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Costi della politica, da Frattura solo chiacchiere

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"Doveva essere la notte della riconciliazione, è stata la notte della vergogna".

E' il lapidario giudizio espresso dal Movimento 5 stelle del Molise a commento dell'ultima farsa andata in scena, qualche notte fa, durante il consiglio regionale, quello durante il quale la maggioranza a guida Frattura avrebbe dovuto tagliare seriamente i costi della politica, sprechi, indennità di carica, rimborsi, privilegi e via elencando.

"Tutti i cittadini molisani si aspettavano un segno, un gesto, un passo in avanti verso quella riconciliazione tra mondo della politica e mondo reale che passa inevitabilmente per gli stipendi dei Consiglieri, che sicuramente non sono l’unico problema e la causa di tutti i mali, ma sarebbero stati quel segnale di cambiamento che noi tutti ci aspettavamo, invece è stata una notte di vergogna: dei nostri emendamenti ne è passato solo uno che riportava una correzione normativa, chiaramente un emendamento formale, non sostanziale", continuano gli esponenti del movimento di Grillo. 

I due consiglieri eletti del M5s, Patrizia Manzo e Antonio Federico hanno presentato diversi emendamenti, tesi proprio a tagliare i privilegi economici della casta molisana, ma ovviamente il centrosinistra al potere, che è esattamente uguale al centrodestra che per decenni ha retto le sorti della Regione, ha detto no.

I due consiglieri hanno proposto che "riceva l’indennità di funzione solamente il Presidente della Giunta e gli Assessori, nonché per il Presidente del Consiglio e non tutto l’ufficio di Presidenza (altri due vice presidenti e due segretari). La risposta è no - spiegano - e la motivazione è “perché sono eletti nella stessa seduta”, strabuzziamo tutti gli occhi, ci guardiamo spaesati, ma intanto l’emendamento non passa".

Altro emendamento dei grillini è l’istituto della rinuncia "con il quale ogni consigliere può rinunciare ad una parte dell’indennità (quello che noi già facciamo mensilmente), proponiamo un emendamento migliorativo tratto dalla nostra proposta di legge presentata tempo fa. Per la risposta scende in campo niente di meno che il presidente Frattura che ci spiega che non può essere accolto in quanto non è ancora possibile vincolare l’importo rinunciato e occorrerebbe un regolamento del Consiglio, quindi no".

Altro emendamento grillino sul trattamento economico: "Proponiamo - spiegano i consiglieri - quello che diciamo in campagna elettorale: circa 2.500 euro nette al mese e rimborso mensile massimo di €1.000che in una Regione come il Molise ci sembra congruo. Il risparmio che si otterrebbe ammonta a oltre 1 milione di euro annuo. Non nutrivamo speranze, infatti la risposta è un altro no.
Altro emendamento, trattamento economico per il consigliere sospeso, è il caso dell’ex presidente Iorio: poiché il decreto legge 235/12 prevede di definire una percentuale dell’indennità per il consigliere sospeso, "noi chiediamo che questa sia l’1%, dato che è, appunto, sostituito da un altro consigliere regionale e quindi la Regione già paga uno stipendio".
La maggioranza di centrosinistra risponde ancora no.

E ancora: "Chiediamo che in missione il consigliere utilizzi aerei ma con biglietti di classe economica. Conformandosi a quanto detto prima, è un altro no"
E ancora: "Ci sembra opportuno che, come qualsiasi lavoratore, il consigliere eletto prenda il proprio assegno di fine mandato (equiparabile al comune Trattamento di Fine Rapporto) alla fine del mandato, è tautologico, lo dice la parola stessa e non dopo dieci anni di versamento delle quote. E’ il classico privilegio che non dovrebbe essere concesso"

Frattura e i suoi dicono ancora no.
"Chissà com’è, ma ce lo aspettavamo", commentano amaramente i grillini. E con loro se lo aspettavano anche i molisani. Perché in Regione cambiano gli uomini e i colori di partito, ma l'attaccamento alla poltrona e ai soldi che ne derivano restano identici.

 

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