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Crisi editoria: l'Assostampa rispedisce le accuse al mittente

Il presidente Di Pietro replica al direttore di isernianews Pasquale Bartolomeo

redazione
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Crisi dell'editoria, riceviamo e pubblichiamo l'intervento del presidente del sindacato dei gionalisti molisani, Giuseppe Di Pietro che replica alle accuse mosse dal collega Pasquale Bartolomeo. 

Egr direttore, chiedo ospitalità per evitare che un frullato di analisi senza capo nè coda e accuse senza fondamentosi affermi come verità. Mi riferisco all'intervista a Pasquale Bartolomeo.
Il collega sostiene che si sta "pensando solo a perpetuare il proprio ruolo, ad autoconservare certe posizioni che, economicamente parlando, sono di assoluto privilegio". Una frase criptica che lascia intendere non meglio precisati vantaggi. Per quanto mi riguarda, svolgo il ruolo sindacale gratuitamente; per l'attivita utilizzo le mie ferie e le mie corte.
Per anni non ho percepito alcun rimborso (forse sarebbe esatto dire che ho rimesso migliaia e migliaia di euro) e tuttora l'Asm riesce a restituire ai suoi dirigenti solo una parte di quanto spendono.
         Ciò nonostante, l'Assostampa è conosciuta nell'Fnsi come modello organizzativo efficiente e altamente professionale. Abbiamo una sede di proprietà, evadiamo in breve tempo tutte le richieste, non c'è vertenza di lavoro, tra le 52 patrocinate, che abbiamo perso. L'intervistato, al riguardo,
ne dovrebbe sapere qualcosa. Attività a tutto campo nella formazione,convegnistica, assistenza legale, fiscale, convenzioni e servizi.   Quali sono le rendite di posizione "economicamente vantaggiose" legate al mio ruolo? Il mio stipendio deriva da un contratto nazionale, ritengo giusta remunerazione per una attività professionale svolta in tutto il mondo, che richiede competenza, preparazione e aggiornamento. Ed è grazie al sindacato e a chi versa migliaia di euro all'anno all'Inpgi, la categoria può vantare il migliore e più esteso welfare esistente in Italia. A livello più generale, poi, l'ultimo rinnovo contrattuale è stato tutto incentrato sul pesante spostamento di risorse dai vecchi ai giovani, in ossequio al principio solidaristico che contraddistingue il sindacato dei giornalisti.
        Esattamente l'opposto delle rendite di posizione adombrate dall'intervistato.

Mercato del lavoro. Il problema è soprattutto legato alla legge che regola l'ordine dei giornalisti. Esiste uno squilibrio di fondo rappresentato dalla enorme massa di potenziali lavoratori rispetto ai pochi posti a diposizione. Ciò provoca un mercato drogato e l'abbassamento delle retribuzioni, in virtù della gara al ribasso dovuta dall'abbondanza di prestatori d'opera. Potremmo anche noi promettere fantomatiche e indefinite 'tutele', o rinfocolare la demagogia spicciola di questi giorni, ma sarebbe ingannevole, meschino e non rispettoso della dignità delle persone. In più, si aggiunga che nelle imprese mancano competenze manageriali, piani industriali, mercati di riferimento e capitali. Per
sanare alcuni di questi squilibri, sette anni fa, abbiamo presentato la legge per il pluralismo dell'informazione, che dovrebbe sostenere le imprese editoriali. Aiuti aggiuntivi,non sostitutivi delle entrate ordinarie, quindi proporzionali alle spese sostenute e vincolati ad una serie di adempimenti e condizioni.
Chi pensa, invece, che la regione possa finanziare a piè di lista le testate, sbaglia di grosso. Un buon giornalista, dunque, di fronte a questi scenari si fa una opinione, la confronta con quelle in campo e sceglie, evitando commenti superficiali.  
Sulla vicenda Rai abbiamo detto anche troppo, andando a rimorchio delle ridicole e populistiche rivendicazioni bossiane sui docenti padani. Pur tuttavia, rimarco che negli anni scorsi ho tentato la moral suasion di cui si parla nell'articolo, nel corso di due incontri con il direttore del personale di Via Mazzini.
Non mi risultano iniziative simili da parte di chi ora si preoccupa di diffondere comunicati protoleghisti. La Rai ha bandito due volte le selezioni regionali. La prima è scampata miracolosamente al giudice, la seconda è stata
azzerata dai ricorsi, mentre si insiste con le assunzioni tarate sui requisiti dei
nostri potenziali partecipanti, con la pretesa che il regionalismo in salsa molisana dovrebbe riguardare solo i giornalisti Rai, ma non le migliaia di lavoratori che dal Molise emigrano per cercare un'occupazione.
Chiudo confessando il mio stupore per le affermazioni lette. Senza entare nel merito della vicende personali, dico che mi sarei aspettato da Bartolomeo la testimonianza sulla concretezza, l'utilità e il lavoro del sindacato. I contratti che siamo riusciti ad ottenere nelle testate dove ha operato sono stati il frutto del lavoro dell'Assostampa con le parti datoriali, tra il disinteresse del corpo redazionale e di quanti 'solidarizzano' per i giornali chiusi.

Come pure l'assegno di disoccupazione che l'Inpgi gli verserà per i prossimi due anni, proviene dalle lotte sindacali condotte dal dopoguerra ad oggi, costate mesi di scioperi e di astensioni dal lavoro. Su questo non c'è alcun nodo gordiano che tenga.

Con i migliori saluti

        Giuseppe di Pietro

 

P.S. Nel caso l'esimio collega voglia adoperarsi concretamente per reperire posti di lavoro, può rivolgersi, ad esempio, alla provincia di Campobasso, dove l'ufficio stampa è stato sostituito con il portavoce del presidente. Mi dicono che all'indennità percepita per questa attività pubblica non giornalistica, il portavoce somma anche lo stipendio da insegnante di Educazione musicale (altro lavoro pubblico non giornalistico) e i gettoni come rappresentante del nostro ordine, anch'esso ente di diritto pubblico che regola la professione dei giornalisti, pari a 150 euro di diaria e fino ad un massimo di 250 euro di rimborso spese per ogni giorno passato a Roma. Ironia della sorte, i portavoce sono interdetti dalla professione (Legge 150/2000), in virtù dell'incarico ricoperto. Tanto per parlare dei capponi di Renzo!

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