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L'identità molisana non esiste, gli sprechi della casta sì

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Il parlamentare teramano del Popolo delle Libertà, Paolo Tancredi, ha annunciato la presentazione di una proposta di legge per riunire Marche, Abruzzo e Molise in una sola entità amministrativa e, dopo aver precisato che mai si sarebbe sognato di presentare un disegno di legge se prima non fosse stato oggetto di dialogo con marchigiani e molisani,  ha dichiarato: “Gli enti locali hanno i problemi della sanità, sono incapaci di essere efficaci in Europa e di spendere le risorse. Le Regioni hanno un’attribuzione di competenze legislative enormi, che non sono state in grado di portare avanti per il loro stesso nanismo. Parliamo di realtà istituzionali, legislative e amministrative per dare più efficienza al territorio.”

A queste trasparenti e convincenti espressioni di volontà politica, hanno risposto in modo, per me, avventato: Il Presidente del Consiglio Regionale Niro, I consiglieri Parpiglia e Cavaliere, i quali hanno bocciato l’ipotesi di fusione con Abruzzo e Marche mentre si sono dichiarati possibilisti rispetto a un’unione con il Foggiano e con la zona del Sannio.

A questi, ieri, si è aggiunto il Governatore Paolo Di Laura Frattura: "Non siamo stati eletti per chiudere il Molise" dice Il presidente della Giunta regionale molisana, dichiarandosi, in questo modo, contrario al progetto di Macroregione Adriatica - Marche, Abruzzo e Molise. E ha continuato dando questa banale e avventata motivazione a base della salvaguardia dell' Autonomia Regionale Molisana: "Io credo che, se governata bene, anche un piccola regione come la nostra abbia la sua prospettiva"

Niro, Parpiglia, Cavaliere ed altri che la pensano allo stesso modo non hanno ancora digerito il fatto che non c’è più trippa per gatti. Si illudono, peraltro, quelli che pensano a Campobasso come centro di riferimento per una aggregazione con il Beneventano o con la Puglia, come se Benevento e Foggia fossero solo delle appendici.

Faccio fatica, poi, a capire come il nostro Frattura,  imprenditore e uomo intellettualmente onesto, possa essere convinto che problemi finanziari ed economici, davvero importanti, possano essere risolti dentro la logica di un arroccamento antistorico e antieconomico come quello determinato dall’autonomia regionale;  a meno che non si continui con la politica dell’ imbonimento del popolo, facendogli credere, come avvenuto in passato, che tutto va bene madama la Marchesa, salvo scoprire, dopo, che va bene solo per la Casta Regionale e Provinciale, non certamente per il popolo che, così, continuerà ad essere costretto ad elemosinare favori o a sopportare ingiustizie o ad emigrare, come avvenuto nei decenni passati.

Mi permetto di illustrare alcuni riferimenti che, spero, indurranno Frattura e  company ad essere meno avventati e altezzosi:

A. Salvo controdeduzioni, nel Bilancio Regionale le spese per la STRUTTURA REGIONALE,  più annessi e connessi, sono tre volte (dici 3 volte) superiori a quelle impegnate per una serie infinita di necessità, quali attività produttive, turismo, cultura, foreste, montagne, assistenza sociale, viabilità, pesca non sportiva, edilizia scolastica, ....., .....

B. Da un quadro statistico pubblicato da ELZEVIRO in un commento all'articolo sul NO di Frattura, apparso il 16 maggio 2013 alle 16:19 su “Il Quotidiano del Molise”,  emerge una situazione (Organici, Enti ed Agenzie Regionali, Società Partecipate) che fa comprendere come sia possibile che la spesa per  la struttura regionale, diretta e indiretta, al netto della spesa per la sanità, assorba quasi tutto il bilancio regionale. (vedi tabella pubblicata in basso)

 

Il primo dato che fa saltare sulla sedia è quello dei capiufficio rispetto a quello dei collaboratori – 321 contro 326 -.  Avete letto bene: per ogni capoufficio c’è un solo collaboratore, dove il rapporto accettabile sarebbe di 1 a 12. Se, poi,  ai dati dei capouffici aggiungiamo il numero dei dirigenti, scopriamo che alla Regione Molise vi sono più capi che collaboratori. Se poi si guarda il totale si scopre che il totale degli addetti regionali è pari a 702, vale a dire 1 ogni 450 abitanti circa, dove il dato accettabile sarebbe di 1 a 10-20.000.

ENTI ED AGENZIE REGIONALI – Anche qui i numeri degli enti-agenzie parlano chiaro

Agenzia Regionale Molise Lavoro, Agenzia Regionale Protezione Civile, ARSIAM-Agenzia Regionale Sviluppo e Innovazione Agricoltura; ESU-Ente Diritto allo Studio; IACP-Istituto Autonomo Case Popolari; IRESMO-Istituto Regionale Studi Storici Molise; Molise Acque. (vedi tabella pubblicata in basso)

 

Governatore Frattura, si fermi un attimo e respiri forte; dopo, rifletta attentamente. Se avesse tempo e la giusta pazienza potrebbe scorrere tutti gli articoli da me pubblicati prima su Majella madre e oggi su http://www.altosannio.it oppure http://www.almosava.it (sono la stessa cosa). Scoprirebbe che non esistono margini per salvare la regione Molise, a meno che, mi ripeto, non si continui con la politica dell’ imbonimento del popolo, facendogli credere, come avvenuto in passato, che tutto va bene madama la Marchesa, salvo scoprire, dopo, che va bene solo per la Casta Regionale e Provinciale, non certamente per il popolo che, così, continuerà ad essere costretto ad elemosinare favori o a sopportare ingiustizie o ad emigrare, come avvenuto nei decenni passati.

Afferri le mani che le tendono i governatori Chiodi dell’Abruzzo (foto a sinistra) e Spacca delle Marche (foto a destra), piuttosto che arroccarsi in un concetto di autonomia antistorico e antieconomico. Da parte loro, farebbero bene consiglieri come Parpiglia, Cavaliere e Niro a tenere a freno le loro lingue. L’aggressivita non è in chi tende una mano, ma in chi altezzosamente la rifiuta.

Sanno Parpiglia, Niro e Cavaliere cosa stanno pagando le Aree Interne e tutta la popolazione non legata alle Caste o alla Costa, per questa volontà di difendere a spada tratta una fasulla autonomia?

La richiesta di autonomia deve far leva sulla capacità di sapersela cavare da soli, non può e non deve essere rivendicata solo per far da mediatori tra Stato e territorio, con il risultato di favorire clientele più che Produzione e Sviluppo.

Fa sorridere e immalinconire, poi, la posizione di quelli che rivendicano una sorta di nobili natali per i Molisani (l’Identità Molisana non esiste se non negli interessi di chi sa di poter gestire i Collegi Elettorali). Viene in mente Totò e la sua celebre poesia “A livella”. Parafrasandolo si può dire:

Ma qua Natale, Pasqua o Epifania
I territori muion di Autonomia
quando le Caste e la Santa Signoria
median tra Stato e la sua Periferia.

In termini concreti: se una Regione vive per lo più di finanza pubblica, vince la Casta mediatrice, sopravvive la clientela, si arrabatta il resto della popolazione. Chi non accetta, deve andar via.

 

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