Macerie dentro e fuori” dedicato “a tutti gli studenti universitari morti quella notte a L’Aquila”. L’evento, organizzato dall’Associazione A.V.U.S. vittime universitarie sisma 6 aprile 2009, dopo L’Aquila (maggio 2010) e Chieti (giugno 2010) farà tappa in Agnone: l’appuntamento è alle ore 17.30 presso il Convento dei Padri
Filippini, poco distante da Piazza Plebiscito, nel cuore del centro storico del Comune altomolisano.
Il libro, che raccoglie le interviste rilasciate al giornalista RAI Umberto Braccili dai genitori degli universitari vittime del terremoto, è lo strumento con cui l’A.V.U.S. interviene nel dibattito relativo
al terremoto del 6 aprile: “troppo velocemente, infatti, ci si dimentica delle vittime e troppo facilmente, inoltre, ci si dimentica delle responsabilità di un dramma che i familiari pagheranno per tutta la vita”, si legge in una nota in calce al libro firmata dal Presidente A.V.U.S. Sergio Bianchi. Nel libro, oltre alla storia di Nicola Bianchi, sono raccontate le storie di Daniela Bortoletti, Tonino Colonna, Martina Benedetta Di Battista, Gabriele Di Silvestre, Carmelina Iovine, Ivana Lannutti, Maurizio Natale, Sara Persichetti,
Michele Strazzella, Enza Terzini, Maria Urbano, Roberta Zavarella.
Gli studenti universitari deceduti in L’Aquila a causa del terremoto del 6 aprile sono cinquantacinque. Nel libro trova ampio spazio anche una raccolta di documenti che consente di ripercorrere gli eventi e le iniziative che hanno interessato la città di L’Aquila prima, durante e dopo il sisma. Chi ha vissuto il terremoto di L’Aquila ricorda il clima rassicurante che si respirava in cittàp rima del 6 aprile, nonostante le oltre 200 scosse registrate nel capoluogo abruzzese in poco meno di 100 giorni. A scosse di particolare intensità si attribuiva il titolo di “terremoto”; a una serie di repliche di minore intensità si attribuiva il ruolo di sciame sismico di esaurimento. Sono bastati
venti secondi per spezzare oltre trecento vite; sono bastati i minuti
successivi alla “scossa delle 3 e 32” per chiarire che cos’è uno sciame sismico di esaurimento. La cultura antisismica in Italia è disprezzo del pericolo, è assoluta incoscienza. E questo è inaccettabile. Come non trovano giustificazione alcune scelte operate dalle persone deputate al monitoraggio della situazione aquilana. Anche questo è “Macerie dentro e fuori”. Scrive in una lettera rivolta ai lettori Umberto Braccili: “È un libro difficile da scrivere quello che vi apprestate a leggere. Un libro scritto con il cuore da genitori fratelli fidanzate ma con dati precisi che denunciano quello che ormai
è scivolato nel dimenticatoio. Quello che non è stato fatto per salvare degli studenti universitari che non sapevano del pericolo che correvano quella notte”.
L’auspicio è che tutti gli errori commessi a L’Aquila possano essere
evitati in futuro. È necessario investire sulla formazione dei giovani studenti che decidono di dedicare le proprie risorse allo studio dei numerosi aspetti connessi ad un sisma. A questo proposito, come scrive Sergio Bianchi, “il ricavato di questo libro sarà utilizzato per la battaglia legale e per un progetto che prevede l’istituzione di borse di studio per studenti universitari meritevoli”.