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Difesa dell'embrione: tra il milione di firme anche quelle dell'Alto Vastese

Grazie alla raccolta porta a porta fatta da una arzilla ottantenne di Castelguidone

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CASTELGUIDONE - Ha ottanta anni, otto figli, undici nipoti, ma si è data da fare come una ragazzina per raccogliere le oltre ottanta firme per l'iniziativa "Uno di noi" a tutela degli embrioni umani.

E grazie ad Antonietta Di Paolo anche Castelguidone ha partecipato alla raccolta firme a livello europeo per chiedere alle istituzioni "la protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree di competenza UE nelle quali tale protezione risulti rilevante".

Il milione di firme necessarie è stato già superato nelle scorse settimane, anche se la raccolta va avanti fino al 31 ottobre, e tra quel mare di firme ci sono anche quelle di ottanta residenti nei due comuni di Schiavi di Abruzzo e Castelguidone. L'Alto Vastese presente, dunque, nell'ambito di questa iniziativa che ha coinvolto tutti i paesi dell'Europa. Una goccia nel mare, ma era importante dare un segnale. 

Questo il documento del comitato organizzatore di "Uno di noi".

In conformità alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo


noi crediamo che la dignità sempre egualmente grande di ogni essere umano sia il fondamento
della giustizia, della libertà, della democrazia e della pace.

Noi crediamo, perciò, che tale dignità, con i diritti che ne derivano,
debba essere riconosciuta senza alcuna discriminazione dal primo inizio della vita umana
nel concepimento fino alla morte naturale.

Noi crediamo che l’unità europea debba ritrovare motivazione e slancio
recuperando la sua anima che affonda le radici nell'umanesimo che, fecondato dal cristianesimo,
ha gradualmente costruito una visione della società che pone al centro la persona umana:
ogni persona nella sua incomparabile dignità.

Noi crediamo che questo moto storico,
che ha già vinto ogni dottrina di oppressione sull'uomo, che ha già liberato intere categorie
di uomini dalla discriminazione, debba ora raggiungere la sua perfezione
riconoscendo come “uno di noi” anche ogni singolo essere umano all'inizio della sua vita,
quando, appena concepito, attraversa la condizione della più estrema fragilità umana.

Noi crediamo che un vero unitario popolo europeo
possa emergere nell'aderire ampiamente a questa visione.

Noi crediamo che l'Unione europea,
nelle azioni che essa attua al suo interno e nel mondo, applichi coerentemente questo principio.

Per questo chiediamo a tutti i cittadini dell'Unione europea
(Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Regno Unito e Ungheria)  di esprimere la loro adesione alla iniziativa denominata “UNO DI NOI” promossa in applicazione del trattato di Lisbona che ha inteso mettere a disposizione dei popoli una nuova forma di democrazia partecipata.
 

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