Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Diffamazione, condannato Sciulli

Pignoramento dei beni per circa 100mila euro all’ex coordinatore di Fi. Dovrà risarcire due giornalisti

Condividi su:
AGNONE - Politica condannata per diffamazione, giornalisti risarciti. Un ribaltamento delle parti, insolito, che ha visto alla sbarra l’ex coordinatore di Forza Italia Antonio Sciulli, ingegnere ex manager della Asl di Agnone. Il manager, cui è stata inflitta la condanna a pagare 50mila euro di risarcimento per dichiarazioni lesive nei confronti di due rappresentanti della stampa oltre le spese legali per una somma di pari importo, tuttavia non si arrende e annuncia di aver fatto ricorso in appello per difendere le sue ragioni. Come riportato ieri dall’Agenzia Giornalistica Italia, il caso risale al 2000, quando l’allora amministrazione comunale di centrosinistra nomina il pubblicista “Francesco Casale responsabile dell'ufficio stampa”, mentre al collega “Pasquale Lombardi” viene assegnato “il compito di occuparsi di comunicazione istituzionale e di rapporti esterni”. Contro il provvedimento, continua l’Agi, “si scatena la reazione del centrodestra, in particolare con un manifesto affisso in città” dal titolo “Continua la parentopoli di sinistra”, a firma del Coordinamento provinciale di Forza Italia, il cui responsabile all’epoca era Antonio Sciulli. Nel giudizio penale, però “Sciulli è solo testimone – chiarisce il lancio di agenzia - mentre il presunto responsabile del manifesto diffamatorio, un consigliere comunale azzurro, viene assolto grazie alla deposizione di un dipendente della tipografia, il cui processo per falsa testimonianza è ora in Cassazione”. Casale e Lombardi, assieme all’avvocato Ennio Mazzocco, citato anch’esso nella nota del centrodestra come consulente del Comune, chiedono poi insieme il risarcimento con giudizio civile, chiamando a risponderne la titolare della tipografia e l’ex coordinatore forzista Sciulli. L’ingegnere, secondo l’Agi, “viene citato proprio per le sue dichiarazioni con cui si era detto a conoscenza del testo” sottoscritto dal coordinamento del partito per “omogeneità della linea politica”. Il processo si è trascinato tra cause penali e civili fino a febbraio scorso, con la condanna di Sciulli e della titolare della tipografia a pagare oltre 100 mila euro di risarcimento ai due giornalisti (ai quali spettano 25 mila euro a testa) e al legale. Il pignoramento di case e terreni posseduti da Antonio Sciulli, il solo tra i due condannati a risultare intestatario di beni, è stato notificato il 6 luglio scorso. Le proprietà del manager nelle prossime settimane finiranno all’asta, salvo accordi tra le parti o diverse disposizioni del tribunale. Contattato al telefono dal “Nuovo Molise”, Sciulli afferma di aver già preparato il ricorso in appello e si dichiara innocente. “Non c’entro nulla – sostiene – e i colleghi di partito lo sanno. Nei miei confronti c’è stato un accanimento senza precedenti, anche dal punto di vista umano. Eppure quel manifesto, in confronto agli strumenti di lotta politica in uso di questi tempi, posso assicurare che è davvero poca cosa. In ogni caso la mia responsabilità sarebbe stata soltanto quella di non aver vigilato sull’operato di altri esponenti di Forza Italia, che avrei dovuto sorvegliare, secondo il tribunale, affinché non affiggessero quel cartellone”.
Condividi su:

Seguici su Facebook