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Danno erariale alla Comunità Montana Alto Molise, condannati ex amministratori di centrodestra

Deliberarono un'indennità di funzione illegittima in favore del presidente del Consiglio. Albino Iacovone: "Giustizia è fatta"

redazione
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AGNONE – Per oltre due anni (periodo 2005-2007) ha percepito un’indennità  di funzione che non gli spettava.
Si tratta dell’ex presidente del Consiglio della Comunità Montana ‘Alto Molise, Donato Giuliani.
L'indennizzo economico a favore di Giuliani fu deliberarlo illegittimamente dalla Giunta composta dall’ex presidente Errico Borrelli, dagli ex assessori Francesco Del Basso, Vincenzo Di Ninno, Luciano Di Stefano, Pasquale Mariani, Alberto Ricci, Antonio Conti. La Corte dei Conti li ha condannati per danno erariale all'Ente al pari del
l’ex segretario-direttore Lino Mastronardi.  Adesso dovranno risarcire la Comunità Montana con 4mila euro (500 euro ciascuno, ndr), oltre la rivalutazione monetaria fino alla sentenza di primo grado (2009, ndr), gli interessi legali a decorrere dalla pubblicazione nonché le spese di giustizia. L'azione illegittima portata avanti dall'allora Giunta Borrelli è stata definita dalla Corte dei Conti "atteggiamento di inescusabile negligenza e incuria nella gestione della cosa pubblica". 

Canta vittoria l’ex consigliere di minoranza Albino Iacovone, autore dell’esposto. A nulla è valsa la difesa dei legali Vincenzo Colalillo e Stefano Scarano.

 “La normativa – scrive la Corte dei Conti – era piuttosto chiara e facilmente interpretabile nel senso della non spettanza dell’indennità di funzione al presidente comunitario. Non vi è dubbio, infatti, che in mancanza di una specifica previsione legislativa, come quella ad esempio riguardante i presidenti dei consigli comunali e provinciali (espressamente contemplati, ai fini della spettanza dell’indennità di funzione, dall’articolo 82, comma 1, d.legl. 18 agosto 2000, n. 267) non si sarebbe dovuta attribuire l’indennità in questione al presidente del consiglio comunitario, che sotto questo aspetto andava assimilato agli altri consiglieri. Gli appellanti – conclude la Corte dei Conti - sono pertanto responsabili di aver adottato un provvedimento di spesa del tutto sfornito del supporto normativo, e in ciò va ravvisata la colpa grave”.
 
“Con questa sentenza definitiva ed esecutiva della Corte dei Conti – sottolinea Iacovone – ha vinto la trasparenza, il rispetto delle regole e il principio costituzionale (ex art. 97 Cost.) di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione. Ha perso – dichiara ancora Iacovone – l’illegalità dilagante. La sentenza dimostra, se ce ne fosse bisogno, la cattiva gestione della res pubblica condotta da Borrelli e company, la quale ha prodotto molteplici danni alla Comunità montana ‘Alto Molise’. Si è trattato di un’altra clamorosa smentita – conclude  – nei confronti di chi considerava la mia azione amministrativa di rispetto delle regole e della legalità soltanto un modo ostruzionistico di fare opposizione”.

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