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"Fiscalità di vantaggio per le zone montane"

La proposta di Paglione per sostenere i residenti nell'entroterra

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AGNONE - "Il futuro della montagna non sta nella tranquilla mediazione dello studio, ma nella polvere e nel sudore, nel turbine e nel rimbombo dell'arena. Il rischio è l'essenza della democrazia. Se avverrà questo anche il cittadino medio italiano riuscirà a capire perché è importante evitare che si chiuda l'ultimo luogo di incontro per le persone anziane, perché se ci sarà ancora un prete che dice messa in questi luoghi allora c'è ancora speranza di coesione e che un ragazzo che nasce a Capracotta ha lo stesso diritto al sogno e alla speranza di un suo coetaneo di Milano, Torino o Roma. Non è semplice, né facile. Ma in montagna non è mai stato né semplice né facile. E soprattutto, niente è mai stato statico, anzi i nostri vecchi hanno sempre saputo inventare qualcosa di nuovo e per progredire". In occasione della visita di Rosy Bindi ad Agnone, Candido Paglione cita Robert Kennedy per rilanciare il problema delle aree interne, che oggi come non mai, stanno vivendo un momento particolarmente difficile. Il ridimensionamento dell'ospedale San Francesco Caracciolo rappresenta solo la punta di un iceberg che inevitabilmente potrebbe compromettere il futuro di un'intera area. "Oggi - afferma Paglione - a distanza di sedici anni, la legge quadro sulla Montagna (la numero 97 del '94) è rimasta inapplicata. A questo punto urge una normativa coerente per le modifiche costituzionali, una proposta che possa partire dalle regioni affinché una volta per tutte si faccia chiarezza sulla questione montagna. Attualmente noto che anche a livello nazionale la problematica sulla montagna è stata totalmente rimossa soprattutto se si considera che il fondo nazionale stanziato è stato azzerato con la nuova finanziaria". E allora cosa fare, chiede Paglione. "Bisogna attuare misure stabili nel tempo, partendo dal presupposto che la montagna offre una grande risorsa come la green economy. Tuttavia occorrono forme di ricompensazione rispetto alle risorse tolte alla montagna. Provate ad immaginare se non ci fossero i boschi, le foreste che contribuiscono all'abbattimento del CO2. Provate ad immaginare se non ci fosse la montagna con le sue sorgenti, i suoi corsi d'acqua che alimentano fiumi e mari? E allora quello che in automatico bisogna reclamare è un ritorno di servizi tramite politiche per la salute, istruzione, infrastrutture. Serve una fiscalità di vantaggio, perché è fuori discussione che chi vive in montagna ha maggiori costi, occorrono bonus energetici e non far pagare l'Irap alle imprese che investono in questi luoghi". E ancora sottolinea Paglione "serve una quota fissa a favore della montagna. Quote che ad esempio potrebbero essere applicate sulle tariffe dell'acqua, del gas, delle autostrade, sulle grandi reti ai autotrasporto. A recitare un ruolo fondamentale dovrà essere anche l'Unione europea con un fondo strutturale sulla montagna, un fondo trasversale per dare alle popolazioni che vivono in questi luoghi pari opportunità, perché è impensabile che in futuro si possano applicare parametri rigidi per queste zone, come è impensabile tagliare servizi indispensabili come quelli dell'istruzione e della sanità". Infine conclude Paglione: "Non bisogna arrendersi perché se in un futuro non troppo distante si riuscirà a mettere in campo la green economy tramite una green revolution intesa come qualità della vita che non è un valore secondario, ma penso sia fondamentale, allora anche un bambino di Capracotta avrà gli stessi diritti, gli stessi sogni, le stesse speranze di un bambino che nascerà a Roma, Torino o Milano". Come dargli torto...
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